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Notiziario Marketpress di Martedì 23 Aprile 2013
 
   
  RIUNIONE IN REGIONE MARCHE CON I SINDACATI SULLA VERTENZA API.

 
   
  Ancona, 23 aprile 2013 - Fare il punto con le Organizzazioni sindacali Cgil Cisl E Uil e le Rsu dopo un incontro tra i vertici dell’Api Raffineria e le segreterie nazionali degli stessi Sindacati, circa una probabile riapertura del sito di Falconara Marittima, prima del previsto termine del 1° gennaio 2014. Era questo lo scopo della riunione di del 19 aprile con l’assessore regionale al Lavoro , Marco Luchetti, oltre che il confronto sui tempi di realizzazione degli impegni derivanti dall’Accordo tra Regione e Api sul rigassificatore . Una buona notizia, la riapertura forse tra qualche mese, velata però da una preoccupazione che riguarderebbe ufficiose volontà dell’Azienda di mettere in stato di esubero 100 persone. “Un problema, quest’ultimo, che non dovrebbe nemmeno porsi – ha spiegato l’assessore – per due semplici motivi: il primo, c’è un accordo tra Regione Marche e Api sul rigassificatore che è condizionato al mantenimento dei livelli occupazionali per dieci anni, il secondo motivo è che è operativa una cassa integrazione straordinaria che per natura non si concilia con gli esuberi. Ma è nostra intenzione – ha proseguito- convocare i vertici aziendali prima della nuova riunione del 3 maggio prossimo con le segreterie nazionali sindacali, per avere informazioni precise sullo stato di avanzamento delle progettualità e dei piani di investimento che l’Azienda si era impegnata a presentare entro aprile 2013 , in sede di tavolo Tecnico e relativamente al punto 6 dello stesso Accordo con la Regione.” I Sindacati, pur accogliendo con soddisfazione la notizia di una riapertura probabilmente legata alla cosiddetta “campagna bitume”, hanno espresso tuttavia preoccupazione sulle voci allarmistiche e ancora non ufficializzate che si affacciano su un quadro già di difficoltà, temendo che le ipotesi di efficientamento celino riduzioni di posti di lavoro . Le preoccupazioni dei sindacati sono collegate soprattutto al fatto di non disporre di informazioni certe in termini di prospettiva, ad un’assenza ancora di un Piano Industriale Strategico ed alla inespressa volontà dell’azienda di investire in impianti energetici alternativi come era previsto dagli impegni presi.  
   
 

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