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Notiziario Marketpress di
Lunedì 20 Maggio 2013 |
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CONVEGNO FAP ACLI TRENTO “IL VOLONTARIATO NELLE APSP-RSA” ORDINE DEL GIORNO CONCLUSIVO
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Trento, 18 Maggio 2013 - Premessa
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“Generare relazioni
umane - attivare relazioni di mutuo aiuto”: il tema del Convegno odierno si
è voluto incentrare sul volontariato, con la sua carica ideale e motivazionale,
come relazione di solidarietà sul territorio, nell’‟umanizzazione del
servizio”. Esso costituisce infatti il presupposto e il motore per la
formazione della “welfare community“ basata sul principio di sussidiarietà,
verso cui devono orientarsi i nuovi modelli di Welfare, date le difficoltà di
tenuta di quello tradizionale, a causa dei processi di invecchiamento e di
crisi economica in atto.
La legge regionale 21 settembre 2005, n. 7 “nuovo ordinamento
delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza – aziende pubbliche di
servizi alla persona” all’art. 38 disciplina formalmente il ricorso alla
collaborazione del volontariato per il conseguimento delle finalità
statutarie di utilità sociale e la valorizzazione dell’attività degli
enti: trattasi quindi di un investimento istituzionale, che però deve essere
coltivato, indirizzato e supportato anche con l’ausilio di adeguati strumenti regolamentari ed amministrativi intesi a
consentire il coinvolgimento dei
volontari nella formulazione dei programmi e nell’organizzazione delle modalità
di intervento dell’azienda, oltre alla stipula di convenzioni per il
rimborso spese e di polizze di assicurazione stipulate a copertura dei rischi connessi
col servizio prestato.
Il tema trattato è uno di quelli che stanno particolarmente
a cuore agli enti organizzatori del Convegno, come la Fap, impegnata per statuto sul fronte degli anziani e dei
pensionati, considerati come grande risorsa per la società, l’Upipa, Unione Prov.le delle nostre
Residenze Sanitarie, che nel proprio piano territoriale evidenzia la necessità
di coltivare legami e relazioni sinergiche con le differenti forme di
volontariato operanti nelle stesse, nonché l’Arof,
associazione sorta a supporto e sostegno di una specifica funzione di
volontariato rappresentativo entro le Apsp Rsa.
L’innalzamento delle aspettative di vita e ai fattori di
fragilità che ineluttabilmente ne derivano, portando sempre più spesso al
decadimento nella non autosufficienza, che appesantisce le famiglie e il
territorio, creano dei presupposti che mettono in difficoltà la sostenibilità
del sistema basato sulle risorse pubbliche. Si impone dunque una svolta ai
modelli di Welfare, mediante la realizzazione di una rete di protezione sociale
fondata sulle energie del territorio e della comunità locale (welfare
community), in primis quelle espresse dal volontariato; si tratta di
puntare al miglioramento della qualità di vita, attraverso processi e servizi
che trascendono il semplice atto del “curare”,
per impegnarsi nello sforzo di soddisfare bisogni complessi, in primo luogo di
relazionalità, con il “prendersi cura”.
Le relazioni e gli interventi succedutisi nel corso della
giornata del Convegno hanno concordemente insistito sulla necessità di
realizzare i presupposti per la legittimazione e la valorizzazione del ruolo
del volontariato, con l’attivazione di sistemi di mobilitazione, promozione ed
incentivazione, oltre che di motivazione, coinvolgimento e formazione.
Alla luce delle
premesse sopra richiamate, i partecipanti al convegno convengono di formulare i
seguenti auspici, e impegnano: la Regione Trentino A. Adige – la Provincia
Autonoma di Trento – l’Azienda Prov.le per i Servizi Sanitari – le Aziende
Pubbliche per i Servizi alla Persona Rsa – le Associazioni di Volontariato – i
Volontari in servizio nelle Rsa.
1.- E’
necessario mobilitare le associazioni di volontariato, ma anche i singoli
volontari presenti sul territorio, che abbiano nella propria “mission”
l’obiettivo del servizio alla persona fragile. Per questo le singole Apsp Rsa
devono effettuare e aggiornare una mappatura del volontariato da coinvolgere
presente entro la propria comunità territoriale di riferimento e nel contempo
le organizzazioni di volontariato devono saper incentivare e orientare i propri
iscritti verso le forme di servizio, specie di “mutuo aiuto” che si richiedono
sul territorio; questo processo non dovrebbe peraltro restringersi alla sole
realtà istituzionalizzate, per non disperdere le opportunità di contributo
derivanti dai molti volontari che operano all´interno delle Apsp Rsa, specie da
quelli coinvolti in veste di volontari famigliari, che pertanto vanno quindi
meglio tutelati.
2.- Il
volontario, mosso da una forte motivazione personale, deve sapersi mantenere,
con atteggiamenti di stretta vicinanza, in ascolto dei bisogni e dei problemi
delle persone fragili, al fine di poter cogliere e soddisfare al meglio le
diverse necessità. E’ indispensabile a questo riguardo comprendere l’efficacia
della c.D. “relazione terapeutica “ sul benessere anche fisiologico della
persona fragile, al punto da risultare come essenziale “investimento” in vista
dei risultati attesi dalla struttura, e non come fattore di intralcio o di
disturbo.
3.- L’azione
del volontariato per risultare efficace non deve essere meramente sporadica,
improvvisata o parcellizzata negli interventi, ma va organizzata con
sistematicità, per renderla sinergica e coordinata con le proprie attività.
Essa va nel contempo tutelata dal rischio di disincentivazione a causa di
inopportuni gravami burocratici; va soprattutto orientata, coordinata e
finalizzata, specie con l’intervento dell’”educatore professionale”, funzione
preposta dalla struttura a questo precipuo scopo.
4.- Il
volontario, per vivere una proficua e responsabilizzata relazione di
appartenenza, deve essere coinvolto in forma partecipativa insieme agli altri
attori istituzionali nella formulazione dei programmi e delle attività
relazionali, di sostegno e accompagnamento; per questo specifico obiettivo è
stata istituita ed è posizionata a fianco delle Apsp Rsa, l’associazione di
rappresentanza Arof.
5.- Il
volontario deve essere messo nelle condizioni di agire con preparazione e professionalità;
per questo vanno istituiti da parte delle Apsp Rsa processi di formazione
permanente, anche col supporto dei sussidi regionali e delle iniziative messe
in campo da Upipa. La formazione dovrebbe favorire nelle fasi di inserimento la
conoscenza della struttura, della tipologia di ospiti, degli spazi di attività
realizzabili con il proprio contributo, mentre per i volontari e familiari già
inseriti dovrà favorire l’acquisizione di competenze per lo svolgimento di
attività mirate e specifiche; più in generale dedicati interventi volti a
sostenere la dimensione umana del
volontario nei momenti critici, anche attraverso la figura dello psicologo o di
un operatore psico-sociale esperto.
6. Per
rafforzare il senso di appartenenza e consapevolezza della vastità e
dell’importanza della propria ‘mission’ da parte del volontario e degli altri
operatori del sistema, è opportuno che la Apsp Rsa svolga opera di
sensibilizzazione e informazione nei confronti di cittadini e Autorità circa le
attività svolte, oltre a coltivare iniziative utili per la promozione di
reciproca conoscenza e collaborazione con le attività del personale.
7.- Ai fini
di una responsabile tutela del volontario contro i rischi derivanti dallo
svolgimento del proprio servizio, le Apsp Rsa sono tenute a predisporre le
convenzioni necessarie per poter procedere al rimborso di polizze di
assicurazione, oltre che di altre spese sostenute.
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