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Notiziario Marketpress di Giovedì 18 Aprile 2013
 
   
  UNGHERIA E LO STATO DI DIRITTO - DICHIARAZIONE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NEL QUADRO DEL DIBATTITO PLENARIA DEL PARLAMENTO EUROPEO

 
   
  Strasburgo, 18 aprile 2013 – Di seguito l’intervento di Viviane Reding Vice-presidente della Commissione europea, commissario Ue alla Giustizia: “ Presidente, Ministro, Onorevoli deputati, Voglio ringraziare il Presidente per lo svolgimento di questo dibattito oggi su un argomento che sta attirando molta attenzione. Il Parlamento europeo è il posto giusto per discutere con le istituzioni dell´Ue questioni relative ai valori e ai principi sui quali si fonda l´Unione europea. Oggi, in rappresentanza del Presidente Barroso e per conto della Commissione europea, vorrei definire chiaramente il ruolo e l´approccio della Commissione. Vi darà anche una panoramica di dove ci troviamo per quanto riguarda le questioni specifiche in questione. La Commissione ha seguito da vicino gli sviluppi relativi al sistema costituzionale ungherese dal 2011. Il Presidente Barroso è stato in questa casa un anno fa, di informarvi circa la posizione della Commissione in quel momento. Da allora, la Commissione ha svolto un ruolo molto attivo in qualità di custode dei trattati. Essa ha valutato la normativa e la sua conformità con il diritto comunitario. Sono state avviate procedure di infrazione. Alcuni di loro sono in attesa. Altri sono stati portati alla sentenza della Corte di giustizia. L´interpretazione della Commissione della legislazione Ue è stata confermata. Ora ci aspettiamo le autorità ungheresi a conformarsi pienamente alla sentenza. Permettetemi di ricordare brevemente i recenti sviluppi riguardanti la situazione in Ungheria. L´11 marzo il Parlamento ungherese ha approvato la quarta modifica della legge fondamentale di Ungheria. La settimana prima e, in coordinamento con il Segretario Generale del Consiglio d´Europa, il Sig. Jagland, il presidente Barroso ha parlato con il primo ministro Orbán. Egli ha comunicato la preoccupazione della Commissione sulla conformità del quarto emendamento con il diritto dell´Unione e con il principio dello Stato di diritto, che rappresenta un valore fondamentale dell´Unione europea. Il 11 marzo, il presidente Barroso e il segretario generale Jagland rilasciato una dichiarazione congiunta. Essi hanno espresso le preoccupazioni condivise sia della Commissione e del Consiglio d´Europa per quanto riguarda i principi dello Stato di diritto, il diritto dell´Ue e del Consiglio d´Europa. In questo contesto, permettetemi di citare il segretario generale Jagland, che ha affermato che: " . Che il governo ungherese sta reintroducendo le disposizioni transitorie che sono state annullate dalla Corte Costituzionale Questo dà l´impressione che il governo è disposto a utilizzare la maggioranza parlamentare di due terzi a annullare la Corte Costituzionale, che potrebbe mettere in pericolo il principio fondamentale di controlli e contrappesi in una democrazia. " Questi gravi preoccupazioni devono essere affrontate da Ungheria. La Commissione ha pertanto lanciato un appello al primo ministro Orbán e il suo governo per affrontare e risolvere in maniera decisa e senza ambiguità. La Commissione sta attualmente conducendo una analisi giuridica dettagliata delle modifiche. Analisi giuridica della Commissione sta procedendo ad un ritmo costante, in modo obiettivo, non di parte e leale, nel pieno rispetto della legge e dei principi Ue. Questo è quello che abbiamo fatto in tutte le altre situazioni, come in Romania l´anno scorso. Stiamo anche lavorando a stretto contatto con la Commissione di Venezia del Consiglio d´Europa, che esprime un parere a metà giugno sulla compatibilità di tali emendamenti con i principi dello Stato di diritto. Sulla base