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Notiziario Marketpress di Mercoledì 27 Marzo 2013
 
   
  TEATRO REGIO DI PARMA: LE SETTE ULTIME PAROLE DEL NOSTRO REDENTORE IN CROCE IL CAPOLAVORO SACRO DI HAYDN PRESENTATO E INTERPRETATO AL PIANOFORTE DA MARTINO FAGGIANI CON LA VOCE RECITANTE DI DON MATTEO VISIOLI

 
   
  Parma, 27 marzo 2013 - Alla vigilia dei riti della Settimana Santa, mercoledì 27 marzo 2013 alle ore 20.30 al Ridotto del Teatro Regio di Parma con ingresso libero, protagonista l’intensa e toccante musica di Franz Joseph Haydn e il suo capolavoro sacro Musica instrumentale sopra le sette ultime parole del nostro Redentore in Croce (Die sieben letzten Worte unseres Erlösers am Kreuze). A interpretare nella trascrizione al pianoforte la passionale devozione che anima le “sette Sonate con un’introduzione ed al fine un terremoto” sarà Martino Faggiani e con lui, a proclamare le frasi tramandate dai Vangeli, don Matteo Visioli, vicario episcopale della Diocesi di Parma. Il concerto, realizzato in collaborazione con la Diocesi si Parma, sarà preceduto alle ore 19.00 da una introduzione all’ascolto a cura di Martino Faggiani, che presenterà l’opera al pubblico, mettendone in luce gli aspetti salienti. Completata nel 1785 la versione per orchestra, questa composizione occupa un posto singolare nell’opera di Haydn e gli procurò grande notorietà, tanto che il compositore austriaco ne trasse, l’anno successivo, nel 1786, una trascrizione per quartetto d’archi e una riduzione per pianoforte e infine, dieci anni dopo, nel 1796, una versione per coro e orchestra su testo rielaborato da van Swieten. La sua prima esecuzione ebbe luogo presumibilmente il Venerdì Santo del 1786. Si articola in sette sonate in tempo lento che meditano sulle ultime frasi pronunciate da Cristo sulla Croce, precedute da una maestosa introduzione e concluse con un Presto che descrive il terremoto che, come racconta il Vangelo di Matteo, sconvolse il Calvario. «Circa quindici anni fa mi fu chiesto da un canonico di Cadice di comporre della musica per Le ultime sette Parole del nostro Salvatore in croce. – scrive lo stesso Haydn all’editore Artaria della partitura per la pubblicazione. Nella cattedrale di Cadice era tradizione produrre ogni anno un oratorio per la Quaresima, in cui la musica doveva tener conto delle seguenti circostanze. I muri, le finestre, i pilastri della chiesa erano ricoperti di drappi neri e solo una grande lampada che pendeva dal centro del soffitto rompeva quella solenne oscurità. A mezzogiorno le porte venivano chiuse e aveva inizio la cerimonia. Dopo una breve funzione il vescovo saliva sul pulpito e pronunciava la prima delle sette parole (o frasi) tenendo un discorso su di essa. Dopo di che scendeva dal pulpito e si prosternava davanti all’altare. Questo intervallo di tempo era riempito dalla musica. Allo stesso modo il vescovo pronunciava poi la seconda parola, poi la terza e così via, e la musica seguiva al termine ogni discorso. La musica da me composta dovette adattarsi a queste circostanze e non fu facile scrivere sette Adagi di dieci minuti l’uno senza annoiare gli ascoltatori: a dire il vero mi fu quasi impossibile rispettare i limiti stabiliti». Una sfida decisamente irta di ostacoli, da cui scaturì la composizione, densa di espressività e di colori cangianti, in grado di esprimere la forza e la sofferenza di Cristo e di emozionare gli ascoltatori.  
   
 

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