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Notiziario Marketpress di
Lunedì 25 Marzo 2013 |
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CONCILIAZIONE: ANCHE L´ARCIDIOCESI DI TRENTO ADERISCE ALLO STANDARD "FAMILY AUDIT"
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Trento, 25 marzo 2013 - Anche la
Curia vescovile di Trento vuole adottare politiche di gestione del proprio
personale orientate al benessere dei propri dipendenti e delle loro famiglie
secondo lo standard per la conciliazione famiglia e lavoro "Family
Audit". La decisione di avviare l´impegnativo percorso che entro tre anni
porterà la Caritas, l´Istituto di sostentamento per il clero, la Fondazione
Comunità solidale, il settimanale "Vita Trentina" e il Centro
missionario alla certificazione familiare è stata annunciata oggi dallo stesso
arcivescovo Bressan al presidente della Provincia autonoma Alberto Pacher.
Attualmente sono ben 120 le organizzazioni (70 trentine e 50 nazionali) che si
sono certificate o che stanno per esserlo con lo standard introdotto in Italia
dalla Provincia di Trento, ma è la prima volta, ad eccezione di Caritas Italia,
che tale processo coinvolge una organizzazione ecclesiastica. "Vogliamo
confrontarci sul modello proposto dalla Provincia, migliorando dove possiamo,
in modo da essere un modello per ogni altra azienda, gruppo di lavoro o di
interesse, non solo per far del bene globalmente ma per guardare anche al bene
delle famiglie coinvolte perchè dietro ogni persona che lavora con noi c´è una
famiglia" ha spiegato Bressan incontrando stamane in piazza Dante il
presidente Pacher, l´assessore alla salute e politiche sociali, Ugo Rossi e il
dirigente dell´Agenzia per la Famiglia, Luciano Malfer.
La richiesta di aderire al "Family Audit" è nata dopo il
settimo Meeting Mondiale delle Famiglie che si è tenuto lo scorso anno a
Milano. Complessivamente, sono 170 i dipendenti della diocesi trentina
interessati all´iniziativa. Il processo Audit dell´arcidiocesi prenderà il via
in aprile con un primo step che si concluderà entro l´anno con l´approvazione
da parte del Comitato Audit di un "piano aziendale" delle attività
che saranno promosse sul fronte della conciliazione famiglia/lavoro e che
riguarderanno in particolare l´organizzazione del lavoro: turni, orari
personalizzati, permessi, banca delle ore, orari flessibili in entrata-uscita,
pausa pranzo flessibile, part-time, congedi di paternità, riorganizzazione di
mansioni e competenze, telelavoro, eccetera.
Ma il processo investirà anche altri campi, quelli della promozione al
proprio interno della cultura della conciliazione, della formazione e
comunicazione, dei benefit e servizi per i dipendenti e le loro famiglie, del
riorientamento di tali servizi secondo le logiche e le finalità del Distretto
famiglia per arrivare, infine, alle nuove tecnologie.
Al termine di questa fase verrà rilasciato un "certificato
base" e solo dopo un periodo di tre anni si arriverà al certificato finale
"Family Audit".
Grande apprezzamento per la scelta dell´Arcidiocesi trentina è stata
manifestata a Bressan dal presidente Pacher: "La decisione della nostra
diocesi farà da acceleratore e moltiplicherà l´interesse, sia locale che
nazionale, verso i percorsi di attenzione alla famiglia che il Trentino ha
avviato con lo standard Family Audit".
"La famiglia è il luogo dove si sviluppa la personalità dell´individuo
e la sua possibilità di essere protagonista del proprio futuro - commenta
l´assessore Rossi - e quindi è chiaro che le organizzazioni lavorative hanno
tutto l´interesse a sviluppare modelli che tengano conto del benessere delle
famiglie e dei lavoratori che vi appartengono. Ciò consente loro di migliorare
il modo di lavorare, quindi di essere anche più produttive, ed alla società di
guardare con più fiducia al futuro. Anche in un periodo di crisi dobbiamo fare
riferimento ai valori più veri e alle cellule più sane che sono appunto le
nostre famiglie. Il ruolo della pubblica amministrazione è di favorire questi
contesti, attraverso azioni che siamo di stimolo, anche di incentivazione se
serve, ma soprattutto di trasmettere un cambiamento culturale alla nostra
società mettendo in campo azioni che valorizzino ciò che la società già di
buono ci offre".
Si conferma dunque la validità dell´assunto, che diede non a caso il
titolo al Festival della Famiglia che si tenne nell´ottobre dello scorso anno a
Riva del Garda, che "se cresce la famiglia, cresce la società". E
proprio dal Festival sono emerse alcune "tesi", poi sviluppate in
questi mesi, una delle quali riguarda il rapporto tra la conciliazione intesa
come questione etica riconducibile alla responsabilità sociale dell´impresa e
gli obiettivi di business aziendale. "E´ chiaro che la conciliazione potrà
realmente diventare una priorità dell´impresa - afferma Luciano Malfer - solo
se essa non impedirà all´impresa stessa di continuare a perseguire
efficientemente la propria mission aziendale. L´orientamento dell´autorità
pubblica centrale sarà sempre più rivolto a introdurre sistemi premianti nei
confronti delle aziende che hanno accolto processi volti alla certificazione
familiare". Un orientamento, per altro, che in Trentino ha già iniziato ad
essere tradotto in indicazioni concrete, ad esempio con l´inserimento in alcune
gare d´appalto di specifici requisiti relativi allo standard "Family
Audit" con il riconoscimento di un punteggio ad hoc.
Nel 2012 il numero delle organizzazioni coinvolte nel processo Family
Audit è cresciuto in modo sensibile (+ 105 %): a livello nazionale sono la
Lombardia, il Veneto, il Lazio, la Sardegna e la Sicilia le regioni che si
stanno muovendo di più e che hanno sottoscritto specifici accordi con l´Agenzia
per la Famiglia trentina. Le organizzazioni aderenti sono per lo più private
(71 %); guardando alla dimensione aziendale, si scopre che a livello locale ben
il 63 per cento delle organizzazioni pubbliche coinvolte hanno più di 100
dipendenti (52 % a livello nazionale) e il 23 % tra 50 a 100 dipendenti (35 % a
livello nazionale), di cui 6 con più di mille dipendenti, mentre quelle private
con oltre 100 dipendenti sono il 58 % in Trentino e 25 % sul territorio
nazionale, di cui 3 con più di mille dipendenti. Complessivamente si tratta di
12.109 lavoratori coinvolti nel Family Audit in Trentino (il 5,2 % sul totale
dei lavoratori in provincia, che erano 231.147 al 31 dicembre scorso), e oltre
56 mila sul territorio nazionale.
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