di una prima analisi giuridica, il Presidente Barroso ha scritto al primo ministro Orbán, il 12 aprile, esprimendo le gravi preoccupazioni della Commissione circa la conformità di tali emendamenti con il diritto comunitario. Il primo ministro Orbán ha risposto a questa lettera il giorno stesso assicurando il Presidente Barroso di preparazione del Primo Ministro di cooperare e di prestare la massima attenzione alle preoccupazioni sollevate. Egli ha inoltre informato la Commissione di aver già avviato i passi necessari per affrontare i problemi. Ha inoltre ribadito il suo impegno personale a normative europee e dei valori, così come quello del suo governo e del Parlamento ungherese. Tornando alla lettera del Presidente Barroso, questo si concentra in particolare su tre questioni principali: In primo luogo, una clausola, introdotta dall´articolo 17 della quarta modifica della legge fondamentale ungherese, in Corte di giustizia europea che comportano obblighi di pagamento. L´attuazione di questa disposizione significa che l´Ungheria avrebbe introdotto una tassa ad hoc sui cittadini ungheresi Ungheria dovrebbe essere multato per violazione del diritto comunitario. E ´davvero sensato per rendere i cittadini pagano una tassa ogni volta che lo stato avrebbe mancato di essere in regola con il diritto comunitario? In pratica, i cittadini sarebbero penalizzati due volte: una volta per non aver avuto i loro diritti ai sensi del diritto comunitario ha accolto e una seconda volta per dover pagare per questo. Ciò potrebbe minare l´autorità della Corte di giustizia e potrebbe costituire una violazione del dovere di leale cooperazione di cui all´articolo 4 (3), del trattato sull´Unione europea da parte di Ungheria; In secondo luogo, le grandi potenze data dall´articolo 14 del quarto emendamento che consente il presidente dell´Ufficio nazionale della magistratura di trasferire i casi da un tribunale all´altro. Il Consiglio d´Europa e la Commissione hanno già espresso preoccupazione per questo problema l´anno scorso. Questa modifica consente un ufficio amministrativo per il trasferimento dei casi da un tribunale all´altro. Se applicato ad un caso riguardante il diritto comunitario, potrebbe sollevare questioni di incompatibilità con l´obbligo dell´Ue per fornire i rimedi giurisdizionali necessari per assicurare una tutela giurisdizionale effettiva e al diritto ad un equo processo, come previsto dalla Carta dei diritti fondamentali. Ogni individuo ha diritto ad una determinazione prestabilito, rivedibili, di cui il giudice sentirà il suo caso. Questo è essenziale per evitare l´arbitrarietà. La Commissione ha già sollevato la questione con le autorità ungheresi lo scorso anno e ha riservato il suo diritto di avviare una procedura di infrazione in materia. Il 12 aprile, le autorità ungheresi hanno trasmesso alla Commissione un progetto di legge che abbiano modificato le regole di applicazione del trasferimento dei casi. Secondo le autorità ungheresi, questo progetto risponde alle preoccupazioni della Commissione di Venezia. Questo dovrà essere attentamente valutata dalla Commissione. In terzo luogo, le restrizioni introdotte dall´articolo 5.1 del quarto emendamento alla pubblicazione di annunci politici. L´articolo 5.1 prevede restrizioni alla pubblicazione di annunci politici durante le campagne elettorali, tra cui le elezioni del Parlamento europeo. Limitazioni, mentre possono essere accettabili, in alcuni casi, sarebbero legittime solo se sono debitamente giustificate e proporzionate. Secondo questa disposizione, annunci politici potevano essere pubblicati solo sui "servizi di media pubblici". Si precisa che la quota di ascolto di media privati ​​in cui si applicherebbe la restrizione rappresenta quasi il 80% in Ungheria. Il 15 aprile le autorità ungheresi hanno scritto alla Commissione di presentare una modifica a queste