Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Lunedì 11 Marzo 2013
 
   
  SOCIETA’ ITALIANA DI PSICO-ONCOLOGIA L’IMPATTO DEI TRATTAMENTI ONCOLOGICI SULLA QUALITÀ DI VITA DEI PAZIENTI INDAGINE SUI PAZIENTI RAPPORTI DI SINTESI SUI RISULTATI DELLA RICERCA

 
   
  Roma, 11 marzo 2013 -  Con oltre 2,3 milioni di persone con una diagnosi di malattia oncologica nella loro vita, il tumore è a tutti gli effetti una patologia sociale di massa dagli effetti prolungati e con impatto rilevante, in primis sulle persone che ne sono colpite, non solo per via delle manifestazioni della malattia, ma anche relativamente alle conseguenze dei trattamenti atti a contrastarla. L’indagine L’impatto dei trattamenti oncologici sulla qualità di vita dei pazienti è stata promossa da Salute Donna onlus e la Società Italiana di Psico-oncologia e realizzata da Codres per valutare in modo dettagliato l’impatto dei trattamenti antitumorali sulla qualità di vita dei pazienti e sulle loro attività quotidiane, la frequenza d’uso delle terapie di supporto e le modalità di comunicazione tra oncologi e pazienti su questi aspetti determinanti per una buona qualità del percorso terapeutico. Il quadro che emerge dalla voce dei pazienti è chiaro: i trattamenti per le malattie oncologiche producono un sensibile peggioramento della condizione di salute e della qualità di vita, già deteriorata dal tumore; gli effetti collaterali più devastanti sono nausea e vomito e la stragrande percentuale di pazienti riceve per tali sintomi terapie di supporto; tuttavia, una buona parte continua a lamentare tali effetti collaterali e ciò può essere correlato alla somministrazione di terapie di contrasto non aderenti alle Linee guida internazionali. Come è noto, le terapie oncologiche sono quasi sempre associate a sintomi quali nausea e vomito, fatigue, perdita di capelli, anoressia e depressione. Alcuni di questi possono perdurare anche per molto tempo dopo la fine del trattamento. Accanto alle reazioni del corpo alla potenziale tossicità dei trattamenti, la malattia oncologica influenza anche il modo di sentire, di pensare e di fare le cose: affrontarla significa per la maggioranza delle persone anche uno shock emotivo intenso che sollecita tutti gli aspetti della vita e provoca una serie di disturbi dell´umore e del comportamento – ansia, depressione, perdita del desiderio sessuale, confusione mentale, etc. – che finiscono per debilitare ulteriormente il paziente. Raggiungere un’efficace gestione degli effetti collaterali provocati dai trattamenti antitumorali nell’organismo e porre la dovuta attenzione alla dimensione psicologica della persona che li riceve sono dunque obiettivi strategici primari, il cui raggiungimento è in grado di produrre positive ricadute anche su familiari e caregivers. Gli 855 pazienti oncologici che hanno partecipato alla rilevazione compilando un questionario face to face hanno fornito un quadro informativo puntuale sugli effetti dei trattamenti, come l’impatto sulla loro qualità di vita e dunque sulle sfere più importanti del loro vissuto – affetti, sessualità, lavoro. La ricerca ha inoltre gettato luce sugli aspetti comunicativi della relazione medico-paziente, con particolare riferimento al grado d’informazione ricevuta dall’oncologo sia sugli effetti della malattia sia sulle terapie di supporto finalizzate a contrastarli. Principali risultati della ricerca - Impatto delle terapie oncologiche sulla qualità di vita - Circa il 45% dei pazienti oggetto di analisi dichiara che la chemioterapia ha avuto un peso determinante sul livello della propria qualità della vita (per il 17,7% e per il 27,4% l’incidenza degli effetti collaterali indotti dalla chemioterapia sulla qualità della vita è stata rispettivamente molto elevata o elevata). Per circa il 30% del totale dei casi le ricadute della chemioterapia sono state abbastanza elevate, mentre per appena il 20% e per il 4% il grado di incidenza della chemioterapia sulla qualità della vita è stato poco elevato o non ha prodotto alcun effetto. Tipologia degli effetti collaterali più diffusi - L’insieme dei sintomi nausea e vomito rappresentano il principale effetto collaterale della chemioterapia accusato dai pazienti (65,3%). Seguono la fatigue (stanchezza, dolori alle gambe, difficoltà di respirazione, insonnia, difficoltà di concentrarsi, ansia, depressione ecc.) e le manifestazioni di alopecia, rispettivamente nel 45% e 35% dell’insieme dei pazienti presi in considerazione. Poco più del 20% ha accusato disturbi