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Notiziario Marketpress di
Martedì 16 Aprile 2013 |
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ORDINI DI MACCHINE UTENSILI: NEGATIVO IL PRIMO TRIMESTRE (-9,8%) ORDINI INTERNI: (-35,9%); ORDINI ESTERI: (-4,6%)
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Cinisello Balsamo, 16 aprile 2013 - Luigi Galdabini Ucimu-sistemi Per
Produrre:“la necessità di sostenere le piccole e medie imprese è determinata
dal fatto che esse rappresentano gli interessi di tutte le componenti della
società. Imprenditori, dipendenti lavoratori e famiglie sono tutti unite nel
comune interesse aziendale: un’azienda sana, che lavora in un mercato sano,
garantisce occupazione e reddito per tutti coloro i quali ne fanno parte”.
Nel primo trimestre 2013 l’indice degli ordini di macchine utensili,
elaborato dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu-sistemi Per
Produrre, segna un calo del 9,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno
precedente, per un valore assoluto pari a 112,5.
In particolare, l’indice degli ordini interni registra una contrazione
del 35,9%, rispetto al primo trimestre del 2012; il valore assoluto, pari a
44,4, risulta il più basso mai registrato prima a conferma della forte
debolezza del mercato domestico.
Sul fronte estero, l’indice ordinativi segna un calo del 4,6%. L’indice
assoluto, pari a 151,6 è ancora sopra la media ma ciò non è sufficiente a
rassicurare i costruttori italiani che registrano una progressiva diminuzione
della raccolta ordinativi, in calo ormai da quattro trimestri consecutivi.
Luigi Galdabini, presidente Ucimu-sistemi Per Produrre, con grande
preoccupazione ha affermato: “con questa ultima rilevazione appare evidente che
il deficit di competitività cui la politica sta obbligando l´intero sistema
paese, si stia abbattendo sull´industria. L’incertezza prolungata, cui stiamo
assistendo da mesi, blocca ogni volontà di investimento da parte delle imprese
italiane. Ci chiediamo - ha continuato Luigi Galdabini - se il mondo politico
riesca a comprendere la deriva cui sta trascinando l´economia reale del paese”.
“Il fermo degli investimenti in macchine utensili - ha aggiunto il
presidente di Ucimu - è indice della progressiva e inesorabile perdita di
competitività dell´intero paese. Senza l’acquisizione e sostituzione di nuovi
macchinari di produzione, i settori
utilizzatori non potranno sostenere la sfida dei competitori esteri, i cui
continui investimenti in tecnologie avanzate, seppure in lieve rallentamento,
porteranno, nel breve periodo, ad un allineamento della loro capacita
produttiva e della qualità dei loro prodotti ai nostri.”
“La contrazione del manifatturiero, fenomeno direttamente collegato
alla riduzione del consumo interno e alla mancanza di aggiornamento degli
impianti, acuirà l’intensità della recessione, e di conseguenza, il disagio del
tessuto sociale del paese che ha da sempre nell’industria una delle principali
fonti di occupazione”.
“Finora abbiamo assistito ad una sostanziale tenuta delle esportazioni,
frutto di lucida strategia ma anche di “sacrifici” organizzativi ed economici
delle nostre piccole e medie imprese che non godono di alcun sostegno
pubblico”. Tuttavia, la sopravvivenza delle imprese non può dipendere
all’infinito dall’attività di export. E’ necessario che le aziende siano
insediate in un mercato forte e ricettivo, sostenuto da un sistema paese
adeguato, che le metta nelle condizioni di competere con i concorrenti
stranieri.”
“Occorre allora procedere verso un’immediata formazione di un governo a
largo consenso che possa prendere, dopo un passato periodo di imposizioni
recessive, decisioni e provvedimenti a favore dello sviluppo del tessuto
industriale del paese”.
“La necessità di sostenere le piccole e medie imprese, per lo più a conduzione
familiare, è determinata dal fatto che esse rappresentano gli interessi di
tutte le componenti della società. Imprenditori, dipendenti lavoratori e
famiglie sono tutti unite nel comune interesse aziendale: un’azienda sana, che
lavora in un mercato sano, garantisce occupazione e reddito per tutti coloro i
quali ne fanno parte”.
Per questo, Ucimu Sistemi Per Produrre chiede interventi che
favoriscano gli investimenti. In particolare - ha affermato Galdabini - traendo
insegnamento dal passato, penso alla revisione e reintroduzione della Legge
Sabatini 1329/65, che permette all’acquirente di dilazionare il pagamento del
bene fino a cinque anni a un tasso agevolato e che molto ha concorso
all’industrializzazione del paese. Accanto a ciò sarebbe necessaria la
liberalizzazione delle quote di ammortamento oltre a bonus fiscali per chi
investe in innovazione di prodotto e processo, provvedimenti funzionali a
rimettere in moto il manifatturiero del paese”.
“Contestualmente - ha aggiunto il presidente di Ucimu - per ridare
slancio al sistema economico italiano, sono necessari interventi che
favoriscano i consumi, prevedendo una riduzione del cuneo fiscale che porti
benefici con congrua ripartizione sia alle imprese che ai lavoratori”.
“Accanto a ciò, essendo ancora la domanda straniera a garantire il
fatturato delle imprese italiane del settore, occorre stimolare l’attività di
internazionalizzazione attraverso la riduzione del pagamento dell’Irap sul
personale per una percentuale pari alla quota di produzione che l’impresa
destina ai mercati stranieri.”
“Infine - ha concluso Galdabini - auspichiamo l’introduzione di
incentivi volti a sostenere la struttura finanziaria delle imprese, come la
possibilità che le aziende medio piccole possano emettere minibond. Tale
strumento, se ben usato, permetterà agli istituti bancari di tornare alla loro
naturale attività operando quali primi interlocutori del mondo delle imprese, e
alle aziende di fruire di nuovi ‘generatori di liquidità’, in aggiunta agli
affidamenti bancari oggi sempre più scarsi anche a causa del credit crunch”.
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