regole. Queste nuove regole proposte dovranno essere sottoposti ad un´analisi più dettagliata. Questo elenco non è affatto esaustivo e la Commissione proseguirà la sua analisi giuridica in materia. Una volta che l´analisi giuridica è finalizzato, la Commissione, se del caso, adottare le misure necessarie al fine di avviare le procedure di infrazione. L´analisi che la Commissione sta attualmente ultimando sarà approfondita, suono e oggettiva e rifletterà il ruolo speciale di responsabilità e di quasi-giurisdizionale della Commissione in quanto custode dei trattati. Presidente, Onorevoli Parlamentari, Vorrei sottolineare che questa non è la prima volta che la Commissione ha dovuto intervenire in Ungheria. L´anno scorso, la Commissione ha già dovuto avviare due procedure di infrazione contro l´Ungheria: Un primo caso riguarda il pensionamento forzato precoce di giudici, procuratori e notai. Nel novembre 2012, la Corte di giustizia ha confermato l´analisi giuridica della Commissione e ha dichiarato la relativa legislazione ungherese incompatibile con il diritto comunitario. Ai sensi dell´articolo 260 (1), del Tfue, l´Ungheria è tenuta a prendere i provvedimenti necessari per conformarsi alla sentenza della Corte e la Commissione continua ad analizzare il rispetto da parte dell´Ungheria con questo giudizio. Anche se la normativa di attuazione è stata passata a conformarsi alla sentenza che non abbiamo visto l´effettiva reintegrazione di queste persone nei loro post precedenti. La Commissione è stata regolarmente insistendo sul fatto che l´Ungheria applica la sentenza della Corte rapidamente e in pieno. Un secondo caso riguarda la violazione dell´indipendenza dell´autorità per la protezione dei dati e la revoca del mandato del precedente commissario per la protezione dei dati. Questo caso è ancora pendente dinanzi alla Corte di giustizia. Il mese scorso la Commissione ha ribadito le sue preoccupazioni per l´Ungheria sottolineando che l´indipendenza di una protezione di vigilanza dei dati è un requisito fondamentale del diritto dell´Unione. La Commissione deplora che, nonostante la causa pendente dinanzi alla Corte, l´Ungheria ha ora anche fatto un passo ulteriore incorporando la cessazione anticipata a livello costituzionale attraverso il Quarto Emendamento. Questo per quanto riguarda il diritto comunitario, ora per lo stato di diritto. Ungheria dovrà inoltre tenere in debito conto il parere che il Consiglio d´Europa / Commissione di Venezia consegnerà a giugno, in piena conformità sia dell´Unione europea e del Consiglio d´Europa dei principi, regole e valori. La Commissione si aspetta una risposta responsabile dall´Ungheria al presente parere. Il Presidente Barroso ha inoltre messo in evidenza al primo ministro Orbán il lavoro di questo Parlamento nella preparazione della risoluzione viene adottata nel giugno sulla "situazione dei diritti fondamentali in Ungheria: gli standard e le pratiche" e basato sul lavoro di Mep Rui Tavares. La Commissione si aspetta che le autorità ungheresi ad impegnarsi in un dialogo politico con il Parlamento al fine di affrontare tutte le conclusioni della risoluzione può contenere. La Commissione non può assicurare al Parlamento che continuerà a chiamare per la legislazione sia compatibile con il diritto dell´Unione europea e dello Stato di diritto di essere rispettati. La Commissione ha sollecitato e continua a sollecitare le autorità ungheresi ad agire in modo responsabile e nel migliore interesse di Ungheria e l´Ue nel suo complesso. Riconosco che abbiamo ricevuto una risposta immediata alla lettera del Presidente Barroso. Sarà ora necessario per analizzare i cambiamenti correnti d´aria e di verificare la loro compatibilità con il diritto comunitario, che mi auguro possa essere il caso. Grazie per la vostra attenzione.”  
   
 

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