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Notiziario Marketpress di
Martedì 04 Giugno 2013 |
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PROGETTO GIOVANI. LA FOTOGRAFIA DELLA PRECARIETÀ GIOVANILE. PRESENTATA A BOLOGNA UN´INDAGINE DI REGIONE, COMUNI DI MODENA, CESENA E PIACENZA E UNIVERSITÀ.
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Bologna, 4 giugno 2013 – Sono oltre 400 i giovani tra i 15 e i 34
anni che hanno preso parte all’indagine “La precarietà giovanile nei Comuni di
Modena, Cesena e Piacenza”, presentata oggi a Bologna ed elaborata
dall’Università di Modena e Reggio Emilia su impulso del Comune di Modena e in
collaborazione con la Regione Emilia-romagna e il coinvolgimento dei Comuni di
Cesena e di Piacenza.
Si tratta di un primo
prodotto (un’analisi di tipo esplorativo) elaborato nell’ambito delle attività
dell’Osservatorio giovani regionale e rientra all’interno di un più ampio
programma di azioni ed interventi a favore delle giovani generazioni attuato
dalla Regione Emilia-romagna.
Lo studio fotografa una
realtà che, se pur parziale, può ben rappresentare il panorama dell’intera
regione e contiene molti dati sulla percezione giovanile della precarietà nei
diversi ambiti della vita.
“Questa ricerca, che ha il
merito di parlare direttamente con i giovani, contiene molti dati sulla loro
percezione della precarietà nei diversi ambiti della vita, dal lavoro alle
relazioni”, ha detto l’assessore regionale al Progetto giovani Donatella Bortolazzi
nel corso del convegno di presentazione che si è tenuto questa mattina in
Regione e che ha visto, tra i relatori, gli assessori comunali di Modena,
Cesena e Piacenza, Fabio Poggi, Matteo Marchi e Paola Beltrani, e il professor
Claudio Baraldi dell’Università di Modena e Reggio Emilia.
“Il tema della precarietà
tocca l’intera sfera personale condizionando il senso di fiducia rispetto al
futuro”, ha sottolineato l’assessore Bortolazzi. “La ricerca conferma segnali
di una crisi di fiducia che vogliamo contribuire a contrastare, in
collaborazione con il territorio, con politiche e interventi che, senza
sostituirsi o sovrapporsi a quelli di altri assessorati, vogliono favorire
percorsi di indipendenza e autonomia, di azione e pensiero più che economica, dei
giovani, cercando di intercettare e affiancare i soggetti più propensi ad
uscire dai normali percorsi di formazione e di ricerca di impiego. Centrale può
diventare allora l’attenzione agli spazi di aggregazione giovanile, ampiamente
intesi, quali luoghi di relazione, incontro, confronto ma anche di risposta
che, per questo, sono da rafforzare e sostenere”.
La ricerca -
Per quanto riguarda gli
intervistati, il 70,4% studia, mentre il 29,6% no. Tra questi il 73% è in una
condizione lavorativa precaria (23% disoccupati, 16% in cerca di prima
occupazione, 19% lavoratori a tempo determinato, 14% lavoratori a contratto).
I dati, in sintesi,
raccontano di una crisi di fiducia sempre più emergente tra i giovani. Se,
infatti, l’81,6% degli intervistati vede oggi più rischi rispetto al passato
recente, solo 44,9% ha più fiducia rispetto all´anno precedente: il che
significa che il 36,7% vede più rischi e non ha più fiducia. Inoltre, la
maggioranza dei rispondenti (43,7%) afferma che prendere decisioni oggi è più difficile
rispetto a un anno fa.
Gli elementi di
preoccupazione aumentano se si guarda il sesso degli intervistati (il 60,2% di
ragazze dichiara di avere meno fiducia nel futuro di quanto non ne avesse un
anno prima) e con l’avanzare dell’età (ha più fiducia il 76,6% degli under-20 e
solo il 65,1% degli over-20).
