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Notiziario Marketpress di Lunedì 25 Marzo 2013
 
   
  2012, ECONOMIA IN GRIGIO PER LA PROVINCIA DI FORLÌ-CESENA

 
   
  Forlì-Cesena, 25 marzo 2013 - Pesanti e perduranti difficoltà connotano la situazione economica locale, riflesso della crisi più ampia che investe non solo il nostro Paese, ma si allarga a tanti Paesi del mondo. I dati raccolti evidenziano diffuse criticità che interessano tutti i settori economici e, seppure in misura diversa, tutte le tipologie di imprese accomunate da gravi problemi, fra i quali la forte pressione fiscale, l’accesso al credito sempre più problematico, il forte calo della redditività, che risulta progressivamente erosa dall’aumento dei costi, dal contemporaneo calo dei volumi d’affari e delle vendite. Questa è la situazione messa in evidenza dal “Rapporto sull’Economia della provincia di Forlì-cesena nel 2012” realizzato dalla Camera di Commercio in collaborazione con Unioncamere Emilia-romagna. Il Rapporto, che sarà disponibile anche on-line sul sito dell’Ente camerale, è stato presentato ufficialmente mercoledì 20 marzo da Alberto Zambianchi, Presidente della Camera di Commercio, Guido Caselli, Direttore dell’Area Studi e Ricerche di Unioncamere Emilia-romagna, Stefano Zamagni, Professore ordinario di Economia dell’Università di Bologna e Professore aggiunto di Economia Internazionale alla Johns Hopkins University. I relatori nei loro interventi hanno affrontato varie problematiche: in particolare Alberto Zambianchi, coadiuvato dal Segretario Generale, Antonio Nannini, ha illustrato i principali indicatori provinciali alla luce anche delle dinamiche e delle prospettive; Guido Caselli ha contribuito a completare il quadro con riflessioni sulla competitività delle imprese della nostra provincia in questo particolare momento; Stefano Zamagni è intervenuto con considerazioni che, partendo dall’analisi della situazione presente, hanno messo in luce il complesso di relazioni tra imprese, società civile e territorio, possibile “motore dello sviluppo” locale. Al termine delle relazioni è stato proiettato un breve filmato, anteprima di una iniziativa che si svolgerà il 23 aprile prossimo, dal titolo “2013 l’impresa di esserci: quando vincono le idee”, voluta dalla Giunta camerale con la finalità di valorizzare e far condividere le “best practices” poste in atto da alcune aziende, - che si sono dimostrate competitive anche in questa situazione di crisi - segnalate dalle Associazioni di Categoria. “Una situazione molto difficile appare evidente dalle analisi sviluppate nel Rapporto economico 2012 - dichiara Alberto Zambianchi, Presidente della Camera di Commercio di Forlì-cesena – ogni settore purtroppo presenta indicatori negativi: dall’agricoltura, che non riesce a garantire livelli di redditività soddisfacenti, al manifatturiero, dove non si attenua la spirale recessiva, dal comparto delle costruzioni, in gravissime difficoltà, al commercio, in cui si registrano le flessioni più intense degli ultimi dieci anni. E infine, anche il settore turistico, che da sempre contribuiva alle performance positive del mix economico provinciale, ha evidenziato un calo consistente. Forte la diminuzione della redditività, progressivamente erosa da aumento dei costi, crescente pressione fiscale e calo dei volumi d´affari. A fronte di questo stato di cose, l’impegno profuso dalla Camera per sostenere il nostro tessuto imprenditoriale si è intensificato, sia con azioni strutturali, sia con azioni congiunturali, definite attraverso il coinvolgimento delle Associazioni di Categoria e degli stakeholder. Continueremo, inoltre, a intervenire sulle criticità più acute: sostegno al “credito” attraverso i Confidi; “infrastrutturazione” del territorio, a partire da ciò che riesce a renderlo più competitivo ed attrattivo; ampliamento dei processi di “internazionalizzazione”. Ma occorre fare di più, infatti è facile prevedere che purtroppo nei prossimi mesi le difficoltà diventeranno ancora più acute e che la tendenza, ormai strutturale, di contenimento della spesa pubblica renderà il nostro sistema di welfare sempre meno inclusivo. Dovremo quindi affrontare problemi nuovi, almeno per le dimensioni con cui si presenteranno e per le soluzioni percorribili. Nuove iniziative mirate a creare occupazione e benessere per la collettività andranno ricercate “insieme”. L’esperienza ci insegna che anche problemi difficili e complessi, come quelli che ci aspettano, possono essere affrontati e superati a condizione di un rinnovato impegno nella coesione e nella solidarietà. Per questo mi rivolgo alle Istituzioni, alle Fondazioni delle Casse dei Risparmi, a tutte le Banche, ai Sindacati ed alle Associazioni degli Imprenditori, ripetendo un invito, urgente e improcrastinabile: