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Notiziario Marketpress di Martedì 06 Marzo 2007
 
   
  IN TOSCANA L´8 MARZO È IMPEGNO E LOTTA CONTRO OGNI VIOLENZA UN POMERIGGIO PER RIFLETTERE NEL RICORDO DI MAUTHAUSEN E DI TUTTE LE REPRESSIONI. I CENTO ANNI DELLA CGIL

 
   
  Firenze, 6 marzo 2007 - "Oltre ogni violenza". E´ un 8 marzo tinto con i colori dell´impegno e della civiltà, quello ricordato dalla Regione Toscana nel 2007, centrato su un fenomeno di proporzioni allarmanti che emerge in tutta la sua gravità: la violenza contro le donne. Nell´anno mondiale dedicato proprio alle pari opportunità, l´impegno civile della Regione si coniuga con quello di altri due soggetti (Cgil, nell´anno del suo centenario, e Aned, associazione di deportati) nel ricordo di un 8 marzo ormai lontano: quello del 1944, quando dalla stazione ferroviaria di Firenze partirono i treni dei deportati per Mauthausen dopo la repressione in seguito allo sciopero generale di primi di marzo. "Vogliamo ricordare l´8 marzo - dice Susanna Cenni, assessore alle pari opportunità - con una iniziativa capace di evidenziare i valori simbolici di questa giornata con particolare riferimento al valore di opposizione alla violenza, a qualunque violenza, di cui le donne sono portatrici". La manifestazione, con ingresso gratuito e aperitivo finale, si tiene al Teatro di Rifredi (Firenze, via Vittorio Emanuele 203) alle ore 15 di giovedì 8 marzo. Con l´assessore regionale interverranno cinque protagoniste nel difficile cammino per l´affermazione dei valori di accoglienza e di vita: la giornalista Sandra Bonsanti, la parlamentare Olga D´antona, il magistrato Ornella Galeotti. Ci saranno anche Bianca Paganini, dell´associazione ex deportati, e Anna Maria Romano, responsabile del coordinamento donne Cgil in Toscana. Segue (ore 16:30) un recital di Anna Meacci. "Intendiamo riflettere - commenta l´assessore regionale Cenni - sulle modalità con cui le donne hanno reagito alle persecuzioni di cui sono state vittime i familiari (l´uccisone di padri o mariti nel caso del terrorismo e delle deportazione) o subite da loro stesse nel caso delle deportazioni. Alcune fra queste donne hanno assunto un diretto impegno nella società diventando testimoni visibili nella lotta contro la violenza, altre sono restate al centro dell´universo familiare ad affrontare le pesanti conseguenze della violenza. E non vogliamo trascurare il fenomeno, di cui sono piene le nostre cronache, della discriminazione e della violenza contro le donne: fenomeno attuale di grandi proporzioni, trasversale sia a livello geografico che sociale; fenomeno che richiede l´intervento, convinto e incisivo, di politiche di genere". .  
   
 

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