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Notiziario Marketpress di
Giovedì 11 Aprile 2013 |
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PAROLA D’ORDINE: TRAPIANTARE PRIMA NEL CAMPO DEI TRAPIANTI, SONO MOLTI ORMAI GLI STUDI CHE DIMOSTRANO L’IMPORTANZA DELL’ESSERE PRECOCI NELL’APPROCCIO AL TRAPIANTO STESSO.
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Firenze,
11 aprile 2013. Qual è la ricetta per una chirurgia dei
trapianti con standard all’altezza del terzo millennio, all’epoca della spending review? Ovvero, come migliorare
la qualità dei trapianti riducendo, ove possibile la spesa per il Ssn? “Il
progresso avanza e non possiamo fermarlo – afferma il professor Franco
Filipponi, presidente della Sisqt - allo stesso tempo però siamo in una fase in
cui i costi sono molto alti e questo crea un problema di sostenibilità presente
e futura. La questione centrale è dunque quella di cercare di combinare i
trapianti con la massima efficacia e
appropriatezza, in un momento nel quale i sistemi sanitari non possono più
garantire qualunque tipo di assistenza a tutti. E’ necessario cioè ridefinire i
termini e i confini del trapianto di fegato, che non va più considerato una
soluzione estrema per pazienti estremi”.
La
sopravvivenza dell’organo e quella del paziente trapiantato, nel caso del
trapianto di fegato, sono strettamente correlati al Meld del paziente nel
momento in cui arriva al trapianto. Il Meld (Model for End stage Liver
Disease), è un punteggio per definire la gravità di un’epatopatia in fase
terminale, in vista della pianificazione di un trapianto di fegato; viene
calcolato tenendo conto dei valori dell’Inr (un esame della coagulazione),
della bilirubina e di creatinina sieriche.
Secondo un recente
studio di Aberg, pubblicato su ‘Liver trasplantation’, un paziente che arriva
al trapianto con un punteggio Meld compreso tra 15 e 25, a 5 anni dal trapianto
avrà generato una spesa di circa 230mila euro, praticamente il doppio della
spesa globale a 5 anni di un paziente trapiantato con un punteggio Meld
inferiore a 15 (costi globali a 5 anni circa 170mila euro).
Un paziente che arriva
al trapianto con un Meld molto alto avrà inoltre dei tempi di ricovero, anche
in terapia intensiva, molto più lunghi di un paziente con un Meld score
inferiore a 15 e questo è naturalmente responsabile di costi peri-procedurali
molto più elevati.
“Quando il Meld supera il punteggio di 30
– spiega il professor Filipponi - la curva di sopravvivenza del fegato
trapiantato e del paziente, crolla letteralmente (a 5 anni funziona ancora solo
il 62% degli organi trapiantati,e la sopravvivenza dei pazienti scende a poco
più del 60%, contro l’oltre 70% dei pazienti trapiantati con Meld inferiore a
14).
Il che significa che un paziente
trapiantato troppo tardi (con Meld molto elevato), non solo costa molto di più,
ma vede drammaticamente assottigliarsi le chance di sopravvivenza dell’organo
trapiantato e quindi anche le sue”.
La ricetta dunque per garantire al
sostenibilità dei trapianti e migliorare la sopravvivenza dei pazienti è:
-
Spostare indietro le lancette
dell’orologio, per arrivare il prima possibile al trapianto (anticipare di
1-1,5 anni, rispetto a quando accade oggi). E’ necessario cioè essere precoci ,
quel tanto che basta per avere un paziente che avrà maggiori chance di sopravvivenza dell’organo
trapiantato e quindi di vivere una vita più lunga
-
Effettuare il trapianto con tempistiche
adeguate, individuando quello che Ippocrate chiamava ‘il tempo giusto’ (essere timely)
-
Essere appropriati, cioè avere una
condotta appropriata nell’esecuzione del trapianto
-
Consumare in modo corretto le risorse,
riducendo ad esempio l’impiego di plasma, di sangue, riducendo i tempi di
ospedalizzazione
-
Ottimizzare il funzionamento della rete
trapiantologica per assicurare un’attesa in lista trapianti che sia anche
questa ben temporizzata
-
Tenere una lista trapianti molto piccola
(40-50 persone) per poter dare a questi pazienti non una speranza, ma una
certezza di essere trapiantati
-
Gestire gli aspetti organizzativi della
lista d’attesa.
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