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Notiziario Marketpress di
Lunedì 22 Aprile 2013 |
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NATI-MORTALITÀ DELLE IMPRESE: NEL I TRIMESTRE 2013 PIEMONTE MAGLIA NERA IN ITALIA, CON UN BILANCIO ANAGRAFICO NEGATIVO DEL SISTEMA IMPRENDITORIALE PERSE QUASI 4MILA IMPRESE DA GENNAIO A MARZO
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Torino, 22 aprile 2013 - Nei primi tre mesi
del 2013 si acuisce ulteriormente la crisi che ha colpito il sistema
imprenditoriale piemontese. Nel periodo gennaio-marzo 2013 sono state 9.140 le aziende nate in Piemonte, a fronte
delle 10.029 nuove iscrizioni registrate nel corso dello stesso trimestre del
2012. Al netto delle 13.062 cessazioni (valutate al netto delle
cancellazioni d’ufficio), il saldo è
negativo per 3.922 unità (nel I trimestre 2012 era -3.251
unità), dato che porta a 455.778 lo
stock di imprese complessivamente registrate a fine marzo 2013 presso il Registro
imprese delle Camere di commercio piemontesi.
Il bilancio tra
nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita del -0,85%, inferiore a quello registrato
nello stesso periodo del 2012 (-0,70%) e a quello complessivo nazionale
(-0,51%).
Il tessuto
imprenditoriale piemontese ha subìto gli impatti negativi della nuova fase
recessiva in maggiore misura rispetto alle altre regioni competitor del
nord-ovest e del nord-est, i cui bilanci anagrafici si sono attestati a -2.702
unità per la Lombardia, -3.692 per
l’Emilia Romagna e -3.320 per il Veneto.
“È
inaccettabile continuare ad assistere a questa emorragia di forze
imprenditoriali, di occupazione, di know how e competenze dal nostro territorio.
Il Piemonte e l’Italia non possono più aspettare: è giunto il momento di agire
concretamente, instillando nuova linfa vitale all’intero sistema economico.
Occorre ridare subito credito alle imprese, trovare misure urgenti per
l’occupazione – soprattutto giovanile – e strumenti adeguati per ridare slancio
a quella produttività che da sempre ci ha contraddistinto” commenta
Ferruccio Dardanello, Presidente Unioncamere Piemonte.
Si
sottolinea come l’interpretazione dei dati debba avvenire considerando che il I
trimestre dell’anno presenta con una certa regolarità saldi negativi, a causa
del concentrarsi a fine anno di un numero elevato di cessazioni di attività, il
cui riflesso si registra negli archivi camerali nelle prime settimane del
nuovo anno.
Il dato regionale
scaturisce dagli andamenti negativi registrati in tutte le province. Il Piemonte
nord-orientale mostra, ad eccezione di Novara, i tassi di crescita peggiori. Vercelli (-1,48%), supera notevolmente
la flessione registrata dal tasso di crescita regionale. Anche il Verbano Cusio Ossola (-1,06%) e Biella (-1,00%) realizzano performance
inferiori alla media piemontese, mentre
Novara (-0,51%), pur registrando
un tasso negativo, manifesta una
contrazione sensibilmente meno elevata.
Il Piemonte meridionale trova nella provincia di Asti il risultato peggiore (-1,01%), mentre risulta più contenuta la flessione per le
province di Alessandria (-0,81%) e Cuneo (-0,82%). Torino, provincia sede della metà delle
imprese piemontesi, genera un tasso di crescita lievemente migliore (-0,82%) rispetto al dato regionale.
Dall’analisi per
classe di natura giuridica, si osserva come siano le imprese individuali e le
società di persone, ossia la parte meno strutturata nel nostro tessuto
imprenditoriale, a subire le perdite più significative. I tassi di crescita
negativi delle imprese individuali
(-1,27%) e delle società di persone
(-0,64%) sono solo parzialmente compensati dal miglior andamento delle società di capitale (+0,24%) e dalle altre forme (+0,41%). All’interno di quest’ultima
voce sono comprese le società
cooperative che, in questo periodo di grave recessione economica, hanno
manifestato su tutto il territorio nazionale una capacità di tenuta superiore
alla media.
Valutando le
variazioni annuali dello stock di imprese registrate per settore di attività
economica, si osserva come i risultati peggiori appartengano ai comparti
dell’agricoltura e dell’edilizia. L’agricoltura, che ormai da diversi anni
vede progressivamente ridursi in maniera strutturale il numero di imprese anche
a livello nazionale, registra nel I trimestre una variazione negativa del 1,65%. La forte crisi
vissuta dal settore delle costruzioni viene confermata da una
diminuzione del numero di imprese pari al -1,77% rispetto al dato di fine
dicembre 2012.
Risultano negative
anche le performance dell’industria in
senso stretto (-1,48%) e del
commercio (-1,24%). Meno intense le flessioni registrate dagli altri servizi (-0,85%) e dal turismo (-0,37%). |
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