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Notiziario Marketpress di Mercoledì 28 Febbraio 2007
 
   
  DITTE MEDITERRANEE AL FEMMINILE IN ITALIA SOLO OTTO SU CENTO

 
   
  Milano, 28 febbraio 2007 - Italia meta lavorativa più degli uomini che delle donne del Mediterraneo: solo otto donne contro cento uomini dell’area aprono un’impresa nel Paese. Sono oltre quattromila e settecento le ditte femminili in Italia con una titolare che proviene dai Paesi del Mediterraneo, oltre una ditta su dieci con titolare extracomunitaria. In forte crescita: + 134% in cinque anni, più delle imprese femminili aperte da extracomunitarie includendo tutti i Paesi (+88%). Anche nell’ultimo anno il trend positivo continua: + 16,9%. Per regione: prima la Lombardia con oltre settecento ditte di donne mediterranee, forte anche il Piemonte con 617. Per nazionalità, decisamente più attive le marocchine con oltre tremila ditte attive. Per provincia, più impegnate a Roma le donne mediterranee imprenditrici (446 ditte), poi a Torino (403) e a Milano (386). Rispetto ai connazionali, più impegnate le libiche: una ditta su cinque con titolare libico in Italia è femminile. Per settore, al primo posto il commercio con quasi tremila ditte e i trasporti con oltre quattrocento. Ma la specializzazione femminile delle ditte mediterranee va ai trasporti: una titolare extracomunitaria su quattro in Italia è mediterranea. Più attive nelle imprese le donne tra i trenta e i cinquant’anni (56% di tutte le ditte femminili con titolare del Mediterraneo). Poi le più giovani, con meno di trent’anni (23%), infine le ultra cinquantenni (19%). Emerge da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano sui dati del registro delle imprese per l’anno 2006 in confronto con il 2005 e il 2001. “La piccola impresa - ha dichiarato Gianna Martinengo, presidente del Comitato per la Promozione dell’Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Milano - si dimostra una via tutta italiana all’integrazione e all’emancipazione femminile. Un percorso esigente che obbliga l’immigrato a rapportarsi con i clienti, i fornitori, le istituzioni, il sistema bancario, ma che lo rende protagonista della vita del territorio. Il modello della piccola impresa può essere esportato anche nel sud del Mediterraneo dove, grazie ai fili tenui ma fitti dell’economia diffusa, può contribuire a integrare un’area che racchiude le grandi contraddizioni del nostro tempo”. .  
   
 

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