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Notiziario Marketpress di
Lunedì 15 Aprile 2013 |
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RETI DI RISERVE: NASCE IL "PARCO DEL BALDO"
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Trento, 15 aprile 2013 - Sviluppo
e sostenibilità: è in questo binomio - tradotto dalle direttive europee in
materia ambientale nel paradigma delle "3 E": ecologia, equità,
economia - che trovano terreno fertile anche le reti di riserve del Trentino.
Tema del quale si è occupata nuovamente il 12 aprile, con due distinti atti, la
Giunta provinciale. Le delibere, firmate dal presidente Alberto Pacher,
riguardano l´approvazione del Piano di gestione della Rete di riserve dell´alta
Valle di Cembra - Avisio e l´approvazione dell´Accordo di programma per
l´attivazione di una nuova rete di riserve, quella del "Parco Naturale
Locale del Monte Baldo".
Rete di Riserve dell´Alta Valle di Cembra
La Rete di riserve dell´alta Valle di Cembra, alla quale viene data ora
concreta attuazione, è stata fortemente voluta dai Comuni di Capriana, Faver,
Grauno, Grumes e Valda, che hanno già provveduto ad adottare in via definitiva
il relativo piano di gestione, che si apre proprio con un capitolo dedicato
alla definizione delle strategie di conservazione che si intendono mettere in
atto attraverso la rete, evidenziando come il collegamento tra valorizzazione e
conservazione delle risorse naturali sia l´elemento essenziale nella scelta
degli obiettivi e delle azioni inserite nel piano.
Per quanto riguarda la valutazione delle incidenze ambientali, le
azioni previste dal piano di gestione - si legge nella delibera - sono
costituite in parte rilevante da interventi ed attività finalizzati al
miglioramento ambientale, sia nell´ambito dei siti della Rete Natura 2000, sia
nei contesti circostanti. Ne risultano azioni aventi ricadute dirette per lo
più positive sulle specie e gli habitat tutelati.
La Rete di riserve dell´alta Valle di Cembra occupa una superficie
complessiva di circa 3.300 ettari, da quota 439 a 1.806 metri, un´area nella
quale sono comprese varie aree protette, quali i S.i.c. (siti di interesse
comunitario) Lago Nero, le riserve naturali provinciali Prati di Monte, Paluda
la Lot e Laghetto di Verdes, le riserve locali Cavallo e Palù del Moro e naturalmente
il torrente Avisio. Aree di grande interesse e valore naturalistico la cui
gestione passa ora di fatto in capo ai Comuni, che in esse vedono una
opportunità di volano economico, turistico in particolare, a vantaggio delle
comunità locali.
Rete di Riserve del Monte Baldo
"Erede" della Rete di riserve di Brentonico è invece la
nascente Rete di riserve del Monte Baldo, che assumerà la denominazione di
Parco Naturale Locale, ferma restando la possibilità di attribuire un nome
tematico che connoti il parco rispetto agli elementi naturalistici del
territorio del Baldo. Il relativo Accordo di programma, approvato oggi dalla
Giunta provinciale contestualmente alla prima adozione del progetto di Piano di
gestione, vede l´adesione dei Comuni di Ala, Avio, Brentonico, Mori,
Nago-torbole e della Comunità della Vallagarina e dell´Alto Garda e Ledro.
L´idea di individuare nell´istituzione di un Parco Naturale sul Baldo
trentino il progetto chiave per uno sviluppo culturale, sociale ed economico
sostenibile dell´Altopiano trova le sue premesse fin dai primi anni settanta.
Al 1972 risale infatti l´istituzione della Riserva Botanica di Corna Piana,
mentre nel 1987 il Pup individuò i biotopi protetti di "Corna Piana",
"Fobbie - Laghetto della Polsa" e "Pasna", a cui seguirono,
in attuazione della direttive comunitarie "Habitat" e
"Uccelli" e nell´ambito della Rete europea Natura 2000 i Siti di
interesse comunitario (Sic) "Corna Piana", "Bocca d´Ardole/corno
della Paura", "Monte Baldo di Brentonico",
"Talpina-brentonico" e "Monte Baldo - Cima Valdritta", e la
Zona di protezione speciale (Zps) "Bocca d´Ardole/corno della Paura".
A connotare l´alto valore naturalistico del Monte Baldo è la sua
straordinaria biodiversità floreale e botanica, un "paradiso" che già
i botanici, gli speziali-farmacisti, gli studiosi ed i naturalisti del 1440
avevano imparato a conoscere. E fu proprio grazie a tale ricchezza botanica che
il Monte Baldo fu definito nel 1584 "Hortus Italiae" e poi nel 1745
"Rarorum plantarium hortus". Lo stesso scrittore trentino Aldo Gorfer
ci ricorda che la storia del Baldo s´intreccia con la storia della nomenclatura
botanica e che parecchi vegetali si denominano nell´aggettivo qualificante la
specie baldensis, cioè del Monte Baldo.