lavoriamo tutti insieme per individuare ed attivare nuovi modelli di sviluppo fondati su valori etici condivisi e imprescindibili e per rinnovare nel nostro Territorio prospettive di crescita e di benessere diffuso”. “Una metafora, – dice Guido Caselli - molto utilizzata di questi tempi per raccontare la difficile fase che stiamo attraversando, è quella del tunnel. Da un lato vi sono gli ottimisti, quelli che cominciano a intravedere la luce che annuncia l’approssimarsi della fine della galleria. Dall’altra parte si schierano i pessimisti, anch’essi intravedono la luce ma ci avvertono che non è quella dell’uscita, bensì quella di un treno che sta arrivando in senso contrario. Infine, vi sono altri che non vedono alcuna luce e ci dicono che dobbiamo prepararci ad arredare il tunnel perché ci resteremo dentro ancora a lungo. Credo siano vere tutte e tre le cose. È però altrettanto vero che vi sono imprese che dal tunnel sono già uscite, altre che non vi sono mai entrate e continuano a creare ricchezza e occupazione. Fuori dal tunnel vi sono le imprese che si rivolgono ai mercati internazionali. Se si esce dai confini nazionali si scopre che c’è un mondo che continua a crescere e a offrire opportunità. Fuori dal tunnel si trovano le imprese che creano nuova occupazione. Fuori dal tunnel vi sono le imprese resilienti, quelle che hanno saputo adattarsi ai cambiamenti investendo innanzitutto sulla propria struttura organizzativa e, in particolare, sulle persone, sia in termini di formazione che di benessere sul posto di lavoro. Allora, qual è il filo rosso che unisce chi si trova fuori dal tunnel? Prima di tutto la costruzione di un forte sistema relazionale all’interno dell’impresa e con la comunità di appartenenza e poi il fatto che in questo percorso di costruzione del sistema relazionale le imprese vanno accompagnate da tutto il territorio. Perché come comunità ne veniamo fuori solo se ne escono le nostre imprese. E le nostre imprese possono uscirne solo se la comunità riprende il suo cammino di benessere diffuso.” Rapporto sull’economia della provincia 2012: l’andamento dei settori in sintesi Il 2012 è stato un altro anno di recessione per l’economia, non solo della nostra provincia, ma anche della nostra Regione e del Paese. Dopo cinque anni di crisi con fasi di diversa intensità, l’economia mondiale si sta nuovamente indebolendo e c’è il rischio di un’ulteriore forte contrazione. L’economia degli Stati Uniti sta crescendo con ritmi al di sotto delle aspettative. Una nuova recessione è in corso nell’Area Euro e il suo impatto ha causato un forte rallentamento in molti Paesi emergenti. L’europa fatica ad individuare e porre in atto iniziative che riavviino la crescita. L’italia ha risentito in misura particolarmente accentuata dell’evoluzione negativa dell’economia globale e delle turbolenze sui mercati. Nonostante la sostanziale solidità del sistema bancario e il ridotto livello di indebitamento delle famiglie, il nostro Paese è stato investito dalla crisi con particolare intensità a causa dell’elevato debito pubblico, della forte dipendenza dall’andamento del commercio internazionale e a causa delle deboli prospettive di crescita nel medio termine. Le previsioni sono orientate al proseguimento della fase di contrazione dell’economia che continuerà, anche nel 2013, a condizionare negativamente i livelli occupazionali. Dall’esame dei dati, a livello locale, si rileva che la struttura imprenditoriale nella provincia di Forlì-cesena presenta 39.763 imprese attive (variazione al 31/12/2012, rispetto al 2011 con esclusione dell’agricoltura, -1,4% in provincia, -0,8% in regione, -0,4% in Italia), di cui 8.703 sono imprese “femminili” (-0,6%) e 2.705 (+2,8%) con titolari stranieri. Sono 9,8 gli abitanti per ogni impresa attiva (10,2 in Regione e 11,3 in Italia). Stabili, rispetto al 2011 e con valori al netto dell’agricoltura, le società di capitale (0,0%). In calo le imprese individuali (-2,2%) e le società di persone (-1,3%). In agricoltura continua il calo generalizzato del numero delle imprese (-2,8%), calo in atto da diversi anni; La Produzione Lorda Vendibile provinciale, pari a 667 milioni di euro nel 2012, rispetto all’anno precedente ha evidenziato una crescita complessiva del + 12,6%, anche se, in termini reali, il valore della produzione agricola è inferiore rispetto a 16 anni fa (-9,5%); criticità nei comparti delle coltivazioni erbacee, (nonostante la buona performance dei cereali) e in quello delle coltivazione legnose (con particolare riferimento alla frutta, pesche soprattutto); in ripresa quello zootecnico, soprattutto relativo alle produzioni avicole e delle uova. Per l’industria manifatturiera a livello locale, che conta 3.869 imprese attive (-3,2% rispetto al 2011), il 2012 ha portato a