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Notiziario Marketpress di
Venerdì 19 Aprile 2013 |
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LUCANIA: INDEBOLIMENTO DELLA DOMANDA PER IL TURISMO LUCANO NEL 2012
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La crisi nel 2012 si è abbattuta anche sul comparto turistico lucano, che ha accusato un forte indebolimento della domanda dopo un 2011 che aveva evidenziato un discreto dinamismo. 82.000 i pernottamenti in meno (il 2011 aveva fatto registrare un + 73.000) e presenze ritornate sotto la soglia del milione e 900 mila unità. Gli arrivi, viceversa, hanno continuato a crescere, pur se a ritmi molto più rallentati rispetto a quelli del biennio precedente, raggiungendo le 518 mila unità, che rappresentano comunque il nuovo massimo storico. Il bilancio, nel contesto di forte flessione nazionale, parla dunque di una limitazione delle perdite di presenze (-4,2% contro una media del -6,4%), e di una controtendenza sugli arrivi (-5,4% in Italia). E’ questo il macro-dato che emerge dal Rapporto sul turismo lucano del 2012, elaborato per conto della Regione Basilicata dal Centro Studi Unioncamere Basilicata. «Questi risultati, solo superficialmente dicotomici - sostiene il presidente di Unioncamere Basilicata, Pasquale Lamorte – si spiegano probabilmente con la minore capacità di spesa delle famiglie, a causa della crisi economica in atto, si traduce in un taglio dei consumi turistici che viene operato non soltanto rinunciando del tutto alla vacanza, ma anche optando per vacanze più brevi ed economiche: orientamento, quest’ultimo, che ha contrassegnato fortemente la domanda indirizzatasi verso la principale destinazione di turismo stanziale della regione, il Metapontino». I dati di sintesi Nel 2012 le presenze italiane sono diminuite del 4,2% (circa 75 mila unità), interrompendo un trend espansivo in atto dal 2007. La flessione delle presenze straniere (-4,0%, 6mila unità in meno) è invece la quinta consecutiva negli ultimi anni. L’incidenza del turismo internazionale si mantiene dunque molto bassa, non superando l’8% del totale delle presenze: quota che colloca la Basilicata all’ultimo posto tra le regioni italiane quanto a capacità di attrazione della domanda estera. Va osservato, tuttavia, che il calo delle presenze straniere registrato lo scorso anno si è concentrato nelle aree dove le motivazioni del soggiorno sono prevalentemente di lavoro; per contro, nelle aree turistiche più importanti, le presenze straniere hanno evidenziato un positivo trend di crescita. Con riferimento ai principali Paesi di provenienza, il 2012 ha confermato il discreto dinamismo della clientela tedesca, ritornato sui livelli precedenti la caduta del 2010 (circa 24 mila). E’ proseguita inoltre, per il terzo anno consecutivo, la crescita della clientela statunitense (+5,2%), la seconda ormai in ordine di importanza, con l’11,0% delle presenze complessive; mentre ha continuato ad arretrare la clientela francese, più che dimezzatasi negli ultimi due anni. Per quanto riguarda, invece, il mercato domestico, il primo dato da rimarcare è il vero e proprio exploit della clientela proveniente dal Lazio, cresciuta del 45,5% rispetto al 2011 (70 mila presenze in più), che compensa ampiamente le perdite registrate sugli altri principali mercati del centro-nord: dal Piemonte (-14,2%), alla Lombardia (-5,4%), all’Emilia Romagna (-1,0%). I regressi più consistenti si sono registrati tuttavia sui mercati di prossimità (Puglia e Campania) e su quello interno, che alimentano una parte considerevole del turismo lucano e che nel 2012 si sono caratterizzati da un marcato orientamento della domanda verso vacanze più brevi. Sul piano delle strutture, sia la ricettività alberghiera che quella complementare hanno chiuso il 2012 con un bilancio ampiamente negativo, ma all’interno di ciascun comparto gli andamenti delle presenze sono risultati abbastanza differenziati. Il sistema alberghiero, in particolare, ha fatto registrare quasi 54 mila pernottamenti in meno rispetto all’anno precedente (-4,0%), con una flessione maggiore che si è concentrata negli alberghi della fascia intermedia (3 stelle); molto sfavorevole anche il consuntivo delle residenze turistico-alberghiere, che hanno ceduto il 7,8%. Per contro, le strutture della fascia alta hanno beneficiato ancora di un modesto trend di crescita. Molto positivo, infine, il saldo dei pernottamenti negli alberghi delle categorie più economiche (1 e 2 stelle), ma le presenze aggiuntive non hanno consentito di recuperare quelle perdute nei due anni precedenti. All’interno del comparto