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Notiziario Marketpress di Mercoledì 13 Marzo 2013
 
   
  BASILICATA: TRA I 170 E I 175MILA LUCANI A RISCHIO POVERTÀ LO SOTTOLINEA IL VICEPRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE COMMENTANDO IL RAPPORTO ISTAT E CNEL

 
   
  Potenza, 13 marzo 2013 - “Se la crisi nel Paese complessivamente sta mostrando tutti i limiti del sistema di welfare, secondo il rapporto dell’Istat e del Cnel, tra i 170 e i 175 mila lucani sono ‘a rischio povertà’ e tra i 130 e i 132 mila lucani ‘vivono in famiglie con grave deprivazione materiale’. Sono dati che richiedono una riflessione non formale e che avvertono che la famiglia non riesce più a svolgere il ruolo di ammortizzatore sociale a difesa dei più deboli: minori, giovani e anziani”. E’ quanto sostiene il vicepresidente del Consiglio regionale, Franco Mattia (Pdl), sottolineando che “tra 2009 e 2011 la situazione si è deteriorata: la percentuale di persone che vivono in famiglie con grave deprivazione materiale in Basilicata è cresciuta dal 9,4% del 2009 al 24% del 2011 e la percentuale di persone a rischio di povertà è passata dal 25,5% del 2010 al 31,7% del 2011. Tutto ciò mentre la disuguaglianza del reddito (il rapporto tra il reddito posseduto dal 20% più ricco della popolazione e il 20% più povero) è salita. Ancora, il 9,5% degli uomini e il 10,5% delle donne della popolazione regionale vivono in famiglie dove nessun componente lavora o percepisce una pensione”. “Credo che limitarsi a discutere di riforma del Programma Copes (Cittadinanza Solidale) e quindi della proroga di qualche mese decisa dalla Giunta regionale a favore di 2.200 cittadini – continua Mattia – sia fortemente riduttivo specie alla luce del quadro tracciato dall’Istat e dal Cnel sull’indicatore definito di benessere sociale. Basti pensare che le persone che vivono nella nostra regione in situazioni di sovraffollamento abitativo, in abitazioni prive di alcuni servizi e con problemi strutturali, al 2011, è pari al 7,5%. Il nostro si caratterizza dunque come un Paese attraversato da ‘forti disuguaglianze sociali’ e incapace di offrire a tutti i giovani la possibilità di ‘un´istruzione adeguata’, dove ai forti divari territoriali si accompagnano sfiducia verso gli altri, aumento della povertà e qualità del lavoro in peggioramento per via della crisi”. “Risposte alle esigenze di vita quotidiana delle nostre popolazioni –conclude – sono perciò ancora più urgenti e necessarie”.  
   
 

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