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Notiziario Marketpress di Mercoledì 15 Maggio 2013
 
   
  ROMA, XXXIV CONGRESSO DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI MEDICINA ESTETICA (SIME) - ‘EPIGENETICA’ E ‘NUTRI-GENOMICA’: ECCO LE PAROLE CHIAVE DELLA DIETA DIMAGRANTE DEL TERZO MILLENNIO. LA DIETA ‘MOLECOLARE’. INTERVENTO DEL PROF. PIER LUIGI ROSSI, SPECIALISTA IN SCIENZA DELL’ALIMENTAZIONE E MEDICINA PREVENTIVA, UNIVERSITÀ DI BOLOGNA

 
   
  “Se abbiamo deciso di metterci a dieta, da oggi non dovremo più preoccuparci delle calorie ma delle molecole contenute negli alimenti. Le molecole, cioè i carboidrati, i lipidi, le proteine, le vitamine, i minerali e l’acqua, sono tutte dotate di un’azione diretta sui geni, sul Dna. Un’azione detta di ‘epigenetica’ e ‘nutrigenomica’. Siamo realmente quello che mangiamo, nel senso che gli alimenti sono in grado di influenzare il comportamento dei nostri geni e di modulare il nostro metabolismo, risvegliandolo o impigrendolo. Le diverse molecole nutrienti introdotte con il cibo sono in grado cioè di condizionare le funzioni dei nostri geni. Molte molecole non forniscono alcuna caloria. E’ il caso ad esempio di tutte le vitamine, di tutti i minerali, della fibra alimentare; eppure si tratta di molecole importantissime, in quanto dotate di azione nutrigenomica ed epigenetica. Non sono le calorie contenute negli alimenti dunque ad agire ed interagire col Dna, ma alcune specifiche molecole. E le più attuali ricerche hanno tenuto conto di questa verità scientifica, eliminando dagli approcci dietetici il calcolo giornaliero delle calorie. Le tabelle delle calorie alimentari forniscono peraltro un’idea solo approssimativa dell’effettivo contenuto energetico degli alimenti. Per un uso pratico, individuale, le calorie tabellari non sono dunque utilizzabili, in quanto inaffidabili. Una porzione di pasta, una porzione di formaggio o di un altro alimento possono contenere lo stesso numero di calorie, ma contengono molecole diverse. La pasta contiene in prevalenza carboidrati. Il formaggio contiene proteine e lipidi in prevalenza e non contiene carboidrati. Il profilo metabolico e ormonale di un individuo è diverso dopo aver ingerito un piatto di pasta oppure una porzione di formaggio perché è diversa la qualità molecolare degli alimenti. La qualità “molecolare” degli alimenti, cioè la loro diversa composizione in principi nutritivi, condiziona il profilo ormonale, metabolico e l’espressione genica di ciascun individuo. Il cibo insomma può “parlare” con i nostri geni e orientarli a recuperare e mantenere il giusto peso forma. E’ necessario dunque selezionare i cibi da consumare in una dieta non tanto in base al contenuto calorico, ma alla diversa attività delle molecole che contengono. Pensare solo al carico giornaliero delle calorie ingerite, come abbiamo fatto fino ad oggi, è un ‘artefatto scientifico’. Il calcolo giornaliero delle calorie ha dimostrato di non riuscire a garantire una reale e duratura modifica del peso corporeo in eccesso. ‘Fat Line’ – I modulatori epigenetici vegetali e marini. I nutrienti alimentari che possono agire sul Dna, sui singoli geni, modulandone l’espressione, sono detti modulatori epigenetici o ‘epicomposti’. Per recuperare il peso forma occorre scegliere gli alimenti dotati di molecole capaci di “orientare” il metabolismo cellulare, in maniera vantaggiosa ai fini di ottenere una riduzione del peso. I geni (Dna) stimolati dalle giuste molecole alimentari producono enzimi necessari per il metabolismo dei carboidrati, lipidi e proteine. Se un gene non è stimolato adeguatamente, non produce gli enzimi necessari per metabolizzare i lipidi, ad esempio. Ma alcune molecole nutrienti possono “aiutare” gli adipociti a “scaricare” il loro fardello di grassi. Per questo è così importante garantire alle nostre cellule l’azione di enzimi attivi sul metabolismo glucidico, lipidico, protidico. E questo è possibile attraverso l’assunzione alimentare di epicomposti, in grado di sostenere e potenziare i sistemi biologici contro l’accumulo di massa grassa, controllando la proliferazione e la differenziazione degli ‘adipociti bianchi’. I modulatori epigenetici sono molecole contenute negli alimenti per lo più di origine vegetale e marina, dotate di azione sul Dna; possono garantire e sviluppare i sistemi