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Notiziario Marketpress di Mercoledì 15 Maggio 2013
 
   
  ROMA, XXXIV CONGRESSO DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI MEDICINA ESTETICA (SIME) - LA MEDICINA ANTI-AGING. INTERVENTO DI FRANCESCO ROMANELLI, PROFESSORE DI FISIOPATOLOGIA MEDICA, SCIENZA DELL´ALIMENTAZIONE ED ENDOCRINOLOGIA, DIPARTIMENTO DI MEDICINA SPERIMENTALE, UNIVERSITÀ LA SAPIENZA DI ROMA

 
   
  “Negli ultimi anni l’Italia è un Paese che si è trovato anni ad affrontare un profondo cambiamento strutturale della sua popolazione: è infatti una delle nazioni al mondo con più anziani, grazie al calo della fecondità e all’aumento della speranza di vita; un’emergenza alla quale tutti i settori dovranno fare fronte, ed in particolare quello della sanità. L’interesse e la risonanza della medicina Anti-aging sarà quindi, nel corso del prossimo futuro, una delle principali branche di interesse non solo specialistico, ma anche per la medicina generale. Quanto siamo ‘invecchiati’. Ma qual è effettivamente la situazione nella quale ci troveremo? Lo chiederemo al Prof. Raimondo Cagiano De Azevedo, che analizzerà il presente e le prospettive future di questo sconvolgimento sociale e sanitario alla quale la medicina dovrà far fronte nei prossimi anni, mostrando gli ultimi dati e previsioni di cosa ci troveremo ad affrontare. Infatti, nel confronto tra l’inizio e la fine del periodo osservato nello studio, è evidente come la popolazione oltre la soglia dell’anzianità è quadruplicata, con un aumento dell’incidenza totale del 154%; le proiezioni, inoltre, non sono affatto rassicuranti: in circa 20 anni il numero degli anziani aumenterà di altri 4 milioni; nel 2030, secondo questo probabile scenario, 1 individuo su 4 avrà 65 anni e più. Ciò che però non si vede è che il ricambio tardivo produce anche un ringiovanimento della popolazione: difatti, con il passaggio dell’età mediana dai 28 ai 43 anni, parte degli individui che in precedenza si sarebbero trovati tra i “meno giovani” ora vengono a trovarsi tra i “più giovani”; ci aspetta quindi una società in cui si è “giovani” fino a 43 anni, per diventare in modo forzato “vecchi” a 65 anni, assottigliando l’aggregato della popolazione adulta che, se non sottoposta a revisioni istituzionali, tassonomiche e classificatorie, diventerà una “specie in via d’estinzione” con un profondo impatto sul sistema socio-economico e di welfare; sarà quindi necessario intervenire nel medio termine con programmi di intervento per assorbire l’impatto della popolazione anziana sulle sfere sociali, come la salute, il sistema previdenziale, il potenziale umano, e per migliorare i servizi sanitari ed assistenziali. L’importanza della prevenzione. Nell’ambito di un intervento sulla popolazione, sicuramente uno dei più efficaci non potrà non essere quello di agire subito, oggi stesso, focalizzandoci sulla prevenzione delle patologie acute e croniche; ed insieme alla dr.Ssa Paola Andreozzi del Dipartimento di Scienze dell’Invecchiamento del Policlinico Umberto I diretto dal Prof. Vincenzo Marigliano analizzeremo infatti il beneficio dell’agire sui fattori di rischio cardiovascolari per raggiungere questo scopo, e delle ultime novità nel costruire una prevenzione individualizzata sul singolo individuo, tenendo conto delle predisposizioni individuali sia a livello di fattori di rischio modificabili che non modificabili; sarà infatti possibile interrompere il legame tra fragilità genetica, ambiente e patologia, valutando il rischio genetico del singolo ed attuando misure di prevenzione individualizzate. Un altro passo avanti, quindi, nel mettere la persona al centro della sanità, con le sue differenze e le sue preziose unicità. La ‘porzione solubile’ delle fibre. “Noi siamo quello che mangiamo” diceva Ludwig Feuerbach, sottolineando già nel Xix secolo l’importanza della dieta nella nostra vita: e le fibre, da sempre cardine in una alimentazione bilanciata, ci riservano nuove sorprese: con la dott.Ssa Marina Mariani, infatti, scopriremo le ultime novità nel campo della prevenzione a tavola, discutendo il beneficio delle fibre idrosolubili a livello cardiovascolare, in grado di esercitare un’azione ipocolesterolemizzante mediante la loro viscosità. Molti studi suggeriscono infatti un consumo