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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 22 Maggio 2013 |
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IMPRESE PAVESI IN CALO NEL PRIMO TRIMESTRE 2013
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Pavia, 22 maggio 2013 - Il primo trimestre dell’anno ha fatto registrato un deciso calo del numero di imprese della nostra provincia. Un saldo negativo di 453 che risulta il peggiore degli ultimi dieci anni. Era andata meglio persino nel primo trimestre dell´ annus horribilis della crisi, il 2009, quando il bilancio tra aperture e chiusure di imprese era stato negativo per poco più di 42 unità e anche nel 2004, un anno particolarmente difficile per la demografia imprenditoriale. Nel primo trimestre 2013 si è registrata un´ulteriore diminuzione delle iscrizioni rispetto allo stesso periodo del 2012 (1.015 contro 1.136) e un ancor più sensibile balzo in avanti delle cessazioni (1.468 contro 1.340). “La negatività dei numeri attesta come la nostra provincia – spiega il Presidente della Camera di Commercio Giacomo de Ghislanzoni Cardoli – sia ancora in piena crisi e che i segnali di ripresa non riescano a manifestarsi. A preoccupare è poi la natalità di imprese costituita da ditte individuali, mentre le cessazioni riguardano aziende con parecchie dipendenti e, in diversi casi, realtà che hanno fatto la storia recente della nostra provincia. E’ indubbio che il tessuto produttivo del nostro territorio stia diminuendo, così come peraltro avviene in tutta Italia. Come Camera stiamo mettendo mano a tutte le risorse possibili per aiutare le imprese sia sul fronte del credito che accompagnandole nel processo di internazionalizzazione e, soprattutto, convincendole della necessità di dar vita a reti d’impresa”. Sotto il profilo territoriale, il trend pavese è più simile a quello italiano (-0,51%) che non a quello Lombardo dove il tasso di crescita, determinato da un tasso di natalità del 2% e di mortalità del 2,3%, è solo leggermente negativo (-0,3%). A livello lombardo solo la provincia di Milano presenta un tasso di crescita positivo (+0,2%), mentre tutte le altre province sono in calo con una misura che va dal -1,2% di Sondrio e il -1% di Cremona al -0,3 -0,4% di Monza e Brescia. Lodi e Monza registrano la natalità più alta (> 2%) mentre la mortalità imprenditoriale è massima a Pavia e Lecco, molto prossime al 3%. A pagare il prezzo più caro sono stati, ancora una volta, gli artigiani: le 303 imprese artigiane che tra gennaio e marzo sono mancate all´appello rappresentano, infatti, oltre due terzi (il 66,8%) del saldo negativo complessivo del trimestre. Rispetto al primo trimestre del 2012 - quando il bilancio del comparto (-152 imprese) aveva quasi eguagliato in negativo quello pessimo del 2009 - il saldo dei primi tre mesi del 2013 segnala dunque un peggioramento di quasi il 49%. In termini percentuali, la riduzione della base imprenditoriale artigiana è stata pari all´1,95% con una forte accelerazione rispetto al già negativo risultato del 2012 (-0,96%). Tra i settori spiccano, in termini relativi, i bilanci negativi delle costruzioni (-2,05% corrispondente a 188 imprese in meno, quasi tutte artigiane), del commercio (-1,48% che in valore assoluto corrisponde ad un saldo di -164 unità) e dell’agricoltura (-1,88% pari a -137 imprese). Anche le attività manifatturiere perdono 50 aziende pari a -0,91%. |
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