biologici in grado di resistere al sovrappeso e all’obesità, attivando l’espressione genica e dunque la produzione di enzimi in grado di gestire e condizionare il metabolismo glucidico, lipidico, protidico delle cellule. La carenza di modulatori epigenetici genera un’alterazione della efficienza metabolica e ormonale nell’intero organismo, favorendo il sovrappeso e l’obesità. Il cibo è il principale mediatore tra il mondo esterno e il nostro Dna. Quello che mangiamo, ‘modifica’ e influenza il nostro Dna insomma, spingendo l’organismo verso l’accumulo di peso o al contrario, verso il calo ponderale. Il controllo ormonale per dimagrire. Ogni volta che mangiamo, tre ormoni del nostro organismo subiscono delle variazioni. Si tratta di: 1. Insulina: un ormone i cui livelli aumentano dopo un pasto; se aumenta in maniera eccessiva, può produrre un accumulo di massa grassa; 2. Glucagone: l’ormone del digiuno; favorisce lo svuotamento dei grassi dagli adipociti; 3. Cortisolo: l’ormone dello stress; se i suoi livelli sono elevati, induce un accumulo di grasso a livello dell’addome e della parte superiore del dorso. Il controllo delle fluttuazioni ormonali legate ai pasti fornisce appunto la spiegazione dell’efficacia di una ‘dieta molecolare’, incentrata sulla giusta scelta delle molecole alimentari e sul superamento del concetto di calcolo giornaliero delle calorie. L’alimentazione quotidiana condiziona il profilo di questi tre ormoni, sensibili al variare dei pasti, e dovrebbe mirare a realizzare questi cinque obiettivi di salute: 1 – Controllo dei picchi glicemici, cioè dei livelli di glicemia dopo ogni pasto. Valori elevati di glucosio nel sangue inducono un aumento dell’ormone insulina, responsabile dell’accumulo di grasso addominale e in altre zone anatomiche: glutei, cosce, mammelle. Ogni volta che mangiamo, il nostro corpo si modifica ed risulta diverso da prima. Bruschi rialzi di glicemia dopo i pasti fanno ingrassare e sono causa di decadenza estetica e funzionale. Si possono evitare questi ‘picchi’ di glicemia, scegliendo alimenti senza farina, preferendo cereali interi ricchi di fibra idrosolubile capace di assorbire acqua e formare un gel che aderisce alle pareti dell’intestino tenue. Le fibre idrosolubili, cosi chiamate perché si uniscono all’acqua, sono contenute oltre che nei cereali e legumi, anche negli ortaggi freschi di stagione. La ‘crusca’ e gli alimenti integrali al contrario, non possiedono la capacità di formare questo gel, amico dell’igiene e funzionalità intestinale, capace di far dimagrire. Per favorire la formazione del gel protettivo occorre anche bere acqua prima dei pasti. La dieta molecolare per il controllo ormonale prevede proprio di iniziare ogni pasto bevendo acqua. Questo gel, composto di acqua e fibra idrosolubile, rallenta l’assorbimento del glucosio e dei grassi dall’intestino nel sangue, garantendo un minor accumulo di grasso corporeo. La dieta molecolare fa dimagrire grazie alla formazione e all’azione di questo sano gel intestinale, limita l’assorbimento intestinale del glucosio e dei grassi alimentari. La glicemia post prandiale non si alza troppo, condizione primaria per “svuotare” le cellule del tessuto grasso e quindi ridurre la circonferenza dell’addome e andare verso un ventre piatto. La dieta molecolare prevede anche la messa ‘a riposo’ dell’intestino, riducendo l’apporto di glutine e dell’amido ‘resistente’ contenuti nella pasta e nei vari prodotti da forno a base di farina. Più l’addome è ricco di tessuto adiposo e globoso, più risulta compromessa la salute e l’armonia della figura. Salute e bellezza dipendono insomma entrambe dall’intestino. 2 – Controllo della secrezione di insulina da parte del pancreas. Il controllo della glicemia dopo ogni pasto permette di frenare la secrezione da parte del pancreas dell’ormone insulina, che agisce sul fegato trasformando i carboidrati alimentari ingeriti in eccesso in grassi che vanno ad accumularsi nel fegato e nelle classiche zone anatomiche di accumulo: addome, mammelle, parte superiore del corpo nelle donne in menopausa e pre-menopausa e uomini ad ogni età; nei glutei, cosce e mammelle in donne in età fertile. Con valori elevati nel sangue di insulina non si dimagrisce. Se poi il fegato è in condizioni di steatosi epatica (fegato grasso) è ancora più difficile dimagrire. Per