di fibre di almeno 20-25 grammi al giorno per prevenire le malattie cardiovascolari e le dislipidemie, soprattutto in età pediatrica: nuova è però la scoperta che è la porzione solubile la maggiore responsabile della riduzione del colesterolo, con una riduzione della frazione Ldl di 2,2mg/dl per ogni grammo di questo nutriente. ‘Bloccare’ o ‘rallentare’ l’invecchiamento. Ma dove agire, dove affrontare la battaglia con l’età per trovare una chiave di volta nello svelare il segreto di una longevità all’insegna del benessere? Il quesito, di non facile risposta, sicuramente non può non prendere in considerazione il contenuto dei nostri geni, campo dove negli ultimi anni la medicina ha fatto passi da gigante: il dott. Damiano Galimberti, segretario della Società Europea di Medicina Preventiva, Rigenerativa e Antiaging ci mostrerà gli ultimi sviluppi al riguardo, facendoci scoprire i legami tra i nostri geni ed una dieta efficace, a misura del singolo individuo; con il dott. Ferdinando Terranova invece affronteremo le ultime novità su una delle più grandi rivoluzioni della biologia degli ultimi anni: il vecchio dogma centrale, in cui ad un gene veniva associata una singola proteina, è stato infatti spodestato dalla scoperta che il Dna “spazzatura”, creduto solo vestigia di un mondo ancestrale, in realtà è in grado di modulare l’espressione genica, aprendo le porte al nuovo mondo dell’epigenetica. Proprio come all’interno di una fabbrica, infatti, sono presenti elementi, la cui informazione è codificata in queste zone “spazzatura” in grado di decidere, ad un livello superiore, quali “macchine” attivare e quali no, sia agendo direttamente sul Dna, “aprendolo” e permettendone l’utilizzo, sia interferendo sull’attività del nucleo cellulare attraverso da catene di Rna non codificante proteine. Infine con il dr. Paoli usciremo dal nucleo e ci sposteremo su uno degli organuli più importanti della cellula umana: i mitocondri; ci illustrerà, infatti, le ultime scoperte sul ruolo del coattivatore trascrizionale Pcg-1alfa, in grado di modulare il turnover di questi organuli ma soprattutto quello di rappresentare uno dei regolatori fondamentale del metabolismo energetico cellulare: una nuova speranza, quindi, di fronteggiare l’invecchiamento, agendo su un bersaglio totalmente nuovo; evidente è infatti il ruolo da protagonista di questo direttore d’orchestra intracellulare, in grado, come un bravo capocantiere, di dirottare nutrienti e forza lavoro in maniera efficace e funzionale. Ripristinarne la funzione fisiologica si presenta quindi come un’opzione da poter sfruttare per contrastare gli effetti dell’età. La menopausa. E’ ‘cruciale’ il suo arrivo nel corso della vita della donna: un momento in cui viene meno l’effetto degli estrogeni e del progesterone circolanti a seguito della diminuita funzione ovarica; da sempre gli scienziati hanno trovato difficoltà nell’affrontare questo momento di passaggio nella maniera più efficace, il cui non felice esito può compromettere un invecchiamento all’insegna del benessere. Cruciali quindi gli interventi del dr. Franco Anglana, sul tema della fitoterapia in climaterio e menopausa con i suoi pro e contro, possibile soluzione dalla Natura, come gli isoflavoni, flavonoidi e macerati glicerici e del Prof. Francesco Primiero, con cui discuteremo la terapia ormonale sostitutiva nei suoi aspetti più classici ma anche tramite gli ultimi punti di vista, che parzialmente rivoluzionando, ma anche ripercorrendo entusiasmi passati, stanno rivalutando questa opzione per affrontare i disturbi legati a questo delicato periodo. L’allarme-invecchiamento. Ma i segni dell’invecchiamento possono anche essere segnali di allarme: in qualità di Vice Presidente dell’Accademia Italiana di Medicina Antiaging, affronterò una patologia la cui prevalenza dopo una certa età è in costante crescita: l’ipotiroidismo, spesso associato ad autoimmunità, in cui segni e sintomi significativi nell’ambito della medicina estetica, quali ad esempio aumento del peso corporeo, fragilità dei peli, alopecia, potrebbero determinare una diagnosi precoce con conseguente adeguata terapia sostitutiva. Ma l’invecchiamento precoce può anche essere da attribuire alla società moderna? Nota a tutti è infatti l’epidemia di inattività fisica, mediata da