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Notiziario Marketpress di
Martedì 04 Giugno 2013 |
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LA CONDIZIONALITA´ TRA COOPERAZIONE, PRESTITI E SOVRANITA’
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Trento, 4 giugno 2013 - ‘Condizionalità’
e´ una parola chiave dell´economia. Con essa si indicano le condizioni di
natura economica e politica che un Paese donatore chiede al Paese ricevente, in
cambio di risorse finanziarie. Nel tempo
si sono si sono evolute e sono passate da forme di esercizio di
potere del Paese più forte su quello più debole, a forme di cooperazione allo
sviluppo in cui i due Paesi lavorano insieme per un progresso sociale nel
contesto di una democrazia avanzata.
Un’evoluzione di valore che ha portato alla nascita di forme di
partnership tra Paesi, allontanando i modelli di sopraffazione camuffata da
‘’sostegno economico´´. Questa nuova e attuale natura delle condizionalità è
stato il tema affidato all’economista Laura Bottazzi, professore ordinario di
economia presso l´Università di Bologna e research fellow, di Igier e
Università Bocconi, nella sezione del Festival sulle ’’parole chiave’’.
Le condizioni poste a un
Paese che ha bisogno di fondi possono essere di natura politica e di natura
economica, decise ex ante oppure ex post, ovvero selezionando prima i Paesi a
cui dare le risorse in base alla garanzie di aggiustamento di politiche economiche
interne, oppure selezionando dopo i primi effetti di progresso sociale ed
economico risultanti dai primi aiuti finanziari. La condizionalità è pertanto
interconnessa al concetto di sovranità di uno Stato,in quanto può intaccare la
libera gestione delle proprie politiche di sviluppo. Tuttavia le risorse
finanziarie costituiscono anche incentivi al progresso socio-economico di un
Paese. Come nel caso della Tanzania che ha ricevuto fondi dalla Norvegia a
condizione di emancipare le donne e avarie processi di ampia scolarizzazione.
Non sempre è esistita la condizionalità, perché negli anni’50 il Fondo
monetario internazionale prestava soldi a Paesi in difficoltà senza condizione,
ma con la sola finestra temporale di sei mesi. ‘’ Ma si sono verificati comportamenti
opportunistici da parte del Pase ricevente - ha osservato Laura Bottazzi – del
tipo ‘’prendi i soldi e scappa’’ che hanno fatto porre nuove clausole
nell’erogazione dei fondi, come garanzie di aggiustamento di politiche
monetarie e fiscali´´. Attualmente dopo molte oscillazioni sulle modalità e
sulle funzioni in termini di rapporto dell’erogazione di risorse a un Paese
bisognoso, siamo giunti alla ‘’terza generazione’’ di condizionalità, che ci
mostra un contesto di cooperazione tra il Paese che presta il denaro e quello
che lo riceve, sulla base di un rapporto pubblico e trasparente. I vantaggi
della condizionalità oggi si confermano che, nel caso di un Paese affidabile,in
accrescimento di incentivi a implementare riforme economiche o politiche, di
allocare fondi a Paesi con strutture economiche migliori e nell’aumento della
capacità di monitorare l’effetto che tali fondi hanno sull’economia del paese
ricevente. Se non c’è cooperazione può verificarsi il caso limite della
Tanzania che nel tempo ha accumulato 20.000 diverse condizioni di performance
poste da 50 donatori diversi, accollandosi le spese di ben 100.000 consulenti
economici.
‘’Per evitare questo effetto
– ha spiegato Bottazzi - ci vuole una società civile consapevole e
responsabile. Non è passata l’era della condizionalità, ma ci si muove verso la
partnership, si richiede ai donors di lavorare con le autorità locali. Oggi le
condizionalità riguardano sempre più riforme strutturali, che a lungo termine
porteranno a governance democratiche e alla riduzione della povertà. Imporre la
condizionalità può limitare la sovranità di un Paese, ma lo si può evitare, se
ci si muove in cooperazione allo sviluppo’’.
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