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Notiziario Marketpress di Giovedì 30 Maggio 2013
 
   
  LA SCIENZA ESCOGITA MODI PER RICICLARE I GUSCI DEI CROSTACEI

 
   
  Bruxelles, 30 maggio 2013 - Era solo questione di tempo prima che gli scienziati trovassero un modo per riciclare le 750 000 tonnellate di gusci di crostacei buttati via ogni anno nell´Ue. L´asia è riuscita a estrarre il polimero chitosano (usato per fare filtri, pellicole e fasciature) dai gusci dei gamberi. In Europa i crostacei contengono però più ossido di calcio e questo rende la lavorazione più complessa e costosa. Inoltre, l´alto contenuto di carbonato di calcio (conosciuto come Caco3) del guscio dei granchi dell´Ue ha finora impedito una conversione economica in chitosasno. Una soluzione è stata proposta dal progetto Chibio, che sta sviluppando una bioraffineria integrata per lavorare i rifiuti biologici ricchi di chitina per ottenere sostanze chimiche specializzate. Chibio è coordinato dallo Straubing Project Group Biocat dell´Istituto Fraunhofer per l´ingegneria di interfaccia e la biotecnologia Igb, insieme a un consorzio di 11 partner europei, e ha ricevuto un finanziamento Ue di quasi 3 milioni di euro. Il consorzio sta lavorando a un approccio integrato per sviluppare nuovi metodi per produrre sostanze chimiche specializzate dai rifiuti dell´industria ittica ricchi di chitina. La chitina è un biopolimero che si trova in insetti e funghi, e consiste in molecole di zucchero azotate legate insieme in una catena polimerica. Il progetto ha l´obiettivo di trasformare i componenti chimici dei rifiuti costituiti da gusci di crostacei dell´Ue, l´Africa e l´Asia in elementi intermedi per produrre polimeri a base biologica e ad alte prestazioni con alte efficienze atomiche. Il professor Volker Sieber, coordinatore di Chibio e direttore del Biocat Project Group dice: "Per mezzo di una bioraffineria vogliamo sviluppare o ottimizzare vari materiali e usi energetici per i materiali di scarto dei gusci dei crostacei e così utilizzare i materiali residui nel modo più efficiente e completo possibile". I ricercatori stanno anche esaminando modi di separare i residui di biomassa (che consistono in proteine e grassi) e fermentarli direttamente in modo che possano essere usati a fini energetici. Il professor Sieber aggiunge: "Non stiamo optando per la produzione di chitosano ma di poliammidi e altri polimeri da usare come plastica a base biologica. Questi prodotti hanno un potenziale commerciale enorme. Nell´ambito del progetto quindi analizziamo anche se il processo che sviluppiamo per i rifiuti europei potrebbe essere applicato per i materiali di scarto dell´Asia. Il nostro obiettivo è associare fasi chimiche a processi biotecnologici. L´intenzione è fermentare tutti i prodotti di scarto biologici generati nella catena di lavorazione insieme alle proteine e ai grassi separati inizialmente per produrre biogas come portatore di energia rigenerativa". Inoltre il riciclo dei gusci dei crostacei, che di solito vengono smaltiti in discariche, sarà più vantaggioso per l´ambiente. Il progetto intende valutare l´impatto ambientale della catena di lavorazione con un´analisi del ciclo vitale completo e creare modelli e studi di ottimizzazione per dimostrare la fattibilità economica. Per maggiori informazioni, visitare: Chibio http://www.Chibiofp7.fraunhofer.de/index.html  
   
 

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