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Notiziario Marketpress di Martedì 06 Marzo 2007
 
   
  CHIASSOMUSICA ANOUAR BRAHEM TRIO IN CONCERTO UN ESTRO CREATIVO CHE HA LE RADICI NELLA TRADIZIONE ARABA E MEDITERRANEA

 
   
  Chiasso, 6 marzo 2007 - L’insostenibile leggerezza del liuto! Anouar Brahem sa creare ad ogni concerto una atmosfera delicatamente provocatoria, sospesa, dolce e malinconica come il ricordo di un’epoca lontana dai ritmi frenetici e dissonanti del mondo contemporaneo. Si definisce ironicamente un ‘enfant de la tradition’, che si è preso molte libertà, le cui composizioni fondono sorprendentemente le sonorità classiche arabe con motivi folk e con il jazz, per creare un impasto che fatica a rientrare in ogni tentativo di classificazione. Il suo strumento, l’oud, indurrebbe a pensare a una musica di matrice araba e mediterranea; ma ascoltandolo si scoprono allusioni ad altre realtà sonore, che generano raffinate atmosfere e particolari stati d’animo. La spontaneità del virtuosismo e del gesto musicale, l’espressività delle pause, il piacere dell’improvvisazione: dal suo estro creativo, sempre denso di riflessioni e di riferimenti, e guidato da una cultura musicale perfettamente assimilata, si sprigiona un formidabile magnetismo, che è frutto di una sintesi originale. Lo accompagnano in questo straordinario concerto, evento inaugurale della stagione di Chiasso musica, François Couturier al piano e Jean Louis Matinier alla fisarmonica, con cui Brahem ha inciso il suo ultimo album Le Voyage de Sahar (2006) e anche il precedente Le Pas du Chat Noir (2002). Il Trio è una formazione eccentrica, che unisce strumenti appartenenti a tradizioni musicali differenti, ma sorprendentemente omogenea e capace di una coerenza stilistica fuori dal comune; i tre musicisti quasi fanno a gara per ammaliare il pubblico con armonie di straordinaria bellezza, con un senso della melodia che avvolge con apparente indolenza e trasmette il senso di un piacevole sogno. L’arte dell’oud - «Sono nato in Tunisia e ho sempre nutrito un profondo interesse nei confronti della musica araba tradizionale, la musica classica araba. Ho studiato questa musica con il mio maestro che mi ha insegnato l’arte dell’oud, poi ho continuato gli studi presso il Conservatorio di Tunisi. In Tunisia si studiano sia gli strumenti tradizionali arabi, sia quelli che appartengono alla storia della musica colta europea. Io ho scelto di imparare a suonare l’oud e ho avuto come punto di riferimento il repertorio della musica colta scritto per quello strumento. Poi, quando ho incominciato a suonare dal vivo, ho preferito suonare la mia musica. Probabilmente certe strutture modali derivano dalla musica punica o cartaginese, fenicia o romana. Molte cose esistevano già prima degli arabi e se ne possono ritrovare tracce nella musica popolare. Così in Tunisia ritroviamo frammenti di musica nera africana o della musica devozionale sufi, espressioni molto diverse tra loro e che non hanno nulla a che fare con il mondo arabo. Certo, il Mare Mediterraneo più che separare ha sempre valorizzato la circolazione delle persone e gli scambi culturali, sia in una direzione, che nell’altra. » Anouar Brahem Il liuto arabo - Pur mantenendo una posizione centrale nella teoria e nella pratica musicale araba, il liuto non gode più del grande prestigio del passato. Nel Ix secolo era già stato definito ‘strumento dei filosofi’ e i teorici musulmani lo consideravano una rappresentazione simbolica di risonanze cosmiche. Nel frastuono del mondo sonoro odierno esprime la quintessenza della sensibilità musicale modale, e rappresenta la metafora della leggerezza, non solo per la sua armoniosa cassa armonica ma anche per il timbro levigato dal tempo. Il rinnovato vigore della tradizione solistica è partito dalla scuola musicale irakena favorendo una rinascita concertistica che è oramai consolidata a livello internazionale. Grazie al talento dell’artista tunisino il liuto mostra nuove potenzialità che derivano dall’esplorazione delle comuni radici mediterranee di altri strumenti a corde, e dal rigore e dall’essenzialità creative della tradizione. Anouar Brahem - Anouar Brahem è uno dei massimi virtuosi contemporanei dell’oud, il liuto arabo, strumento che ha attraversato i secoli mantenendo inalterata la propria identità. Nato nel 1957 a Halfaouine, nella Medina di Tunisi, Brahem studia l’oud sin da bambino, frequentando il conservatorio e ricevendo lezioni private dal grande maestro Ali Sriti. La profonda conoscenza della tradizione musicale nordafricana non gli impedisce di guardare oltre la cultura araba: trascorre sei anni a Parigi e intraprende una serie di collaborazioni con musicisti nell’ambito del jazz europeo, tra cui il norvegese Jan Garbarek, gli inglesi John Surman e Dave Holland, insieme ai quali Brahem ha costituito l’apprezzatissimo trio Thimar, dal titolo dell’album registrato nel 1997. Con il clarinettista turco Barbaros Erköse e il percussionista tunisino Lassad Hosni, Brahem incide nel 2000 Astrakan Cafè, un affascinante viaggio sonoro tra i Paesi arabi che si affacciano sul Mediterraneo, con significative incursioni nei continenti asiatico e africano. Nella sua discografia figurano inoltre Charmediterranéen del 2002 con Gianluigi Trovesi e l’Orchestre National de Jazz diretta da Paolo Damiani, Khomsa del 1995 con Richard Gálliano, Madar 1994 con Jan Garbarek e Ustad Shaukat Hussain, Conte de l’incroyable amour del 1992 con il clarinettista turco Barbaros e Lassad Hosni già accanto a Brahem nel primo album Barzakh, pubblicato dalla Emc records nel 1991. Giovedì 8 marzo 2007, ore 20. 30 Cinema Teatro di Chiasso .  
   
 

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