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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 27 Marzo 2013 |
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ANFOV: "IL NUOVO GOVERNO LANCI UN PIANO STRATEGICO PER IL DIGITALE ED ABBIA L´OBIETTIVO DI ANDARE OLTRE IL DIGITAL DIVIDE". MANCANO I PIANI DI FINANZIAMENTO PER BANDA LARGA E ULTRALARGA.
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Milano, 27 Marzo 2013 - Se è difficile
capire come evolverà la situazione politica, molto più facile è
comprendere l’esigenza di un governo vero e stabile. Un passo necessario anche
secondo Anfov, l’Associazione per la convergenza nei servizi di comunicazione,
“think tank” del mondo legato alle nuove tecnologie che intende rappresentare
le aziende associate, con particolare attenzione a quelle innovative,
continuare nell’opera di analisi delle tendenze delle tlc e Ict e vigilare
sull’attuazione dell’Agenda digitale tramite i suoi osservatori.
Perché di vigilanza ce n’è bisogno visto che tra le tante sfide a cui
sarà chiamato il prossimo esecutivo c’è l’esecuzione delle riforme varate da
Monti. Questo significa il varo di una serie di decreti attuativi, 462
provvedimenti dei quali il 38,5% è già andato a buon fine, fra i quali troviamo
anche quelli relativi all’agenda digitale.
L’importanza del tema è stata sottolineata recentemente anche da
Confindustria che, tramite il direttore generale Marcella Panucci, ha osservato
che l’attuazione dell’agenda può avere un impatto paragonabile a una vera
manovra di politica economica ma ha bisogno di una rapida approvazione dei
decreti attuativi e soprattutto di un forte commitment politico. A questo
scopo, la proposta è accentrare “sulla presidenza del Consiglio, con l´Agenzia
per l´Italia digitale come agente tecnico, la responsabilità per l´attuazione
dell´agenda. È necessario per superare le resistenze degli apparati pubblici
che si oppongono all´innovazione”. Molto bisognerà fare anche in sede europea,
“negoziando una golden rule per svincolare dal fiscal compact gli investimenti
in innovazione”.
I decreti in attesa sono circa una ventina e vanno da quello che
riguardano la possibilità di digitalizzare certificati di nascita e morte,
all’anagrafe unica, domicilio digitale, le facilitazioni per i nuovi scavi per
la fibra, gli incentivi fiscali alle start up, fino all’obbligo per la Pa di
accettare i pagamenti elettronici e gli open data, un tema che trova
particolarmente sensibile Anfov che al nuovo governo chiede di dare a tutti la
possibilità di accedere ai dati pubblici.
La chiusura anticipata della legislatura è piombata come un macigno sui
programmi per la corsa verso il digitale. E se l’eliminazione del digital
divide avanza, bisogna rilevare che lo fa a velocità non sostenuta. Secondo il
Piano nazionale banda larga la definitiva scomparsa delle zone con almeno un
collegamento a 2 Mbps doveva arrivare entro il 2013. Come ricorda Anfov, però,
solo da pochi giorni il Piemonte ha ricevuto novanta milioni “per azzerare il
digital divide e per realizzare le infrastrutture di banda larga nelle zone
attualmente scoperte dal servizio di connettività a Internet veloce (almeno 2
mbps)”. L’intervento porterà subito sul territorio 45 milioni di euro stanziati
dal ministero dello Sviluppo economico e altri 45 che saranno reperiti dalla
Regione nell’ambito della nuova programmazione 2014-2020 dei fondi europei. In
Veneto la banda larga “quasi” per tutti dovrebbe arrivare nel 2014 e anche
l’Emilia Romagna ha siglato in questi giorni un accordo con il ministero dello
Sviluppo economico per chiudere il divario digitale, si spera, entro la fine di
quest’anno.
Per quanto riguarda il Sud altri bandi per circa novecento milioni di
euro riguardano lo sviluppo del broadband in Basilicata, Calabria, Campania,
Molise e Sicilia.
Come ricorda Anfov, stiamo sempre parlando di interventi di primo
livello quando si avverte l’assenza di piani di finanziamento per la banda
larga e ultralarga. E mentre l’Italia vanta ancora un deficit infrastrutturale
in oltre seimila località del Paese, secondo il rapporto di Akamai in Europa
siamo all’ultimo e al penultimo posto per numero di connessioni broadband e
high broadband.
Il lancio di un piano strategico, ribadisce l’Associazione per la
convergenza, è una delle misure più urgenti che dovranno essere adottate dal
prossimo governo, mentre altri provvedimenti serviranno per colmare le lacune
in tema di incentivi al commercio elettronico, strategie e obiettivi per le
comunità intelligenti, e per la regolamentazione del mercato delle
telecomunicazioni.
Il dubbio però è che il prossimo esecutivo non abbia la forza e il
tempo per mettere mano alle questioni che riguardano il digitale. Il tempo
passa e l’It ha chiuso il 2012 con una diminuzione del 4%, mentre le tlc
scendono del 3,5%.
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