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Notiziario Marketpress di
Lunedì 15 Aprile 2013 |
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RELAZIONI INDUSTRIALI: SI IRRIGIDISCE IL DIALOGO SOCIALE IN EUROPA
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Bruxelles, 15 aprile 2013 - Da
una relazione pubblicata l’ 11 aprile dalla Commissione europea emerge che
l´attuale crisi economica compromette seriamente il dialogo tra i
rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro e i governi. La relazione
sottolinea che le riforme adottate recentemente dai governi non sono sempre
state accompagnate da un dialogo sociale efficace, con la conseguenza che in
Europa le relazioni industriali sono sempre più conflittuali.
László Andor, Commissario europeo per l´Occupazione, gli affari sociali
e l´inclusione, ha dichiarato: "Il dialogo sociale è soggetto a crescenti
pressioni nell´attuale contesto di calo della domanda macroeconomica, di
inasprimento fiscale e di tagli della spesa pubblica. Dobbiamo rafforzare il
ruolo delle parti sociali a tutti i livelli, se vogliamo uscire dalla crisi e
preservare i vantaggi del modello sociale europeo. Un dialogo sociale ben
strutturato è altresì indispensabile per rispondere alle sfide del cambiamento
demografico e per riuscire a migliorare le condizioni di lavoro e a rafforzare la
coesione sociale. Il dialogo sociale deve essere intensificato negli Stati
membri dell´Europa centrale e orientale, nei quali è attualmente molto più
debole."
È di cruciale importanza che i rappresentanti dei lavoratori e dei
datori di lavoro (parti sociali) partecipino all´elaborazione delle riforme
della pubblica amministrazione, dal momento che le soluzioni individuate
attraverso il dialogo sociale sono in genere più ampiamente accettate dai
cittadini, più facili da attuare nella pratica e meno atte a suscitare
conflitti. Accordi consensuali con l´intervento delle parti sociali
contribuiscono quindi a garantire la sostenibilità a lungo termine delle
riforme economiche e sociali - un dialogo sociale ben strutturato può
contribuire alla ripresa economica dell´Europa. Di fatto, i paesi con un
dialogo sociale consolidato e relazioni industriali forti sono generalmente
quelli in cui la situazione economica e sociale è più solida e meno soggetta a
pressioni. La relazione illustra in che modo i risultati del dialogo sociale in
Europa possono incidere concretamente sulla vita lavorativa dei cittadini, ad
esempio migliorandone le condizioni di lavoro e la salute e sicurezza sul luogo
di lavoro.
In considerazione dei tagli della spesa pubblica in numerosi Stati membri,
la relazione affronta i rapporti di lavoro nel settore pubblico:
amministrazione pubblica, istruzione e assistenza sanitaria. I governi hanno
ritenuto prioritario ristrutturare il settore pubblico puntando ad un aumento
dell’efficienza. In alcuni paesi questo processo è stato portato avanti secondo
un approccio equilibrato che suscita meno tensioni e lascia un margine per
individuare soluzioni collettive tra i sindacati e il settore pubblico. In
altri paesi, invece, il dialogo sociale è stato del tutto escluso dal processo
decisionale; di conseguenza, in molti Stati membri l´inasprimento fiscale e i
tagli alla spesa pubblica hanno generato un´ondata di vertenze di lavoro e
hanno messo in evidenza la natura contestata di alcune delle misure di riforma che
non sono passate al vaglio delle parti sociali.
Nella relazione sono state esaminate altre questioni, in particolare il
coinvolgimento delle parti sociali nella riforma del regime di disoccupazione e
pensionistico e nella transizione verso un´economia più sostenibile e meno
dipendente dai combustibili fossili. Mentre in paesi come il Belgio, la
Francia, i Paesi Bassi e la Spagna i sindacati hanno partecipato al processo di
riforma pensionistica, in altri il ruolo delle parti sociali è stato minimo, il
che ha generato conflitti. Per quanto riguarda il cambiamento climatico, la
relazione rileva che le attività delle parti sociali in questo settore si
intensificano e che il loro ruolo di sostegno all´agenda verde è sempre più
incisivo.
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