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Notiziario Marketpress di Mercoledì 20 Marzo 2013
 
   
  UN SORRISO SANO GIÀ DA PICCOLI

 
   
  Sono stati presentati a Milano i risultati del più completo studio italiano sull’utilizzo del chewing gum contenente xilitolo come strumento integrativo per la prevenzione dalla carie. Lo studio è stato realizzato dall’Università degli Studi di Milano con il proprio Centro di Collaborazione Oms per l’Epidemiologia e l’Odontoiatria di Comunità e l’Istituto di Clinica Odontoiatrica dell’Università degli Studi di Sassari, con il parziale supporto di Perfetti Van Melle, che ha fornito il sostegno all’iniziativa nell’ambito del proprio impegno per la ricerca scientifica. Lo studio presentato da Laura Strohmenger - Professore Ordinario presso l’Università degli Studi Milano e Coordinatore del Progetto Ministeriale Sperimentazione territoriale di un programma integrato di oral health - è durato complessivamente due anni e mezzo e si è concluso nel 2011. I primi risultati dello studio sono stati pubblicati su Caries Research nel 2009 mentre i risultati conclusivi sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Clinical Oral Investigation nel 2012. La divulgazione dei risultati dello studio sono stati preceduti dall’intervento del dr. Fabrizio Oleari, Capo del Dipartimento della sanità pubblica e dell’innovazione del Ministero della Salute, che si è soffermato sulla descrizione analitica della situazione dell’odontoiatria in Italia ed in altri paesi europei. La diffusione della cultura della prevenzione e la promozione di idonee e scientificamente provate misure di prevenzione tradizionale/integrativa sono stati gli argomenti presi in considerazione dal dr. Michele Nardone, Dirigente Medico del Dipartimento della sanità pubblica e dell’innovazione del Ministero della Salute che ha disegnato il quadro epidemiologico nel nostro Paese delle malattie più tipiche del cavo orale: carie, malattia parodontale, edentulismo, cancro della bocca. In relazione alla malattia cariosa, i dati in possesso evidenziano che a 4 anni di età il 20,61% degli individui presenta lesioni cariose in atto; a 12 anni, il 43,99% dei soggetti è affetto da carie, con un aumento della stessa al crescere dell’età. Tutto ciò conferma il dato secondo il quale tale malattia rappresenta la patologia cronica più frequente specie nei paesi a più elevato reddito, come l’Italia, concentrandosi particolarmente nelle fasce più “deboli” della popolazione. La prof.Ssa Laura Strohmenger ha argomentato in merito allo xilitolo che è un edulcorante di origine vegetale utilizzato nel chewing gum come sostituto dello zucchero. Questo ingrediente fa parte della famiglia dei polialcoli, sostanze non cariogene che hanno la peculiarità di non essere fermentate dai batteri del cavo orale e, quindi, di non consentire la formazione degli acidi che corrodono lo smalto. A differenza degli altri polialcoli, lo xilitolo è considerato anche cario-protettivo perché svolge un’azione specifica contro gli streptococchi del gruppo mutans, batteri collegati allo sviluppo della carie. Lo studio è stato condotto su bambini di età compresa fra i 7 e 9 anni iscritti alle scuole elementari di Sassari. 176 bambini, risultati selezionati come ad alto rischio di carie e con elevata concentrazione di mutans streptococchi, sono stati divisi in due gruppi: i bambini del primo (gruppo xilitolo) hanno masticato chewing gum senza zucchero contenenti xilitolo, mentre quelli del secondo (gruppo controllo) hanno masticato chewing gum senza zucchero non contenenti xilitolo. L’introduzione del chewing gum in entrambi i gruppi è stata in aggiunta alle pratiche fondamentali di igiene orale, cioè l’uso di spazzolino e dentifricio, senza il cambiamento di stili alimentari. La somministrazione controllata di chewing gum è durata 6 mesi, durante i quali i bambini del primo gruppo hanno assunto circa 11g di xilitolo al giorno. Alla fine del periodo di masticazione, i bambini del gruppo xilitolo avevano meno streptococchi nella saliva e una placca con minore capacità di generare acidi. Dopo due anni, un tempo sufficiente per lo sviluppo di carie, è stato deciso di richiamare i bambini per una visita di controllo finale. Durante la visita finale è stata valutata la progressione delle carie, che sono state quantificate e classificate in base alla gravità. Le carie chiamate “a livello D1-d2”, che interessano solo lo smalto, sono state identificate e raggruppate come carie dello smalto. Le carie “a livello D3”, che interessano anche la dentina, sono state identificate come lesioni cariose. I risultati sono stati i seguenti: - nel gruppo controllo, il 16,66% dei bambini aveva nuove carie dello smalto, mentre per il gruppo xilitolo questo valore era del 2,86%; - il 10,26% dei bambini del gruppo di controllo aveva nuove lesioni cariose, nel gruppo xilitolo, invece, l’incremento è stato dell’1,43%. È quindi evidente che i bambini del gruppo xilitolo hanno avuto molte meno carie, rispetto al gruppo controllo, sia a livello di smalto, che a livello di dentina. Questi risultati hanno permesso di evidenziare un dato importante: una riduzione di rischio relativo di contrarre nuove carie pari all’82% per il gruppo xilitolo rispetto al gruppo controllo  
   
 

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