sempre maggiori spostamenti in auto ed un’attività lavorativa sempre più sedentaria, sicuramente una dei colpevoli dell’incremento dell’incidenza e della prevalenza di malattie metaboliche e cardiovascolari, riducendo il benessere della popolazione e le possibilità di un invecchiamento sano e fisiologico: ce ne darà la conferma il dott. Strollo, che ci farà vedere gli sconvolgenti effetti sia su volontari sani sottoposti a riposo forzato sia su anziani, sottoposti ad un regime di “riattivazione” motoria a bassa intensità. Difatti nei primi uno studio, effettuato per conto dell’agenzia spaziale italiana (Asi) ha verificato che già dopo due settimane compare insulino-resistenza ed utilizzo dei prodotti di degradazione delle proteine, con conseguente deterioramento anatomo-funzionale del muscolo ed aumento dell’adipe viscerale; nel secondo invece, effettuato su anziani affetti da diabete mellito e sarcopenia relativa, si è visto come l’assenza di attività fisica porti ad un decadimento delle prestazioni fisiche e del tono dell’umore rispetto al gruppo riattivato. Con il dr. Paoli invece scopriremo le nostre armi, principalmente riconducibili ad allenamenti fisici, ma che ancora necessitano di una precisa standardizzazione, per sconfiggere la sarcopenia, perdita di massa muscolare spesso presente negli anziani; infatti la mancanza di forza o dinapenia spesso si accompagna a questa frequente involuzione dell’apparato locomotore, limitando l’individuo nella sua indipendenza e vita quotidiana. E rimanendo sempre nell’ambito del metabolismo e del sistema endocrino, con la dott.Ssa Panico e collaboratori vedremo come l’invecchiamento coinvolga anche un livello più nascosto del nostro corpo, agendo sulle principali pathway, in particolare quelle del cortisolo, degli androgeni, dell’ormone della crescita e del metabolismo glucidico. Un nuovo farmaco antiandrogeno. Con il Prof. Costanzo Moretti invece verrà discusso l’effetto di un nuovo farmaco antiandrogeno nell’ambito degli iperandrogenismi, la bicalutamide, agente mediante un meccanismo innovativo, nuovissima risorsa nella lotta ad uno dei più frequenti inestetismi femminili; questa nuova molecola, infatti, è in grado di legare il recettore per gli androgeni, ma di agire con una nuova dinamica: invece di comportarsi come antagonista diretto è in grado di stimolare un complesso trascrizionale inattivo, “scavalcando” l’azione diretta e quindi configurando il farmaco come una nuova opzione per trattare pazienti nelle quali altre molecole non abbiano sortito i risultati sperati, e riducendo l’azione degli ormoni maschili la cui concentrazione, in queste patologie, raggiunge livelli superiori alla normalità. L’indicazione del farmaco è antiandrogeno nella terapia del cancro della prostata cosi come altri antiandrogeni più vecchi come il ciproterone acetato che è contenuto in una pillola anticoncezionale, il Diane, usata per l’irsutismo nella donna; gli effetti collaterali possono essere diversi ad esempio a carico dell’apparato gastroenterico e del fegato. Infine, come già la definizione di salute dell’Oms ci suggerisce, non possiamo non analizzare la sfera psicologica dell’individuo: e scopriremo insieme al prof. Biondi, l’aspetto più intimo dell’individuo, e di come l’unità corpo-mente possa essere influenzata da interventi in grado di agire sia a livello neurovegetativo che neuroendocrino, come il biofeedback, nell’ambito di una riabilitazione psicofisica; questa tecnica, praticata spesso come ausilio nell’ambito di terapie psicoterapiche, ed utilizzata da diversi centri in Italia, ha infatti come obiettivo quello di fare affiorare a livello cosciente la consapevolezza di funzioni fisiologiche, spesso avvertite solo ad un livello subcosciente, mediante macchinari in grado di tradurle in stimoli comprensibili, per ottenerne un controllo volontario. La rosa di interventi di quest’anno sulla medicina Anti-aging, nel corso del Xxxiv congresso nazionale della Sime, si presenta quindi di ampio respiro, in grado di analizzare l’individuo sotto numerosi aspetti sia fisiologici che patologici, configurandosi quindi come un forum di sicuro interesse sia per il medico di medicina generale che lo specialista.” www.Lamedicinaestetica.it  
   
 

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