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Notiziario Marketpress di Lunedì 18 Marzo 2013
 
   
  PROVINCE, LA PROPOSTA PUBBLICATA SUL SITO DEL PARTITO DEMOCRATICO FRA I PUNTI PER LA DEMOCRAZIA, MORALITÀ E TRASPARENZA DELLA VITA PUBBLICA "TOGLIERE LE PROVINCE DALLA COSTITUZIONE E PROMUOVERE UNIONI E CONSORZI TRA COMUNI" E "RIDURRE IL NUMERO DEI COMUNI"

 
   
   Firenze, 18 marzo 2013 - Sono state pubblicate il 17 marzo sul sito del partito democratico le proposte di quel partito per la Democrazia, moralità e trasparenza della vita pubblica. Fra i punti "togliere le province dalla Costituzione e promuovere unioni e consorzi tra Comuni" e "ridurre il numero dei Comuni". Questi i passaggi generali delle proposte e quelli che investono gli aspetti d´interesse degli enti locali: - Superamento del finanziamento pubblico prevedendo un sistema di piccole contribuzioni private assistite da parziali detrazioni fiscali. - Riforma dei partiti che applichi l’articolo 49 della Costituzione e che ne regoli la vita interna, la formazione degli organismi dirigenti, i codici etici, la trasparenza per l’accesso alle candidature. - Riduzione del numero dei parlamentari: da 630 a 300 deputati, da 315 a 150 senatori. Il Senato diventa Senato delle Regioni. - Stipendio dei parlamentari e degli amministratori regionali equiparato a quello di un Sindaco di capoluogo di Provincia - Togliere le province dalla Costituzione e promuovere unioni e consorzi tra Comuni. - Ridurre il numero dei Comuni. - Tetto all´indennità dei dirigenti pubblici e delle società pubbliche. Meno burocrazia più semplicità - Revisione e semplificazione dei centri di competenza tra Stato e Regioni anche in considerazione della trasformazione del Senato delle Regioni. - Regole per la produzione normativa del Governo in modo da garantire la qualità la comprensione e la semplicità dei testi. - Forme di consultazione pubblica sui più importanti disegni di legge di iniziativa governativa. - Semplificazione delle leggi regionali. Responsabilità e trasparenza dei pubblici poteri - Obbligo di pubblicità totale per i titolari di funzioni apicali presso i ministeri e per tutti coloro che nelle diverse amministrazioni pubbliche abbiano funzione rilevante. Severe sanzioni per i dirigenti responsabili che omettono di pubblicare le informazioni previste dalla legge. - L’obbligo di pubblicità riguarda sia l’attività svolta sia l’uso delle risorse finanziarie di cui devono essere presentati i dati con modalità semplificate ed effettivamente intellegibili. - Ciascuna amministrazione centrale o periferica deve rendere effettivamente intellegibile l’utilizzo delle risorse pubbliche. Costi Della Politica E Della Burocrazia: Stipendio Parlamentare E Degli Amministratori Regionali Pari Al Sindaco Capoluogo. Disboscamento Società Ed Enti Partecipate. Rivistazione Dei Benefit Delle Cariche Istituzionali A Ogni Livello Occorre intervenire in parte con legge costituzionale e in parte con legge ordinaria (decreto legge). Alcuni interventi con legge costituzionale sono semplici e rapidamente attuabili se si raggiunge il necessario consenso politico e dunque la maggioranza qualificata richiesta per le leggi costituzionali. In particolare è possibile: 1) Abolire le Province dalla Costituzione. 2) Ridurre il numero dei Comuni; i Comuni italiani sono attualmente 8.092, di cui oltre 3.000 con meno di cinquemila abitanti; ogni tentativo fatto con legge ordinaria per incentivare la fusione di Comuni è sinora fallito; si può fissare in Costituzione un numero massimo di Comuni fissando un procedimento imperativo per la fusione o incorporazione dei Comuni minori. 3) Quanto agli interventi con legge ordinaria essi attengono alla riduzione del trattamento economico dei parlamentari e dei consiglieri regionali, dei titolari di cariche di governo, dei membri delle Autorità indipendenti, dei Presidenti degli enti pubblici, della dirigenza pubblica, del personale delle Camere, degli amministratori e dirigenti delle società pubbliche, ivi comprese le quotate, nonché sul trattamento economico dei consulenti degli organi costituzionali. Si può razionalizzare e portare a ulteriore sviluppo il percorso già avviato durante la pregressa legislatura, che ha fissato un tetto massimo dei trattamenti economici erogati da pubbliche amministrazioni, con il parametro dello stipendio annuo lordo onnicomprensivo del primo presidente della Corte di cassazione (attualmente circa 302.000 euro), escludendone però le società pubbliche quotate in borsa. Esemplificando in generale, la legge potrebbe stabilire che il trattamento annuo lordo onnicomprensivo del parlamentare non sia superiore al 50%-60% del trattamento complessivo annuo lordo del primo presidente della Corte di cassazione, fissando un importo netto comparabile con quello di un sindaco di un comune capoluogo. 4) Per quanto riguarda i compensi per incarichi professionali (conferiti in ambito ministeriale, etc.), va razionalizzato il sistema introdotto dal Governo Monti, vale a dire il tetto del 25% rispetto allo stipendio base del percettore. Infatti a legislazione vigente tale tetto riguarda solo gli incarichi direttivi, e solo presso amministrazioni statali (dunque non tocca gli incarichi di consigliere giuridico presso ministeri, o gli incarichi di capo di gabinetto o consigliere giuridico presso enti non statali); il sistema va generalizzato. Tutte le misure dei trattamenti economici sono da intendere come tetti massimi e dunque non comportano incrementi dei trattamenti in godimento. Altre misure per la riduzione dei costi della burocrazia non afferiscono ai trattamenti economici e sono le seguenti: a) possibile riduzione del numero massimo vigente dei componenti del governo (oggi 65); b) interventi sulle società pubbliche, quanto: (i) al controllo interno di gestione; (ii) all’assoggettamento dei dipendenti allo statuto del pubblico impiego (t.U. N. 165/2001), ivi compreso il reclutamento mediante concorso pubblico; (iii) alla previsione di criteri concorsuali, trasparenti, e secondo requisiti di professionalità, per la nomina degli amministratori; (iv) all’impulso per l’attuazione delle riforme già approvate, per la liquidazione delle società pubbliche inutili; (v) se del caso, ma il tema richiede approfondimento, rigorosa delimitazione con legge della possibilità di utilizzo del modello società mista pubblico-privato, che è spesso fonte di inefficienze e fenomeni corruttivi, e di sottrazione di quote di mercato alla concorrenza. C) intervento soppressivo di enti locali diversi dai Comuni, quali le comunità montane.  
   
 

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