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Notiziario Marketpress di Lunedì 13 Maggio 2013
 
   
  AUTOVELOX, IL COMUNE DI FIRENZE VINCE IN APPELLO CONTRO DUE RICORSI

 
   
  Firenze, 13 maggio 2013 - Gli autovelox di viale Gramsci e viale Lavagnini rispettano le prescrizioni di legge, le contravvenzioni sono pertanto valide (e devono essere pagate in misura maggiorata) e i ricorsi presentati da due automobilisti sono stati respinti. È quanto ha stabilito il Tribunale di Firenze dando ragione in appello al Comune di Firenze: il giudice ha infatti riconosciuto che viale Gramsci e viale Lavagnini hanno le caratteristiche stabilite dalla normativa per poter installare autovelox a controllo remoto, ovvero dispositivi che possono elevare verbali anche senza la presenza di agenti della Polizia Municipale. Le due sentenze ribaltano le decisioni del giudice di pace che, in primo grado, aveva accolto i ricorsi annullando quindi i verbali e condannando il Comune anche al pagamento delle spese. In dettaglio per quanto riguarda viale Gramsci, il giudice di secondo grado ha constato le conclusioni della sentenza di primo grado in toto: quindi sia per la mancata taratura dell’autovelox, per il difetto di posizionamento dell’apparecchio e per la carenza di cartellonistica, per la non corrispondenza del viale alle caratteristiche richieste dal Codice della Strada per la sua non classificazione quale strade di scorrimento. Per viale Lavagnini il giudice di secondo grado ha respinto il ricorso valutando che la strada ha le caratteristiche per poter essere definita “strada di scorrimento” e quindi “autorizzata” dalla norma all’installazione di autovelox a controllo remoto. Le due sentenze prevedono anche il pagamento delle spese da parte degli automobilisti. Dall’ufficio legale del Comune sottolineano come queste sentenze rivestono un ruolo particolarmente importante perché in ambedue i casi il giudice di secondo grado ha ignorato completamente le conclusioni del consulente tecnico d’ufficio nominato dal giudice di pace, di fatto bocciando in toto le argomentazioni avverse all’Amministrazione comunale. Conclusioni che erano circolate negli uffici dei giudici di pace diventando una sorta di precedente da poter utilizzare in casi analoghi.  
   
 

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