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Notiziario Marketpress di Mercoledì 08 Maggio 2013
 
   
  FIRENZE, OPIFICIO PIETRE DURE: TRAGUARDO EUROPEO PER L’ISTITUTO DI RESTAURO

 
   
  Firenze, 8 maggio 2013 – “La Regione Toscana, anche attraverso consistenti finanziamenti, ha fortemente sostenuto, in stretto rapporto con il ministero per i Beni culturali e con i suoi istituti in Toscana, con il Cnr e con l’Università, la ricerca nel settore delle tecnologie per il restauro, la conservazione e la valorizzazione. Il lavoro fatto in questi anni ci consente oggi di candidare l’Opificio, nell’ambito del programma Horizon 2020, al coordinamento di una struttura di ricerca europea per i beni culturali, portando a compimento ciò che si è aggregato attorno a vari progetti finanziati dall’Unione Europea, grazie all’impegno diretto del segretario generale del ministero Pasqua Recchia”. Lo ha annunciato l’assessore alla cultura Cristina Scaletti intervenendo oggi alla giornata di studi in occasione degli ottanta anni del Laboratorio di restauro dei dipinti mobili (1932-2012), all’auditorium di Sant’apollonia, a Firenze. “Per dar seguito a questo obiettivo – ha spiegato l’assessore – è stato messo a punto il testo di un’intesa fra Mibac, Regione Toscana e Cnr che è in questi giorni in corso di approvazione per far convergere impegni e volontà affinché l’Europa riconosca all’Opificio ed al sistema di ricerca che attorno ad esso si è strutturato il ruolo di leader nella conservazione e valorizzazione dei beni culturali”. L’intreccio tra ricerca scientifica e quotidiano operare degli “artigiani” restauratori fa parte, storicamente, del dna dell’Opificio. Intreccio tanto più efficace quanto più ampia è la rete degli istituti di ricerca che sono coinvolti e che cooperano tra di loro. La rete degli istituti di ricerca è incentrata sulla cooperazione tra il laboratorio scientifico dell’Opificio e gli istituti del Cnr e delle università di Firenze, Pisa, Siena, Perugia, Bologna, dell’Enea di Roma, ma comprende anche un ricco tessuto di imprese, capaci di integrare tecnologie avanzatissime e straordinaria manualità artigiana. “La connessione tra l’Opificio, il sistema della ricerca ed il sistema delle imprese – ha sottolineato Scaletti – come è stato ricordato, riveste grande importanza in Toscana. Oltre che come presidio del nostro patrimonio, a cui è legata buona parte dell’economia della regione, anche come settore d’impresa, rilevante in termini di occupati e di produzione di valore aggiunto. La capacità di far interagire queste diverse dimensioni e competenze è stata la chiave che ha consentito, ad esempio, di affrontare la drammatica emergenza determinata dall’alluvione del 1966, i cui effetti, in qualche misura, ancora persistono. Ma quella drammatica emergenza è stata anche una straordinaria spinta all’innovazione di un sistema che fino a quel momento era ancora a livello poco più che artigianale e che oggi ci consente di disporre di strumenti avanzatissimi nell’opera difficile della tutela e della conservazione di un patrimonio unico al mondo”.  
   
 

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