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Notiziario Marketpress di
Lunedì 25 Marzo 2013 |
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RIABILITAZIONE NEUROLOGICA SI FA SENZA DOLORE
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San Pellegrino Terme (Bg), 25
marzo 2013 – Nelle patologie cerebro-vascolari, post-traumatiche e
neurodegenerative, come la malattia di Parkinson e la sclerosi multipla, il
dolore affligge il 30% dei pazienti durante la terapia riabilitativa ed è già
presente in circa la metà delle persone trattate. Per questo motivo alla Casa
di cura D.ri Quarenghi di San Pellegrino Terme (Bg), specializzata nella
riabilitazione cardiologica, respiratoria, ortopedica e neurologica, sono stati
implementati specifici trattamenti volti a un’efficace gestione della
sintomatologia dolorosa. Presso la clinica vengono seguiti mediamente ogni anno
fino a 1400 pazienti, di cui 800 in ambito neurologico e ortopedico.
“L’équipe riabilitativa della nostra struttura, composta da neurologi,
fisiatri, ortopedici e internisti, si è arricchita della figura del medico
anestesista, dedicata proprio alla diagnosi e alla terapia del dolore”,
illustra il dottor Pietro Salvi, neurologo riabilitatore presso la clinica di
San Pellegrino Terme. “Per un corretto approccio al problema della sofferenza,
il primo step da seguire riguarda la sua misurazione, che eseguiamo utilizzando
la scala internazionale Vas (scala visiva analogica): uno strumento
unidimensionale che quantifica ciò che il malato soggettivamente percepisce
come sintomo doloroso, attraverso un righello numerato da 0 (nessun dolore) a
10 (massimo dolore). L’intensità algica è ormai riconosciuta quale parametro
vitale del paziente, alla stregua di temperatura corporea e pressione
arteriosa, pertanto viene costantemente monitorata dal personale
infermieristico di reparto”.
Sul fronte delle terapie farmacologiche, la struttura applica le
raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: laddove si evidenzia
un dolore lieve vengono impiegati paracetamolo e Fans (farmaci
anti-infiammatori non steroidei) da usare per brevi periodi, passando poi a
oppioidi deboli quando il dolore diventa lieve-moderato. Infine, se il dolore
si presenta come moderato-grave, il trattamento prevede oppioidi forti. Grande
attenzione viene dedicata anche alle terapie fisiche a scopo antalgico. La
struttura è infatti dotata di un reparto che esegue onde d’urto, laser, tens,
vibrazioni, campi magnetici ed è munito di una vasca terapeutica per la
riabilitazione in acqua. Il dolore è poi affrontato dai fisioterapisti con
tecniche antalgiche, come il trattamento manuale dei trigger point, il
kinesiotaping, la riflesso-terapia auricolare e plantare.
Dato lo specifico focus dedicato all’analgesia, la clinica Quarenghi
partecipa a un innovativo studio scientifico multicentrico sul trattamento del
dolore in pazienti in corso di riabilitazione dopo artroprotesi di ginocchio, i
cui dati preliminari sono stati presentati all’ultimo convengo Simfer (Società
Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa). “Dallo studio, che ha visto
l’impiego di oppioidi durante il trattamento riabilitativo, – commenta Salvi –
è emerso un buon controllo del dolore con conseguente miglioramento
dell’articolarità, un rapido recupero della stazione eretta e della velocità
del cammino. Gli effetti collaterali sono stati poco significativi, con una
buona aderenza alle cure da parte del paziente e il recupero di una migliore
qualità di vita”.
La Legge 38 del 2010 ha sancito per tutti i cittadini il diritto a non
soffrire e si è proposta di garantire nel nostro Paese un equo accesso a
un’assistenza qualificata e un approccio terapeutico più appropriato. L’impegno
dimostrato dalla clinica Quarenghi sul fronte della terapia antalgica risponde
proprio a quanto richiesto dalla recente normativa. “É indubbio che in seguito
alla Legge 38 l’approccio al dolore sia cambiato, perché si è posta maggior
attenzione al problema. Sono stati così implementati protocolli validati per
gestire in modo appropriato la sofferenza ed è stata potenziata la formazione
periodica del personale sanitario. Per una migliore sinergia tra ospedale e
territorio, occorre ora una più stretta collaborazione tra il medico
ospedaliero e il medico di famiglia, con l’organizzazione di corsi di
aggiornamento sul problema dolore. Un ulteriore sforzo riguarda, inoltre,
l’informazione presso la cittadinanza, che va sensibilizzata sul suo diritto a
non soffrire; solo così potremo veramente realizzare un ospedale-territorio
senza dolore, così come auspicato dalla normativa”, conclude Salvi.
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