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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 05 Giugno 2013 |
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LA DEMOCRAZIA GLOBALE NON E´ UTOPIA
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Terento, 5 giugno 2013
- Il libero mercato e la libera
concorrenza non sono garanzia di uguaglianza sociale, come invece molti
economisti di pensiero liberista affermano, a cominciare dal pensatore inglese Adam Smith. Al contrario la
globalizzazione del mercato ha fatto emergere forti diseguaglianze sociali.
Questo in sintesi l´assunto alla base del libro: ´Oltre la mano invisibile´
scritto dall´economista indiano, vicepresidente
della Banca Mondiale, Kaushik Basu, al centro della sezione pomeridiana
´Incontri con l´autore´. A parlarne con Basu ,in una sorta di contraddittorio,
Luigi Zingales, professore di finanza alla Booth School of Business
dell´Università di Chicago. Per Basu ´´è arrivato il momento di cominciare a
parlare di democrazia globale e di una governante economica mondiale in cui
esiste una valuta unica´´.
L´economista indiano ha
decisamente sottolineato come sia necessaria una governance economica mondiale
per contrastare un´ economia che vede nel libero mercato e nella competizione
individuale, uno degli elementi di sviluppo della società. Per Zingales, in
accordo con il pensiero di Adam Smith, la ricerca del profitto individuale,
ovvero la competizione, è ciò che traduce il benessere individuale in benessere
per tutti. La concorrenza, ha infatti anche una valenza di deterrente per la
discriminazione sociale. Un opinione di forte contrasto con la convinzione di
Basu che invece sostiene che il principio del mercato che si auto regolamenta e
che non ha bisogno di un intervento regolatore dello Stato sia fallimentare
´´come si può vedere in Cina e in India, dove anche in seguito a una crescita
economica, le diseguaglianze sociali non sono sparite. Il punto è che la
discriminazione sociale avviene alla nascita. ´´ A una persona nata in uno slum
- ha affermato Basu - non si può dire che se vuole, ce la può fare ad evolversi
socialmente. La diseguaglianza è il lato oscuro della globalizzazione´´.´´C´è
bisogno di altruismo perché la società funzioni - ha proseguito - e quindi
anche il mercato. Così come la libera concorrenza non sarebbe garanzia di
eliminazione delle discriminazione sociale´´. Per Zingales, tuttavia, anche i
liberisti più fondamentalisti riconoscono allo Stato il ruolo di ente
regolatore dell´economia, ma le proposte avanzate da Kasu nel suo libro, sarebbero
´utopia´. Se anche in Europa non siamo riusciti a pensare a una governance
globale, se la Bundesbank è criticata, perché gli Stati membri non hanno potuto
votarla, come possiamo pensare a una governance economica mondiale? ´´. ´´Il
problema - ha concluso Zingales - è più sociale che economico, perché la gente
non si riconosce nell´umanità planetaria´´. L´economista indiano ha
sottolineato invece che sono diversi oggi gli economisti che sono convinti che
l´altruismo oggi possa far evolvere la società e di conseguenza anche il
mercato. In India la discriminazione delle caste, ´´l´obbrobrio degli
Intoccabili´´ è stato risolto dall´intervento legislativo voluto da Gandhi e
Nehru. Quindi è stata la politica e non l´economia. Un´economia buona non può
portare alla diseguaglianza. ´´Gandhi diceva - ha osservato Basu - che nei
momenti in cui si devono prendere decisioni per la società, bisogna pensare
alle fasce più deboli . Ora la Banca mondiale si concentra sulla crescita della
popolazione più bassa del mondo´´. ´´La democrazia globale e la governante
mondiale - ha concluso l´economista indiano- , in cui può esserci una valuta
unica, non è solo utopia. Questi concetti non possono essere liquidati così,
altrimenti anche quando si parlò di far votare le donne o gruppi razziali, non
sarebbe stato possibile farli diventare realtà. Ora è il momento giusto per
tirare fuori questo tipo di discussioni e di esperimenti, come l´Eurozona´´.
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