causati ad alterazione del gusto. Quote oscillanti ciascuna attorno al 10% del totale dei casi hanno sofferto di stipsi, diarrea e inappetenza. Impatto sulle attività quotidiane e sulla vita affettiva e sessuale - La chemioterapia condiziona in modo rilevante la normale gestione delle attività domestiche (61,6%), l’attività lavorativa (63,9%) e la vita sessuale (63,7%); rispetto a questa sfera vitale, solo il 6,3% dei medici curanti ha preso l’iniziativa di parlare spontaneamente con i propri pazienti; inoltre, il 45% delle persone in trattamento incontra difficoltà ad occuparsi dei propri figli con la dovuta attenzione e serenità. Circa il 35% del totale del campione afferma che la malattia ha comportato una lunga sospensione dell’attività sessuale; una quota di dimensioni analoghe non ha invece registrato alcun effetto negativo; quasi il 30% dei pazienti ha visto alterata la propria vita sessuale esclusivamente nei periodi in cui si è sottoposto a trattamenti chemioterapici. Per circa i 2/3 del totale di casi la malattia ha costituito un fattore di turbamento della regolare attività sessuale. La comunicazione con gli oncologi - Per circa il 40% dei casi analizzati le modalità con cui vengono fornite le informazioni sono risultate molto adeguate, in quanto sono riuscite a illustrare i problemi e le possibili soluzioni, svolgendo nel medesimo tempo opera di sostegno sul piano personale e psicologico. Quasi il 50% ritiene che gli oncologi abbiano fornito informazioni adeguate, dando anche consigli utili ai pazienti. Solo circa il 10% si è dichiarato insoddisfatto per l’inadeguatezza delle informazioni ricevute. Rispetto agli effetti collaterali, nausea e vomito (rispettivamente 65,6% e 51%) sono le tipologie di sintomi maggiormente descritte dagli oncologi, le cui modalità di comunicazione sono state valutate adeguate o molto adeguate dall’88,7% del campione. Le terapie di supporto - Nella grande maggioranza dei casi (il 91,8% del totale) gli oncologi hanno prescritto ai pazienti terapie di supporto per ridurre alcuni degli effetti collaterali più frequenti della chemioterapia, cioè nausea e vomito (grafico 5). Le propensioni più accentuate verso la prescrizione di terapie di contrasto agli effetti indotti dalla chemioterapia paiono registrarsi nella cura dei pazienti più giovani. Le terapie di supporto vengono previste in tutti i cicli della chemioterapia nel 50% circa dei casi e nel 32% vengono utilizzate solo per alcuni cicli. Una quota pari a circa il 15% del totale, infine, non ha mai seguito terapie di supporto. L’informazione sugli aspetti sessuali - Per contenere l’impatto che la chemioterapia può esercitare sulla vita sessuale è necessario che i pazienti siano adeguatamente informati prima dell’inizio del trattamento: da questo punto di vista risulta ancora una volta di primaria importanza il ruolo assunto dagli oncologi nello svolgere un’attività collaterale di informazione e sostegno su temi estremamente delicati, in grado di incidere profondamente sullo stato d’animo e sulla qualità della vita dei malati. Dai risultati dell’indagine emerge che solo nel 20% dei casi circa è stato affrontato l’argomento, mentre quattro pazienti su cinque non ha ricevuto informazioni sul possibile impatto della chemioterapia sulla vita sessuale. Conclusioni - Da questi risultati è possibile trarre una serie di riflessioni e indicazioni specifiche. Il controllo della nausea e del vomito, insieme a quello del dolore, è stato uno degli obiettivi principali degli oncologi negli ultimi 20 anni e i notevoli progressi registrati nelle terapie farmacologiche a disposizione, codificate dalle Linee guida nazionali e internazionali, hanno consentito un notevole miglioramento del controllo di questi sintomi e, conseguentemente, della qualità della vita dei pazienti oncologici. Tuttavia, la ricerca evidenzia che, a fronte di più del 90% di pazienti cui viene prescritto una terapia di supporto, più del 65% continua a soffrire di nausea e vomito, i sintomi che, come abbiamo visto, nel loro complesso sono percepiti come i più disabilitanti in assoluto. Ciò lascia pensare che non sempre siano prescritti i farmaci antiemetici indicati dalle specifiche Linee guida. I risultati di un recentissimo studio prospettico (Peer, Pan European Emesis Registry) che ha dimostrato che le terapie di contrasto dell’emesi aderenti alle Linee guida hanno un’efficacia superiore rispetto a quelle non aderenti, sembrano essere coerenti con questa interpretazione.  
   
 

<<BACK