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Notiziario Marketpress di Giovedì 07 Marzo 2013
 
   
  GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA: TOLLERANZA ZERO PER LE MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI

 
   
  Bruxelles, 6 marzo 2013 - Alla vigilia della Giornata internazionale della donna dell’8 marzo la Vicepresidente della Commissione europea Viviane Reding e la Commissaria Cecilia Malmström si sono oggi unite agli attivisti dei diritti umani al fine di invocare la tolleranza zero per le mutilazioni genitali femminili (Mgf). La Commissione ha organizzato una tavola rotonda di alto livello per discutere di come l’Unione europea possa aiutare gli Stati membri a eliminare completamente questa pratica, di cui si calcola siano vittime diverse centinaia di migliaia di donne nell’Ue. Alle commissarie si sono uniti membri del Parlamento europeo e le principali attiviste mondiali nella lotta contro le Mgf, tra cui Waris Dirie, “Fiore del deserto”, Khady Koita e Chantal Compaoré, first lady del Burkina Faso. In parallelo, oggi la Commissione ha lanciato una consultazione pubblica in cui chiede il parere dei cittadini sul modo migliore per elaborare misure di lotta contro le mutilazioni genitali femminili a livello dell’Ue. La consultazione sarà aperta fino al 30 maggio 2013. La Commissione ha inoltre annunciato che stanzierà 3,7 milioni di Eur per finanziare attività degli Stati membri intese a sensibilizzare alla violenza contro le donne e altri 11,4 milioni di Eur a favore delle Ong e di altre associazioni che lavorano con le vittime. “Oggi la Commissione europea si unisce ad alcune donne eccezionali per chiedere la tolleranza zero contro le mutilazioni genitali femminili. Si tratta di una pratica estremamente crudele che viola i diritti di donne, ragazze e bambine. L’ue lotterà per porre fine alle mutilazioni genitali femminili, non solo nella Giornata internazionale della donna, ma tutti i 365 giorni dell’anno” ha affermato la Vicepresidente Viviane Reding, Commissaria europea per la Giustizia. “Invito tutti coloro che hanno conoscenze al riguardo a esprimere la loro opinione sul modo migliore per combattere le mutilazioni genitali femminili.” “Le mutilazioni genitali femminili costituiscono una grave violazione dei diritti umani. Il rischio di essere sottoposte a tale pratica deve costituire un motivo valido per la concessione dell’asilo o della protezione umanitaria. Nella nostra legislazione sul diritto di asilo è riservata una particolare attenzione a donne, ragazze e bambine che chiedono asilo a causa di minacce di mutilazione fisica. È necessario che l’Europa offra una protezione adeguata alle donne, alle ragazze e alle bambine che rischiano di subire mutilazioni genitali femminili o ai genitori che temono di essere perseguitati perché rifiutano di sottoporre la loro figlia a questa pratica” ha dichiarato Cecilia Malmström, Commissaria europea per gli Affari interni. Nuova relazione sulle Mgf - La tavola rotonda odierna di alto livello sulle Mgf coincide con la pubblicazione, da parte dell’Istituto europeo per l´uguaglianza di genere (Eige), di una nuova relazione sulle mutilazioni genitali femminili nell’Ue elaborata su richiesta della Vicepresidente Reding. La relazione conclude che tali pratiche costituiscono un fenomeno globale e transnazionale. Sebbene non esistano prove certe che le Mgf siano praticate nell’Ue, migliaia di donne, ragazze e bambine che vivono nell’Unione vi sono state sottoposte prima di trasferirsi nell’Ue o durante un soggiorno al di fuori dei suoi confini. Secondo la relazione, esistono vittime o potenziali vittime in almeno 13 paesi dell’Unione: Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Spagna, Finlandia, Francia, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Svezia e Regno Unito. Essa evidenzia anche che sono necessari dati precisi per lottare contro questo problema. La relazione continua affermando che per eliminare le Mgf sarà necessaria una serie di azioni incentrate su raccolta di dati, prevenzione, protezione delle ragazze e bambine a rischio, perseguimento penale dei responsabili e offerta di servizi alle vittime. Le vittime delle Mgf hanno diritto alla protezione ai sensi della direttiva dell’Ue sui diritti delle vittime, adottata il 4 ottobre 2012, che fa esplicito riferimento alla Mgf quale forma di violenza di genere (Ip/12/1066). Ma, nonostante in tutti gli Stati membri dell’Ue e in Croazia siano in vigore norme che permettono di perseguire penalmente gli autori di Mgf, nel quadro di disposizioni di diritto penale generali o specifiche, i casi concreti di perseguimento sono molto rari a causa della difficoltà di scoprire il reato e di raccogliere prove sufficienti, della riluttanza a denunciarlo e, soprattutto, della mancanza di conoscenze sulle mutilazioni genitali femminili. L’eige ha pertanto pubblicato anche una relazione in cui definisce una serie di buone pratiche ricavate da nove Stati membri nella lotta alle Mgf. La relazione fornisce esempi di politiche e progetti riusciti, tra cui: un progetto olandese inteso a prevenire le Mgf che riunisce operatori sanitari, polizia, scuole, servizi di protezione dei minori e organizzazioni di migranti; un’organizzazione francese che mira al perseguimento penale nei casi di Mgf costituendosi parte civile nei procedimenti giudiziari; un servizio sanitario specializzato nel Regno Unito, cui aderiscono 15 cliniche che rispondono alle esigenze specifiche di donne che hanno subito Mgf.  
   
 

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