extra-alberghiero, va segnalato innanzitutto il forte arretramento delle presenze nei campeggi (-17,3%, per oltre 65 mila unità in meno), che hanno evidenziato anche una pronunciata riduzione della permanenza media degli ospiti. Su tale andamento ha certamente influito la più generale contrazione della domanda turistica rivolta al Metapontino, considerato che – in quest’area – sono localizzate quasi tutte le principali strutture. I villaggi turistici, che rappresentano la seconda componente più importante del sistema di offerta complementare, hanno registrato invece dinamiche decisamente espansive, grazie anche all’ampliamento del potenziale ricettivo: l’aumento delle presenze ha sfiorato il 31%, oltre 29 mila in più rispetto al 2011. Segnali molto positivi giungono dalle nuove forme di ricettività come il Bed & Breakfast, dove i pernottamenti continuano a crescere a ritmi superiori a quelli dei posti letto (+16,6 e +11,7%, rispettivamente, nel 2012): uno sviluppo indubbiamente favorito dal crescente orientamento della domanda turistica verso soluzioni di soggiorno più economiche. Quest’ultimo fattore ha probabilmente contribuito anche alle positive performance registrate negli ultimi anni dalle case e appartamenti per vacanza, cresciuti sia sul piano della dotazione ricettiva che delle presenze. Bilancio ancora negativo, infine, per gli agriturismi che, per il secondo anno consecutivo, hanno accusato un calo delle presenze (-5,9%). Sotto il profilo territoriale, il bilancio in rosso del turismo lucano nel 2012 si deve innanzitutto al Metapontino, dove le presenze sono diminuite di 47 mila unità su base annua (-4,2%) ma c’è stata una sensibile crescita degli arrivi (+6,4%); le minori presenze riflettono, quindi, una marcata riduzione dei periodi di soggiorno, secondo una tendenza ormai consolidatasi negli ultimi anni (tra il 2008 e il 2012, la durata media della vacanza nel Metapontino è scesa da 7,67 a 6,36 giornate). Il consuntivo dello scorso anno è stato penalizzato poi dalla forte contrazione dei flussi turistici destinati alla Val d’Agri e al Vulture/melfese, in larga parte legati a spostamenti per motivi di lavoro: i tassi di decremento hanno raggiunto, rispettivamente, il 20,1 e il 18,3%, per circa 19 mila pernottamenti in meno in ciascuna area. Per la Val d’Agri si tratta della prima flessione dopo un triennio di crescita a ritmi sostenuti; mentre nel Vulture/melfese tale andamento ha portato il volume annuale di presenze turistiche al minimo storico. Perdite consistenti si sono registrate anche nel comune capoluogo, dove le presenze (tipicamente d’affari) hanno ceduto il 10% per il secondo anno consecutivo (circa 13 mila in meno i pernottamenti nell’ultimo biennio). A sollevare le sorti del turismo lucano, evitando una caduta ancora più pesante, hanno provveduto le due più importanti destinazioni turistiche dopo il Metapontino, vale a dire Maratea e Matera. La località tirrenica, in particolare, ha messo in mostra performance di assoluto rilievo: le presenze sono aumentate infatti del 12,1%, superando per la prima volta la soglia delle 200 mila unità; analogamente in crescita la durata media del soggiorno (da 4,09 a 4,41 giornate), in contro-tendenza rispetto a tutte le altre destinazioni della regione. Nella città di Matera, invece, il trend fortemente espansivo degli ultimi anni ha lasciato spazio ad una dinamica più moderata: l’incremento delle presenze si è fermato allo 0,7% (circa 1.200 in più), dopo il +12,2% del 2011 e il +21,7% del 2010. La causa è da ricercare nella contrazione del turismo d’affari e del turismo “di passaggio” e “itinerante” che si attiva nel periodo estivo. Una sostanziale stazionarietà ha caratterizzato, infine, le presenze nell’area del Pollino (+0,5%), che continua a mancare l’appuntamento con il rilancio turistico, tra difficoltà ad innovare il “prodotto” e inadeguata qualificazione del sistema di offerta. Tale stazionarietà, tuttavia, è la risultante di andamenti molto differenziati nei diversi periodi dell’anno: al bilancio molto positivo della primavera-estate (nei mesi da maggio ad agosto le presenze turistiche nell’area hanno messo a segno un incremento del 24,0%, oltre 8 mila in più rispetto al 2011), si è contrapposto un calo altrettanto marcato negli ultimi 3 mesi (circa 7 mila presenze in meno), su cui ha indubbiamente pesato anche il clima di allarme seguito agli eventi sismici di ottobre. Valori molti bassi e inferiori alla media regionale si riscontrano anche nella Val d’Agri e nel Vulture/melfese. Tutti i dati sono su http://www.bas.camcom.it/ |
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