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Notiziario Marketpress di Mercoledì 28 Febbraio 2007
 
   
  LOTTA ALL’AIDS, I FONDI ETICI BOCCIANO L’INDUSTRIA FARMACEUTICA

 
   
   Vicenza, 28 febbraio 2007 - L’interfaith Center on Corporate Responsibility (Iccr), una coalizione Usa di 275 investitori responsabili che gestiscono fondi per 110 miliardi di dollari, ha dato i voti alle quindici maggiori imprese farmaceutiche sulle loro risposte alla crisi sanitaria dei paesi poveri, in particolare all’Aids che tocca 40 milioni di persone soprattutto in Africa. Risultato: bocciate, con poche sufficienze in qualche materia e molte insufficienze. Le imprese esaminate sono nove statunitensi (Pfizer, Johnson & Johnson, Abbott, Merck, Bristol-myers Squibb, Wyeth, Eli Lilly, Schering-plough, Gilead Sciences), due britanniche (Glaxosmithkline e Astrazeneca, che in realtà è anglo-svedese), due svizzere (Novartis e Hoffmann-la Roche), una francese (Sanofi-aventis) e una tedesca (Boehringer Ingelheim). La media complessiva di tutte le aziende su tutte le «materie» considerate è pari a 2,7 su 5, cioè meno della sufficienza. Intanto la Novartis ha intentato causa contro la nuova legge sui brevetti dell’India. Medici Senza Frontiere ha lanciato una petizione on line in cui chiede a Novartis di rinunciare alla causa e ha organizzato, insieme ad associazioni locali, manifestazioni davanti alle sedi Novartis in Europa e India. Novartis, la compagnia farmaceutica svizzera nata dall’aggregazione di Ciba Geigy e Sandoz che ha anche stabilimenti in Italia, tra cui quello di Rovereto (Trento) dove si producono farmaci «generici», ha presentato ricorso all’Alta corte di Chennai (Madras) contro la bocciatura della registrazione di un brevetto su un farmaco anti-cancro motivata dal fatto che si tratta della nuova forma di una sostanza già conosciuta. Grazie ad una legislazione attenta a non dare alle grandi imprese farmaceutiche indebiti monopoli sui brevetti, l’industria farmaceutica indiana ha giocato in questi anni un ruolo essenziale nella fornitura di farmaci generici di qualità a buon mercato, come le terapie anti-retrovirali contro l’Aids, ai paesi poveri. Gli azionisti di «Big Pharma» sono per oltre il 60% banche e fondi di investimento, anche italiani. Microfinanza si associa all’appello dell’Iccr ai fondi azionisti delle grandi imprese farmaceutiche perché nelle prossime assemblee societarie chiedano alle aziende di cambiare politica sull’accesso ai farmaci essenziali per i più poveri del mondo. La grande industria farmaceutica ha un giro d’affari di 400 miliardi di dollari e utili netti di bilancio di 50 miliardi di dollari l’anno. I principali azionisti sono investitori istituzionali. Tra essi non mancano gli operatori italiani, anche nelle loro linee «etiche». Eurizon (gruppo Intesa Sanpaolo) ha Novartis come secondo titolo del fondo azionario internazionale etico. Nord Est Fund (Casse rurali trentine e Bcc del Triveneto) investe nelle farmaceutiche il 14% dell’azionario globale. Etica sgr (Banca Etica) ha in portafoglio Bristol-myers Squibb, Johnson & Johnson, Sanofi-aventis. Www. Microfinanza. It .  
   
 

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