Da allora, attraverso i secoli fino ai giorni nostri, il Monte Baldo è
stato mèta di studiosi botanici di tutto il mondo che ne hanno esaltato tale
ricchezza botanica evidenziandone le peculiari caratteristiche che non
finiscono mai di stupire. A conferma di ciò nell’estate del 2007 proprio sul
Baldo i botanici Alessio Bertolli e Filippo Prosser del Museo Civico di
Rovereto hanno rinvenuto gli unici esemplari di un’entità botanica (Brassica
repanda subsp. Baldensis) fino ad allora sconosciuta.
Per conservare e valorizzare tale biodiversità, negli anni Ottanta del
‘900 una serie di rassegne floreali biennali, organizzate da cittadini e
associazioni di volontariato di Brentonico sotto il nome “Il Fiore del Baldo”
hanno riportato alla ribalta nazionale e internazionale le peculiarità botaniche
della montagna suscitando vasta eco non solo nel mondo degli specialisti ma
anche tra gli appassionati, i cittadini comuni, le scolaresche e i turisti di
ogni parte d’Italia e d’Europa. In linea con le profonde tradizioni che hanno
mantenuta viva la sensibilità dei residenti sulla qualità dell’ambiente, la
corretta gestione del territorio in armonia con le attività antropiche
tradizionali è sempre stata una delle grandi preoccupazioni e aspirazioni delle
amministrazioni comunali dell’Altopiano, che nel tempo hanno attivato e
sostenuto iniziative volte alla valorizzazione delle peculiarità ambientali del
Monte Baldo.
Tra le azioni prioritarie individuate per il primo triennio di gestione
del nuovo Parco del Baldo vi sono misure di tutela e conservazione per gli
habitat, per la flora e la fauna, monitoraggi e azioni di promozione
socio-economica e di fruizione sociale. E´ prevista anche l´adesione della Rete
di riserve alla Carta europea del turismo sostenibile. Due specifiche azioni
sono poi previste nell´ambito del progetto Life + T.e.n., finalizzate alla
realizzazione di un inventario degli interventi di tutela attiva e di
ricostruzione della connettività e di un progetto integrato di salvaguardia
degli habitat e di sviluppo socio-economico.
Obiettivo di carattere generale dell´Accordo di Programma è quello di
assicurare una gestione unitaria e coordinata delle aree protette afferenti al
Monte Baldo, finalizzata alla conservazione attiva delle stesse, alla tutela e
al miglioramento dello stato di conservazione delle emergenze ambientali e alla
loro valorizzazione in chiave educativa e ricreativa. In particolare l’accordo
di programma, che ha durata triennale, è finalizzato alla salvaguardia,
sostegno e promozione delle tradizionali attività che fanno riferimento all’uso
civico, alla selvicoltura, all’allevamento zootecnico, al pascolo,
all’agricoltura di montagna, al taglio del fieno, alla raccolta del legnatico,
alla caccia, alla pesca, alla raccolta dei funghi e dei frutti del bosco e
all’apicoltura, nonché le attività ricreative, turistiche e sportive
compatibili, come elementi costitutivi fondamentali per la presenza antropica
nelle aree di montagna;
Accanto all´impegno di mantenere in uno stato di conservazione
soddisfacente le specie e gli habitat dei siti Natura 2000, si vuole
promuovere, in coerenza con quanto afferma la Carta Europea del Turismo
Sostenibile, la rete di riserve in un´ottica di valorizzazione del turismo
sostenibile, la promozione della partecipazione dei cittadini e portatori di
interesse (attraverso il Forum territoriale), la qualificazione e
diversificazione dell´offerta turistica sostenibile riconoscendo il territorio
come primo fattore di attrattiva.
Per perseguire tali obbiettivi non saranno introdotti ulteriori vincoli
e divieti rispetto a quelli già stabiliti dalla normativa comunitaria,
nazionale e provinciale per le specifiche tipologie di aree presenti nella Rete
di Riserve, in materia di gestione del territorio e di svolgimento delle
attività tradizionali, fatte salve decisioni prese all’unanimità dalla
Conferenza della Rete, l´organo di gestione composto dai sindaci dei Comuni e
dai presidenti delle Comunità aderenti. Saranno altresì facilitate e rese
accessibili a tutti gli operatori economici (allevatori, agricoltori e
operatori turistici in particolare) attraverso idonei sportelli in loco, le
procedure burocratico/amministrative relative alle attività economiche e tradizionali
che dovessero interessare l’area della Rete di Riserve. Tali sportelli dovranno
anche facilitare l’accesso a misure di finanziamento (fondi provinciali,
P.s.r., ecc.) da parte degli operatori privati per le operazioni di gestione
della Rete di riserve previste nel Piano di gestione della stessa.
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