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Notiziario Marketpress di
Lunedì 15 Aprile 2013 |
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PUGLIA: AMMORTIZZATORI SOCIALI IN DEROGA
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Bari, 15 aprile 2013 - Ammontano
a 82 milioni di euro le risorse destinate per l’intero anno 2013 agli
ammortizzatori sociali in deroga. Una cifra assolutamente insufficiente per
coprire le effettive necessità della platea richiedente. «Come è possibile con
82 milioni di euro, di cui 61 milioni concessi dal Governo per l’annualità 2013
e altri 23 milioni di euro strappati dalla Puglia durante l’ultima conferenza
delle regioni, a pagare richieste che solo per i primi tre mesi del 2013
rischiano di esaurire tutte le risorse attribuite?” dichiara Leo Caroli,
assessore al lavoro. Al 2 aprile 2013 risultano infatti pervenute alla Regione
2254 domande di cassa integrazione in deroga per un importo totale richiesto di
€ 49.372.892,00. Il tiraggio effettivo per i primi due mesi (con riferimento
alle aziende che hanno rispettato l’obbligo di rendicontazione) è pari ad euro
13.418.563,96. Se il tiraggio fosse confermato, è ragionevole prevede una spesa
per la Cigd per i primi 4 mesi pari a circa 26 milioni di euro. Se a queste
cifre si aggiungono le domande per la mobilità in deroga ricevute dall’Inps che
ammontano a circa 13.800 (ma il numero potrà essere confermato dall’Inps solo a
seguito della completa istruttoria delle pratiche) per un importo teorico di 32
milioni di euro in riferimento ai primi due mesi, il calcolo è presto fatto: in
quattro mesi tra i 26 milioni di euro per il Cigd e i 64 milioni di euro per la
mobilità in deroga si arriverebbe alla somma di 90 milioni di euro circa, già
superiore alle somme corrisposte dal Governo. La problematica finanziaria è poi
aggravata da annose questioni burocratiche: le istruttorie per il pagamento
delle indennità di mobilità in deroga per il 2013 sono state bloccate dal
Ministero del Lavoro e dall’Inps che hanno richiesto la stipula di accordi
siglati in sede istituzionale. La Regione Puglia e le parti sociali hanno
chiesto a gran voce al Ministero di eliminare quanto prima questo ulteriore
ostacolo. «Nell’incontro che abbiamo avuto nei giorni scorsi con la Direzione
Generale del Ministero del Lavoro abbiamo ricevuto la conferma di un preciso
cambio di orientamento e che, dunque, l’Inps potrà finalmente avviare le
istruttorie» - fa sapere l’assessore al lavoro Caroli. In riferimento all’anno
2012, la Regione Puglia comunica di aver completato tutte le istruttorie e i
relativi provvedimenti di autorizzazione o rigetto e di aver interamente
liquidato la propria quota di cofinanziamento per gli ammortizzatori in deroga.
Con riferimento ai pagamenti la competenza è dell’Inps che ha ricevuto dal
Ministero il via libera per pagamenti complessivi pari a 180 milioni di euro,
rispetto ai quali nessuna informazione è in possesso delle Regioni. Il Ministero
del Lavoro ha tuttavia fornito garanzie circa la copertura dei trattamenti
maturati nel corso dell’anno. «Abbiamo poi incontrato la Direzione Generale
dell’Inps al fine di costituire un gruppo permanente di lavoro per la
condivisione della gestione degli ammortizzatori sociali in deroga composta da
funzionari dell’ente e dell’assessorato. La situazione è drammatica – prosegue
Caroli – ma la Regione Puglia più di ogni altra ha creduto, già dal 2009, allo
strumento degli ammortizzatori sociali in deroga, garantendo ai lavoratori
pugliesi il livello di tutela più alto d’Italia e sta provando con i propri
mezzi a fornire risposte anche sul piano delle politiche attive e del sostegno
al reddito». Va avanti, infatti, il Piano Straordinario Percettori Ammortizzatori
in deroga: è pronto il catalogo formativo per le figure professionali, è pronto
l’avviso per gli enti di formazione, sono stati convocate l’Anci e l’Upi per la
sottoscrizione del Protocollo d’Intesa ed è stata attivata la collaborazione
con le Province per la gestione nei Centri per l’Impiego. «Resta il tema
drammatico del sostegno al reddito su cui solo l’allentarsi dei vincoli del
patto di stabilità ci permetterà di erogare i circa 13 milioni di euro che
abbiamo già impegnato per una parte dei lavoratori esclusi da questi benefici»
conclude Caroli.
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