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Notiziario Marketpress di
Venerdì 12 Aprile 2013 |
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MILANO (TEATRO MENOTTI): OTELLO - ANCORA UN TANGO … ED È L’ULTIMO DI WILLIAM SHAKESPEARE - DAL 12 AL 21 APRILE 2013
ADATTAMENTO E REGIA MASSIMO NAVONE
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Otello, con la regia di Massimo Navone, dopo il grande successo della scorsa stagione, torna al Teatro Menotti. Lo spettacolo, ambientato in una milonga in cui si balla il tango, sfrutta il ritmo travolgente e seduttivo della danza argentina per mettere in scena, la tragica vicenda del Moro. Desdemona, Otello, Iago e gli altri personaggi vivono la loro storia di invidia e ossessione, trascinati dalle note e dai respiri del tango, in un vortice di cupe passioni da cui non potranno più uscire. La milonga con il suo linguaggio particolare, fatto di sguardi, piccoli gesti, attese, che creano intorno alla danza un rituale misterioso e seduttivo. Il tango colpisce per la qualità ossessiva della tensione che si instaura nella coppia, per quella sensazione di ineluttabile necessità reciproca, d´impossibilità di distacco. In questa dimensione emotiva di densa e scura vitalità, vedo radicarsi molto bene i temi e la patologia della vicenda shakespeariana, famosa nell´immaginario popolare come “dramma della gelosia”, ma meglio definibile come “dramma dell´invidia”. È questo infatti il sentimento velenoso che accende ed alimenta il motore della tragedia. E mentre lo spettatore è costretto ad essere complice suo malgrado della macchinazione, il rito del tango prosegue implacabile, scandisce col suo ritmo i movimenti della trama, crea una scenografia umana che trasforma lo spazio e amplifica gli scarti emotivi. Massimo Navone Ci vuole coraggio per prendere un classico pieno di trappole come Otello e affidarlo a un gruppo di giovani attori. L’ha fatto Massimo Navone e ci è riuscito. Ambientando il dramma in una milonga ne ha distillato il nucleo scuro di erotismo, maschilismo e passioni fatali. Uno spettacolo elegante come un film anni Quaranta, ma molto teatrale nell’anima. Sara Chiappori – la Repubblica L’operazione, drammaturgicamente interessante e accattivante nella sua eccentrica singolarità, esalta soprattutto l’istrionica grandezza di Iago, diabolico genio del male, sulfureo burattinaio degli umani destini, raffinato e micidiale manipolatore di anime. Paolo Paganini - Il Corriere del Ticino Lo spettacolo raccoglie il plauso di chi ama il teatro e forse ancor di più di chi è appassionato del famoso ballo argentino. Domenico Rigotti – Hystrio |
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