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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 05 Giugno 2013 |
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RAMPINI, "OCCIDENTE ESTREMO: VI RACCONTO IL NOSTRO FUTURO"
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Trento, 5 giugno 2013 - Fra le novità di quest´ottava edizione c´è
il format "L´economia in scena" al teatro Sociale con Federico Rampini e il
suo "Occidente Estremo: vi racconto il nostro futuro". Rampini
giornalista e scrittore inviato speciale negli Stati Uniti e, precedentemente,
in Asia, reporter-nomade della globalizzazione, “affabulatore” di successo,
propone una “performance” fra teatro e giornalismo, tra visione del futuro e
racconto di terre lontane. Focus dello spettacolo la crisi globale o meglio la
crisi dell´Occidente. Osservare insieme la ritirata degli Stati Uniti e l´avanzata
della Cina è la prospettiva scelta da Federico Rampini, corrispondente di
Repubblica da New York e, in precedenza, da San Francisco e da Pechino. Tale
somma di esperienze dirette e prolungate consente a Rampini di disegnare la
parabola apparentemente inarrestabile del cambio al vertice del pianeta, che
dovrebbe consumarsi entro la metà del secolo. Con la regia di Antonio Pretis,
con lui ci saranno Gianna Fratta al pianoforte, Dino De Palma al violino e
violino cinese e Veronica Granatiero, canto.
Spettacolo in tre quadri,
“Occidente Estremo, vi racconto il nostro futuro” è un originale mix di parole
e musica. Le scelte musicali della direttrice d’orchestra e pianista Gianna
Fratta guidano gli spettatori in questo viaggio di parole che parte dall’America
di Gershwin e Ravel, per passare alla Cina e alla più generale musica
tradizionale orientale per concludersi a noi, all’Europa, rappresentata dalla
musica barocca e in particolare dall’Opera.
Il racconto parte dal grande
Mito Americano, che il giornalista e scrittore rivisita in chiave
autobiografica raccontando la sua “iniziazione” giovanile in California: la
terra di tutte le rivoluzioni, sociali e tecnologiche, la culla dei grandi
movimenti di rivolta e della società digitale, la società multietnica più
compiuta ma anche un laboratorio politico per esperimenti conservatori che
hanno segnato il capitalismo americano. Dai ricordi di vita sulla West Coast,
tra la San Francisco Beat e la Silicon Valley di Steve Jobs, Rampini ripercorre
il fascino del Secolo americano. Fino alla Grande Contrazione economica che lui
ha vissuto nel cuore del capitalismo mondiale, la New York dei Padroni
dell’Universo (Wall Street). E’ un declino irreversibile? O l’America sta per
stupirci di nuovo, come altre volte nella sua storia? Ma se fosse una
decadenza, la fine della Storia centrata sull’Occidente, stiamo per entrare nel
Secolo Cinese?
La narrazione di Rampini si
sposta a Oriente, attinge ai suoi anni di vita in Cina, racconta una civiltà
ancora misteriosa e arcana per noi. Mettendo in scena luoghi, personaggi,
atmosfere, Rampini illustra la profonda diversità cinese. Arriva allo shock
della “contaminazione”, l’irruzione della Cina al centro dell’economia globale,
le sue aspirazioni a diventare potenza imperiale. Gli enigmi sono due. Perché
abbiamo “tirato” la Cina dentro la globalizzazione, fino a diventarne le
vittime? Dove ci porterà una superpotenza governata da poteri autoritari che
calpestano i diritti umani? La performance si conclude tornando a noi. Se siamo
la periferia di un Occidente in declino, che cosa significa per noi vivere in
questo straordinario rovesciamento di mondi, questa rivoluzione dei rapporti di
forza? Lo spettacolo si arricchisce di una dimensione politica, diventa atto di
denuncia. Dove abbiamo sbagliato, quali errori delle nostre classi dirigenti
stiamo scontando. Dal laboratorio americano, sempre ricco di sperimentazioni
sociali e di nuovi trend, fino alle forze nascoste dell’Europa nordica, Rampini
conclude su un messaggio di speranza: è anche un programma d’azione, un appello
alla passione civile, alla riscoperta che la Storia siamo noi.
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