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Notiziario Marketpress di Giovedì 07 Marzo 2013
 
   
  PUGLIA: SIMBIOSI INDUSTRIALE PER RIDURRE IL CONSUMO DI RISORSE

 
   
  Bari, 7 marzo 2013 - Di seguito, una nota dell’assessore alla qualità dell’Ambiente, Lorenzo Nicastro: “Questa mattina ho avuto modo di partecipare al seminario per la presentazione di un lavoro di ricerca effettuato dalla Facoltà di Economia di Taranto. Il titolo - “Elaborazione di un modello di applicazione dei princìpi e degli strumenti dell´ecologia industriale ad un´area vasta” - nasconde una idea rivoluzionaria per una realtà come quella di Taranto che nell´ultimo anno, soprattutto, ha vissuto proprio in relazione al suo tessuto industriale, una sovraesposizione mediatica. Taranto e la sua area industriale, sono il paradigma di un atteggiamento predatorio dell´attività economica rispetto alle risorse, siano esse umane, ambientali o economiche. Il mito della crescita continua ha alimentato un tipo di industrializzazione del paese (e non solo dell´Italia) che oggi stride fortemente con le sensibilità ambientali maturate. (...) "E´ necessario un percorso di crescita culturale che, di pari passo con la maturata coscienza civica dei cittadini sui temi ambientali, anche il mondo dell´impresa deve intraprendere. La consapevolezza che quel modello aggressivo non è più sostenibile in un mondo le cui risorse sono limitate deve diventare il minimo comune denominatore per immaginare un futuro in cui le attività economiche siano sostenibili. Il concetto di Ecologia Industriale, che parrebbe antitetica per come abbiamo storicamente vissuto il rapporto con l´industria, diviene centrale. Eppure l´evoluzione in questo senso, almeno sul piano del sentire comune, ha fatto passi enormi in avanti: dalla Responsabilità Sociale d´impresa intesa “come volontaria integrazione delle preoccupazioni sociali” ad una sua riscrittura in senso meno “opzionale” come “responsabilità d´impresa rispetto al suo impatto sociale”. Oggi arriviamo a parlare di Ecologica Industriale dando per scontato che non sia più sufficiente immaginare l´industria (e le altre attività economiche) solo all´interno di un contesto normativo fatto di valori limite (emissioni) ed ecologiche ma intendendo come via obbligata un suo inserimento in un quadro di riferimento sostenibile. In questo percorso di sostenibilità l´idea di una Simbiosi Industriale rimanda all´industria come ad un organismo con un suo metabolismo; intendiamo quindi la simbiosi industriale come una rieducazione alimentare per curare un disturbo alimentare (rispetto alle risorse naturali) dell´industria. La bulimia industriale che continua a consumare territorio, divorare energia e assorbire risorse va curata. La simbiosi è un ragionamento di cooperazione in cui i cascami energetici delle grosse imprese divengono preziosi per le piccole, gli scarti di materia divengono materia prima a loro volta in un ciclo continuo dove tutto si trasforma e nulla si distrugge e, soprattutto, nulla va perso. Purtroppo non viviamo in un mondo ideale. Da anni mi si interroga sulle scelte della nostra Regione rispetto, ad esempio, alle politiche di “rifiuto zero”. Validissima teoria di riutilizzo massimizzato dei materiali e di valorizzazione economica di quello che oggi consideriamo immondizia: senza termovalorizzatori, senza discariche, solo differenziazione, recupero e riutilizzo. Gli studi, come quello di oggi, servono a rendere i sogni realizzabili o, quanto meno, a dar loro una concretezza. Ma per renderli realtà serve l´impegno di tutti, ciascuno per la propria competenza e per il proprio ruolo.”  
   
 

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