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Notiziario Marketpress di
Martedì 30 Aprile 2013 |
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FUSIONE DI COMUNI, DALLE PROVINCE DI LIVORNO E PISA ALTRE QUATTRO RICHIESTE
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Firenze, 30 aprile 2013 – Nella
Toscana dei ‘campanili’, che poi a conti fatti ha molti meno comuni di altre
regioni, continuano a crescere le amministrazioni che scelgono di fondersi.
Alti quattro comuni ne hanno fatto richiesta e dal 1 gennaio 2014 potrebbero diventare due. Si tratta dei comuni di Campiglia Marittima e
Suvereto (16.510 abitanti), in provincia di Livorno, e di Casciana Terme e Lari
(12.517 abitanti), in provincia di Pisa.
La giunta ha approvato ieri una proposta di legge presentata
dall’assessore agli enti locali Vittorio Bugli che dovrà essere discussa dal
Consiglio regionale e che prevede un referendum consultivo che si svolgerà
probabilmente in autunno. Un percorso identico a quello che ha già visto i
cittadini chiamati alle urne in quattordici comuni la scorsa settimana, con i
“si’” alla fusione che hanno prevalso in sei casi – a Fabbriche di Vallico e
Vergemoli, a Figline e Incisa Valdarno e a Castelfranco di Sopra e Pian di Scò
– e i “no” che sono stati invece più numerosi all’isola d’Elba. Il prossimo 16
giugno è già stato fissato un altro referendum per la fusione dei comuni di
Castel San Niccolò e Montemignaio.
I vantaggi per i Comuni fusi – Le fusioni, che aiutano a risparmiare
nella gestione dei servizi ed offrire con le stesse risorse servizi migliori,
sono sostenute finanziariamente dalle Regione. Ogni Comune che si fonde può
contare oggi su 250 mila euro l’anno per cinque annidi maggiori contributi
regionali, fino ad un massimo di un milione di euro per fusione. A questi si
aggiungono i finanziamenti dello Stato, che variano a seconda della popolazione
e sono il 20 per cento, per dieci anni, dei trasferimenti erariali che gli
stessi Comuni potevano vantare nel 2010. I Comuni che si fondono sono anche
esentati per 3 anni dal rispetto del tetto del patto di stabilità e in questo
modo possono far ripartire gli investimenti.
Le Unioni di Comuni - Non ci
sono comunque solo i Comuni che decidono di fondersi. Sempre più
amministrazioni, pur senza diventare un comune unico, scelgono in Toscana di
gestire insieme più funzioni. E non si tratta solo dei comuni obbligati per
legge: ovvero quelli sotto 5.000 abitanti (soglia che si abbassa a 3.000, nel
caso di comuni montani). Lo fanno dando vita ad Unioni di Comuni, con un
sindaco dell’Unione e un suo consiglio, oppure con una convenzione, ovvero
firmando una sorta di contratto dove i Comuni mantengono la propria autonomia
ma decidono insieme che uno (per tutti) svolga una funzione piuttosto che
un’altra. In Toscana oggi sono 25 le Unioni di Comuni e coinvolgono 156
amministrazioni. I Comuni obbligati a gestire funzioni fondamentali in modo
congiunto sono 107 su 287.
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