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Notiziario Marketpress di Martedì 28 Maggio 2013
 
   
  IMMIGRAZIONE IN TOSCANA, I DATI SONO 590 MILA I BAMBINI REGISTRATI COME STRANIERI ALL’ANAGRAFE IN ITALIA NEGLI ULTIMI DIECI ANNI

 
   
  Firenze, 28 maggio 2013 - Sono 590 mila i bambini registrati come stranieri all’anagrafe in Italia negli ultimi dieci anni. Bambini nati qui e che quando diventeranno maggiorenni e se potranno dimostrare di aver sempre risieduto in Italia senza interruzioni o allontanamenti (se non al massimo di sei mesi) potranno richiedere la cittadinanza: entro il diciannovesimo compleanno e se ancora parte della famiglia di origine. Con lo ius soli, ovvero con la cittadinanza riconosciuta in base al paese di nascita e residenza che una trentina di Stati nel mondo applicano senza condizioni ed altri con qualche paletto (Grecia, Francia, Portogallo, Irlanda, Regno Unito e Finlandia), sarebbe tutto più automatico. In Toscana vivevano nel 2010 (fonte Caritas) 364.152 stranieri residenti, circa il 10 per cento di tutti gli abitanti della regione: 49.154 appartenevano alla cosiddetta ‘seconda generazione’, ovvero erano figli di stranieri nati in Italia, 5.865 solo quelli nati nel 2010. Numeri e percentuali che crescono a dismisura se ci si concentra sulle scuole: agli materne infatti, sempre nel 2010, otto bambini stranieri su dieci erano nati in Italia. Se l’orizzonte si allarga dalle scuole dell’infanzia alle superiori, 4 su dieci dei 56.280 alunni e studenti stranieri sono nati in Italia. Tra gli stranieri che abitano in Toscana e con permesso di soggiorno i più numerosi erano nel 2010 (ancora fonte Caritas) i rumeni (77.138, il 21,2%), seguiti da albanesi (68.333, 18,8%), cinesi (31. 673, l’8,7%), marocchini (27.773, il 7,6%) e filippini (11,524, il 3,2%). Nel 2010 i permessi di soggiorno rilasciati per lavoro hanno sostanzialmente eguagliato quelli per motivi familiari, indice di un’immigrazione che tende a radicarsi. I primati di accoglienza e integrazione di Santa Croce sull’Arno - L’accoglienza a Santa Croce, in provincia di Pisa, fa festa all’Italia. Ancora una volta. E’ accaduto stamani, primo di tre giorni dedicati ai diritti e alla legalità. Santa Croce ha fatto festa consegnando ad un folto gruppo di ragazzi e ragazze delle scuole medie,figli di genitori stranieri, un attestato di cittadinanza onoraria. “Io sono santacrocese, io sono italiano” c’è scritto sopra. Nei prossimi giorni tutti i 620 minori stranieri, nati in Italia e che vivono nel comune – come è successo anche in altri comuni toscani e italiani -, lo riceveranno. Un atto simbolico, senza alcun valor giuridico, ma importante, dice il sindaco e con lui tutte le istituzioni presenti. Stamani è stato firmato anche il primo atto per il riconoscimento da parte dell’Unicef di Santa Croce sull’Arno come “Città amica dei bambini”. La manifestazione, “Primavera dei diritti”, si è svolta al Supercinema Lami e si inserisce all’interno della campagna “L’italia sono anch’io”. L’obiettivo è richiamare l’attenzione sui tanti stranieri che vivono e lavorano in Italia ma che nono possono reclamare la cittadinanza italiana e quindi i pieni diritti che ne conseguono. Un percorso ad ostacoli, a volte, anche per chi in Italia ci è vissuto dalla nascita, fino a diciotto anni, e che quindi per la legge, prima del diciannovesimo compleanno, potrebbe chiedere di diventare cittadino italiano. Numeri da primato – I numeri di Santa Croce sull’Arno sono di assoluto primato: 3.344 stranieri su 14.605 residenti, il 23%, quasi uno su quattro. Per presenza di stranieri, quanto a percentuali, è il primo comune di tutta la Toscana, il settimo in Italia. Un comune che è tornato a crescere ed ha smesso di invecchiare grazie all’immigrazione dall’estero: con i bambini figli di stranieri nati ogni anno che sono pari a quelli degli italiani e tre anni fa li hanno addirittura superati. Ma per capire quello che i numeri non raccontano basta guardare i ragazzi che, uno dietro l’altro, si infilano dalla porta del cinema, cantano l’inno d’Italia senza sbagliare una parola o girano per il paese, al bar, per strada e nei giardini. Li guardi e ti rendi conto di come più colori e più culture a Santa Croce convivano come la cosa più naturale di questo mondo, nonostante che il fenomeno di immigrazione sia stato impetuoso e si sia concentrato negli ultimi anni. Santa Croce dieci anni fa contava infatti solo il 7 per cento di stranieri. Venti anni fa era appena lo 0,46 per cento. Prima sono arrivati gli uomini, giovani, che hanno trovato lavoro nelle concerie del distretto. Poi, qualche anno più tardi, sono arrivate le mogli e le famiglie. E in Italia sono nati altri figli: sette su dieci dei minori stranieri che oggi vivono a Santa Croce. Dal 2000 al 2012 però solo in 169, uomini e donne, hanno acquistato la cittadinanza italiana. “I più – ha ricordato il sindaco – continuano a vivere in una condizione di doppi stranieri: stranieri per l’Italia, ma in fondo anche per il paese dei genitori, dove spesso non sono mai stati”. Cinquantasette nazionalità diverse – Anche per nazionalità presenti Santa Croce vanta forse un primato: sono ben 57. Praticamente gli immigrati arrivano da ogni angolo del mondo. I più numerosi sono gli albanesi (1044), poi i senegalesi (859) e quindi marocchini (420), cinesi (213) e filippini (150). Seguono, nelle prime dieci posizioni, rumeni,indiani, georgiani, macedoni e pakistani. La cittadinanza che si costruisce ogni giorno – Intanto sul grande schermo del cinema scorrono foto dei ragazzi del mondo (e toscani) che vivono a Santa Croce. Scorrono anche frasi e pensieri: a ricordare che per qualcuno la cittadinanza ‘vera’, al di là di quella giuridica, fatta di diritti e certo anche di doveri, si costruisce giorno dopo giorno, si rinforza con l’incontro e in fondo “non c’è stato di famiglia che conti e si diventa fratelli veri giocando nella stessa strada, frequentando le stesse scuole, infilando il pallone in porta tra le grida dei compagni o liberando insieme la libellula rimasta impigliata nel retino”.  
   
 

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