risultati molto deludenti, con indici negativi negli ultimi cinque trimestri. Le previsioni per il primo trimestre 2013 sono pessimistiche. Rispetto al 2011, quando tutti i settori avevano ridotto i tassi di crescita, nel 2012 quasi tutti i comparti hanno evidenziato una decrescita. Andamento negativo per l’edilizia, dove continuano a calare le imprese attive (-3,4%) e in cui è in forte calo l’occupazione, la domanda e la produzione, mentre crescono le difficoltà finanziarie. Dai dati delle Casse Edili risulta, fra gli altri cali, una flessione notevole delle ore lavorate: -12,2%. Un altro anno molto difficile anche per il commercio, (le imprese attive sono 8.595, -1,5% rispetto al 2011) comparto che soffre per il protrarsi del calo dei consumi dovuto alla crisi: a livello provinciale, nel Iv trimestre 2012, le vendite sono in calo del 10,5% (-14,9% n ella piccola distribuzione). La contrazione delle vendite, in atto anche nelle Gdo, l’aumento dei costi e la diffusa mancanza di liquidità determinano la caduta generalizzata della redditività che compromette la tenuta stessa della base imprenditoriale. Il movimento commerciale con l’estero nel 2012 ha fatto rilevare, rispetto al 2011, un aumento delle esportazioni pari al +3,1% (Emilia-romagna +3,1% e Italia +3,7%). Le importazioni sono calate in tutti i livelli territoriali: -8,8% in provincia, -5,4% in Emilia-romagna e -5,6% in Italia. Calzature, macchinari, prodotti per l’agricoltura e prodotti alimentari sono i più esportati, mentre le principali destinazioni sono l’Unione Europea, l’Europa extra Ue e l’Asia Orientale; in forte crescita le esportazioni in Medio Oriente e America Settentrionale. Negativo, nel complesso, anche l’andamento turistico, con arrivi e presenze in diminuzione (rispettivamente -6% e -7,4%); flessione delle presenze straniere (-1,4%). Nel 2012 sono in calo i comparti marittimo, termale e città d’arte; turismo “ambientale” in crescita nelle località dell’Appennino forlivese e cesenate. Trasporti in forte discesa (calano del 3,2% le imprese attive), con criticità specifiche, tra cui concorrenza sleale e con vettori esteri, appalti dei servizi di trasporto al massimo ribasso. Il credito rappresenta senza dubbio un elemento cruciale per lo sviluppo della nostra economia: la raccolta bancaria è in crescita, +8,3%, il rapporto “depositi per abitante” è di 20.886 euro, contro i 23.357 dell’Emilia-romagna, in linea però con l’Italia, euro 20.534. Calo netto degli impieghi “vivi” delle imprese (-4,8% in imprese fino a 19 addetti, e -2,6% in imprese da 20 addetti e oltre), soprattutto nel comparto delle costruzioni (-4,6%). Le imprese artigiane attive (13.315) risultano in calo (-2,6%) al 31/12/2012, rispetto ad analogo periodo 2011. Tutti i settori del sistema artigianale soffrono, per l’aggravarsi delle problematiche soprattutto in edilizia e trasporti; difficoltà, in generale, per le imprese che lavorano in conto terzi. Si riscontra, come già negli anni passati, una buona capacità di reazione da parte della cooperazione (543 imprese attive;+2,3% rispetto al 2011) che ha continuato a far leva sui propri fattori distintivi, come lo spirito solidaristico. Le criticità maggiori si riscontrano nelle aree cultura, servizi, sociale, edilizia, autotrasporti. Le cooperative sociali sono 94, 4 in meno rispetto al 2011, segno di difficoltà per un settore che è punto di riferimento per il welfare locale. La dinamica occupazionale registra un tasso di occupazione, nel 2012 (media dei primi tre trimestri), pari a 66,3%, leggermente inferiore a quello regionale (67,7%), ma superiore a quello nazionale (56,8%). Il tasso di disoccupazione è invece pari a 7,4%, per maschi e femmine, tasso più alto rispetto alla media regionale (6,7%), ma inferiore a quello nazionale (10,4%) e che, a livello provinciale, ha coinvolto pesantemente la componente femminile (9,9%). Da notare che prosegue l’aumento sostenuto (+11,2%) dei disoccupati, rilevato dai Centri per l’Impiego (+15,2% uomini, +8,3% donne). Gli iscritti nelle liste di mobilità a fine anno sono risultati in aumento del 23% rispetto al 2011. Riguardo alle misure di integrazione salariale, la Cig ordinaria è in aumento del 69,3%, quella straordinaria del +6,3%, quella in deroga è diminuita del 4,5%. Gli ultimi scenari di previsione disponibili, delineati da Prometeia e Unioncamere Emilia-romagna e riferiti a febbraio 2013, stimano una flessione del valore aggiunto, nell’anno corrente per Forlì-cesena, dello 0,7%, leggermente maggiore rispetto alla regione (-0,5%) e rispetto all’Italia (-0,6%). Per il 2013 è prevista una riduzione del Prodotto Interno Lordo italiano pari a -0,6%, rispetto all’anno precedente, (Ue27 +0,2%, Germania +0,4%, Mondo +3,4%).  
   
 

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