I contesti sociali nei quali
i giovani piacentini, modenesi e cesenati percepiscono più acutamente una
condizione di precarietà sono il lavoro e la scuola, mentre il gruppo di amici,
la famiglia e, con qualche ambiguità, il rapporto di coppia sono contesti
percepiti come “rifugio”: la precarietà è associata al lavoro nel 65,5% dei
casi, alla scuola per il 40,2% mentre agli amici nel 17,2%, alla famiglia nel
14,9% e alla coppia nel 33,2%.
Per quanto riguarda
l’occupazione, la precarietà è principalmente connessa a difficoltà di accesso
alle esperienze di lavoro (nessuno prende in considerazione le candidature
presentate) anche se il 65,5% degli intervistati si aspetta precarietà a un
anno e il 52,9% anche a 10 anni.
L’osservazione della
condizione di precarietà non comporta comunque, se non per una piccola parte di
giovani, il ritiro dalla partecipazione attiva sulla base di una sfiducia
radicale (il “di solito non sono disposto a comunicare”). Questa percentuale è
bassa: 9,5% famiglia, 4,6% scuola lavoro e 2,5% amici. Anzi, la grande
maggioranza dei giovani, in tutti i contesti sociali, si dichiara disponibile a
rischiare sulla base della fiducia (cioè “comunica senza problemi anche se non
sono come gli altri reagiranno”). Queste le percentuali: 57,1% scuola-lavoro,
74,1% amici, 59,9% famiglia, 62,8% coppia. In sostanza, la disponibilità a
concedere fiducia è basata sull’affettività, contesto in cui ci si rifugia a
fronte di altri in cui la pressione sociale è molto più alta o anche e
soprattutto in un momento di crisi di fiducia.
È, infine, da sottolineare
il fatto che il lungo periodo permette ancora di sperare, dunque di provare
fiducia anche nei contesti e per le età in cui la sfiducia nel breve periodo è
elevata: per quanto riguarda, ad esempio specificatamente il lavoro, se ha
fiducia a un anno il 43,8% degli intervistati, la percentuale sale al 55% a 10
anni.
I progetti per i giovani e
il nuovo bando regionale per i giovani -
Anche per quest’anno la
Regione Emilia-romagna conferma le risorse per sostenere i progetti degli Enti
locali a favore dei ragazzi tra i 15 e i 29 anni. Il nuovo bando, che sarà
approvato dalla Giunta nei prossimi giorni, destina 400 mila euro agli Enti
locali per attività aggregative, cittadinanza attiva, informazione e azioni
propedeutiche al lavoro in tutte le province dell’Emilia-romagna. In
particolare, per quanto riguarda i territori oggetto di indagine, l’assessorato
regionale Progetto giovani, grazie ai finanziamenti della L.r. 14/08, ha anche
realizzato o sta realizzando una serie di azioni pilota.
A Cesena, ad esempio, si sta
consolidando la rete degli spazi di aggregazione giovanile ("Bulirò",
"Garage", "Spazio Libero" e Ex Pescheria di Montiano) e
puntando su azioni mirate al lavoro grazie al Cesenalab, un incubatore
d´impresa nato con l´intento di sfruttare le opportunità del digitale per
creare nuove imprese in team.
A Piacenza, invece, sta
nascendo una nuova “Cittadella della creatività giovanile” per la promozione
dell’imprenditoria giovanile in settori non prettamente tecnologici (arte,
cultura, educazione o turismo), per l’orientamento, l’aggregazione giovanile di
gruppi e per iniziative, eventi artistici e culturali.
Infine, il Comune di Modena
ha avviato più progetti per favorire l’avvicinamento dei giovani al mondo del
lavoro attraverso workshop, tirocini formativi nelle aziende, supporto
all’imprenditorialità e alla creazione d’impresa, partendo dai luoghi di aggregazione
dei ragazzi.
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