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Notiziario Marketpress di
Martedì 21 Maggio 2013 |
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LA SANITÀ TOSCANA È MIGLIORATA ANCHE NELL’ANNUS HORRIBILIS
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Firenze, 21 maggio 2013 –
“In quello che si era preannunciato come l’annus horribilis per la sanità,
nazionale e toscana, il 2012, in realtà la nostra sanità, non solo ha tenuto,
ma ha portato i conti in pareggio ed è anche migliorata, come ci dicono i
risultati preliminari della valutazione del Mes”. L’assessore al diritto alla
salute Luigi Marroni ha commentato il 18, nel corso di una conferenza stampa
alla quale ha partecipato anche Sabina Nuti, direttore del Mes, i risultati
della valutazione delle performance delle aziende sanitarie toscane, condotta
come ogni anno dal Laboratorio management e Sanità della Scuola Superiore
Sant’anna di Pisa. “Tre gli aspetti da sottolineare per quanto riguarda la
buona salute del nostro sistema sanitario – ha detto Marroni – Prima di tutto,
l’inversione di tendenza dal punto di vista economico: i bilanci delle aziende
del 2012 sono tutti in pareggio, proprio pochi giorni fa abbiamo avuto l’ok da
Roma. Poi abbiamo impostato una profonda riforma, che introduce elementi di
grande modernità nel nostro sistema sanitario. Infine, i risultati della
valutazione del Mes, che ci indicano un miglioramento complessivo della qualità
del nostro sistema toscano: miglioramento testimoniato anche dal Piano
nazionale Esiti dell’Agenas, l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari
regionali. Dunque – sottolinea ancora l’assessore – in un anno in cui c’erano
tutti i presupposti per la crisi, grazie anche al contributo di tutto il
personale della sanità toscana i conti hanno tenuto, stiamo facendo la riforma
e i dati sanitari sono migliorati”.
Sabina Nuti scende nel
dettaglio dei risultati del Mes, precisando che “si tratta ancora di dati
preliminari, noi diamo qualche settimana alle aziende per verificare, il flusso
di dati è ancora in corso, mancano ancora alcuni indicatori, la versione
definitiva sarà pronta a luglio”. “Si è registrato un miglioramento su oltre il
65% degli indicatori presi in esame – spiega Nuti – Complessivamente tutte le
aziende sono migliorate, e si è ridotta molto la variabilità interregionale,
cioè la differenza tra le varie aziende. C’è stato uno spostamento verso l’alto
di tutte le aziende, un’ottima performance anche nel confronto a livello
nazionale”. “La stessa azienda di Livorno, che in questi giorni è stata al
centro di polemiche – interviene
l’assessore – ha avuto per esempio ottimi risultati per quanto riguarda
l’oncologia”.
“In una fase come questa, di
crisi per il Paese in generale e per la sanità, è importante dare messaggi
positivi: non di facile ottimismo, ma documentati e basati sui numeri”, osserva
l’assessore Marroni. Ecco dunque alcuni dati significativi sulla sanità
toscana. Per esempio, le morti evitate grazie a interventi tempestivi ed
efficaci in Toscana sono molte di più rispetto al dato nazionale: quelle per
tumore maligno, 18 in più della media nazionale; morti evitate a 30 giorni per
ictus, 32; per frattura del collo del femore, 15; per bypass aortocoronarico,
37; per infarto, 25. Ancora, le fratture di femore operate entro due giorni, un
dato molto significativo dell’efficienza del sistema: la media nazionale è del
35%, quella toscana è passata dal 60 al 71%, con aziende che hanno fatto veri
balzi in avanti: Careggi dal 34 al 68%; Livorno dal 52 al 66%; Prato dal 48
all’84%. La mortalità nel primo anno di vita è di 2.77 su 1.000 nati vivi,
rispetto a una media nazionale di 3 su 1.000. Si sono ridotti i ricoveri
inappropriati in ospedale: il tasso di ospedalizzazione è sceso da 139 a 134
per 1.000 abitanti: “Anche grazie alla medicina di iniziativa – spiega
l’assessore – che “va incontro” al paziente e lo cura prima che si aggravi. Su
questo abbiamo lavorato molto. Entro l’anno arriveremo al 60-70% della
copertura della medicina d’iniziativa, e l’anno prossimo al 100%”.
“Complessivamente il
servizio sanitario viene percepito dai cittadini come buono, tra i migliori
servizi pubblici nella nostra regione – informa Sabina Nuti – Volendo
individuare i punti più deboli, c’è da lavorare
soprattutto sulla comunicazione e l’organizzazione dei servizi
distrettuali. E c’è una forte richiesta di potenziamento dell’assistenza
domiciliare”.
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