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Notiziario Marketpress di Martedì 06 Marzo 2007
 
   
  IL CER RICEVE IL SOSTEGNO DELL´INDUSTRIA

 
   
   Bruxelles, 6 marzo 2007 - Il Consiglio europeo della ricerca (Cer), inaugurato ufficialmente il 27 febbraio a Berlino, finanzierà la ricerca di frontiera (curiosity driven), erogando sovvenzioni ai ricercatori sulla base dell´eccellenza. Il lancio è stato accolto con entusiasmo dai ricercatori, ma anche l´industria condivide lo stesso fervore? L´industria, com´è ovvio, è essenzialmente interessata all´altro fine del processo di ricerca: l´innovazione e la scienza applicata. Le pressioni dell´industria si sono concentrate sulla creazione di un ambiente che incoraggi gli investimenti delle imprese nella ricerca in Europa nonché la successiva immissione di prodotti sul mercato. L´ue è molto abile nella produzione di risultati di ricerca, però la sua scarsa capacità di dare seguito a tali risultati e di elaborare un prodotto commerciale o un servizio è una debolezza spesso definita come il «paradosso dell´innovazione» dell´Europa. Secondo Helga Nowotny, vicepresidente del Cer e del Comitato scientifico di questo stesso organismo, si dovrebbe smettere di pensare in un´ottica lineare. Il processo dall´idea al prodotto non segue un percorso prestabilito che ha inizio con la ricerca di base ma è determinato in ampia misura anche «dal caso e dalla serendipità». L´incertezza insita nella ricerca di frontiera presenta un potenziale enorme e l´industria dovrebbe essere affascinata dalle opportunità offerte da tale attività, ha dichiarato la professoressa Nowotny, aggiungendo che il Cer è disponibile ad accogliere domande di finanziamento da parte dell´industria, a patto che il progetto presentato verta sulla ricerca di frontiera e non sulla ricerca industriale. «Risolvere il problema dell´innovazione non è compito del Cer», ha dichiarato Mark Walport, direttore del Wellcome Trust del Regno Unito, accordando il proprio sostegno all´iniziativa e al suo obiettivo di finanziare la ricerca di frontiera. Lo stesso parere è stato espresso da un altro illustre rappresentante del mondo industriale: il segretario generale dell´Associazione europea per la gestione della ricerca industriale (European Industrial Research Management Association - Eirma), Andrew Dearing, il quale ha dichiarato al Notiziario Cordis che il Cer è «merita attenzione quale elemento del quadro complessivo dello Spazio europeo della ricerca» poiché l´Europa ha bisogno di simboli che migliorino la ricerca dall´alto. Dearing ha aggiunto che i programmi quadro comunitari di ricerca, pur essendo «iniziative straordinarie», si sono concentrati sulla cooperazione, che è ormai stata affrontata in ampia misura. A seguito dell´opportuno aumento della dotazione finanziaria, ora è giunto il momento di riesaminare gli obiettivi dei programmi quadro e di potenziare il numero di aspetti legati alla concorrenza. «Il Cer è il primo elemento del programma quadro a garantire l´eccellenza», ha dichiarato Andrew Dearing. Tuttavia, pur godendo del pieno sostegno di Dearing, il Cer non risolverà i problemi dell´Europa nell´ambito della ricerca. L´ue è perfettamente in grado di creare un ambiente favorevole alla scienza, ma non è altrettanto abile quando si tratta di creare un ambiente che incoraggi gli investimenti da parte delle imprese. «Un aspetto è attribuire il giusto peso alla ricerca di base, ma ora i politici non devono credere che il loro lavoro sia concluso per il solo fatto di avere sollevato la questione», ha dichiarato al Notiziario Cordis. Andrew Dearing ha suggerito ai responsabili decisionali europei di ricordare l´agenda Aho, che raccomanda, tra l´altro, la creazione di mercati di punta, il perfezionamento delle norme in materia di innovazione e aiuti di Stato e la protezione dei diritti di proprietà intellettuale. Alla domanda sulla possibilità che il previsto Istituto europeo di tecnologia (Iet) rappresenti la risposta ad alcuni di questi problemi, Dearing si è pronunciato con un cauto ottimismo. Quando era venuta per la prima volta a conoscenza delle proposte sulla creazione dell´Iet, l´Eirma aveva espresso preoccupazione su due aspetti: temeva infatti che la creazione del progetto scaturisse dal desiderio di lanciare un monito concreto che avrebbe offerto scarso sostegno pratico e che la presentazione della proposta in un momento cruciale per i dibattiti sul Settimo programma (7Pq) avrebbe sminuito proprio tali confronti. «Occorre però rendere merito alla Dg Istruzione nonché al lavoro che ha svolto nell´ultimo anno, in quanto ha saputo ascoltare le parti interessate e rendersi conto che è necessario concentrare le competenze che già esistono», ha affermato Dearing. L´iet è ovviamente un´entità di natura diversa rispetto al Cer, come rileva Andrew Dearing. Il Cer è dotato di specifiche precise e dispone di uno staff altamente qualificato all´interno del Comitato scientifico. «Studiare il modo di organizzare l´Iet e di coinvolgere le persone giuste per portarne a termine la realizzazione è invece più arduo», sostiene Dearing. Per ulteriori informazioni sul Cer consultare: http://erc. Europa. Eu/ . .  
   
 

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