dimagrire, in particolare nell’addome, occorre lavorare sul fegato, scaricandolo del suo eccesso di carboidrati (glicogeno) e di grassi. Il permanere a lungo nel sangue dell’insulina procura una continua sensazione di fame. 3 – Attivazione del glucagone: è l’ormone del digiuno e contribuisce a tenere basso il valore della glicemia e della insulina. Svolge una preziosa azione sul fegato, “scaricandolo” del glucosio immagazzinato sotto forma di glicogeno e bloccando la formazione di grassi nel fegato. Due azioni primarie per ridurre la circonferenza dell’addome e del peso corporeo in eccesso. Il glucagone agisce anche sugli adipociti, cellule che accumulano grasso, svuotandoli dei loro grassi immagazzinati al loro interno. Più il glucagone agisce e più netto ed evidente sarà la riduzione della circonferenza addominale, il peso corporeo e obesità. La dieta molecolare è organizzata in pasti e in alimenti che permettono di dimagrire senza andare in chetosi, una condizione da evitare perché dannosa per a salute. I cereali interi, la frutta e altri alimenti contenenti carboidrati impediscono la comparsa della chetosi. 4 – Evitare l’aumento del cortisolo, l’ormone dello stress. Un’azione eccessiva e troppo prolungata dell’ormone glucagone porta alla chetosi e alla comparsa del cortisolo nel sangue, ormone dello stress psichico e metabolico. L’eccesso di cortisolo attacca il i muscoli, la parte magra del corpo umano e trasforma le proteine muscolari in glucosio. Da evitare! Dimagrire vuol dire infatti perdere solo massa grassa in eccesso, senza intaccare la massa magra muscolare e l’acqua corporea. La dieta molecolare con la scelta degli alimenti guida l’organismo a produrre i suoi ormoni in giusta quantità. Il risultato è la perdita del grasso, in particolare nell’addome. 5 – Assicurare igiene e benessere intestinale. Il gel intestinale ottenuto da acqua e fibra idrosolubile controlla e limita l’assorbimento intestinale del glucosio, grassi e colesterolo, ma ha anche l’effetto primario di agire sui batteri intestinali. Il gel si forma nell’intestino tenue a seguito dell’incontro tra acqua e fibra idrosolubile, qui limita l’assorbimento del glucosio, dei grassi e del colesterolo, poi continua il suo transito all’interno del tubo intestinale e arriva nel colon dove incontra miliardi e miliardi di batteri, che si dividono in amici o nemici dell’intestino. L’insieme dei batteri intestinali costituisce un organo chiamato Microbiota presente all’interno di un altro organo cavo che è l’intestino! Il gel favorisce i batteri amici dell’intestino e crea invece un ambiente sfavorevole per i batteri aggressivi e responsabili di meteorismo, gas intestinali, putrefazione, dolori addominali, stipsi e disturbi intestinali vari. Il gel formato svolge una azione prebiotica, favorendo i batteri amici dell’intestino. Questa azione favorevole all’intestino permette di ridurre la globosità intestinale che si vede e si misura soprattutto alla sera rispetto alla misurazione della mattina. Se si vuole verificare l’igiene e il benessere del nostro intestino confrontiamo la differenza in centimetri della circonferenza ombelicale tra il mattino e la sera! Durante il giorno, un’alimentazione errata può far sviluppare ingenti volumi di gas intestinali (meteorismo), capaci di far aumentare la circonferenza al livello dell’ombelico. Migliorare la pancia. Allora proviamo insieme a migliorare la nostra linea e in particolare l’addome. Fermiamoci davanti allo specchio, e iniziamo dall’ombelico. Prendiamo un semplice metro e misuriamo la circonferenza ombelicale posizionando il metro proprio a contatto con l’ombelico. Consiglio di eseguire questa misurazione al mattino perché c’è una netta differenza tra la circonferenza ombelicale al mattino e alla sera! Non è saggio misurare un vestito al mattino per indossarlo alla sera! Il rischio è di non “entrare” nel vestito a causa dell’aumento dell’addome alla sera. “L’evoluzione dello studio in Medicina Estetica comprende anche l’alimentazione – commenta Emanuele Bartoletti, Presidente del Congresso Sime – Il cibo ci mantiene in vita, ma ci può anche uccidere. Seguire regole di buon senso legato e indirizzato secondo i nuovi principi ci permette senz’altro di ottenere il massimo dalla nostra alimentazione.”  
   
 

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