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Notiziario Marketpress di Mercoledì 05 Giugno 2013
 
   
  QUO VADIS EURO(PA) SENZA UNA GOVERNANCE POLITICA?

 
   
  Trento, 5 giugno 2013 - Il nodo cruciale della crisi economica è la moneta unica, non supportata da una legittima governance politica. L´euro ha dato una risposta concreta alle sfide di facilitare gli scambi sul mercato interno e di porre fine all´incertezza sui tassi dei cambi. E´ oggi la seconda moneta mondiale. Ma l´obiettivo principe era di mantenere bassa l´inflazione e i tassi di interesse. Ma a quale pro? Lanciare l´economia, investire sullo sviluppo? Non è stato così ed i Paesi europei hanno saputo solo speculare e sfruttare questa manovra per interessi interni, l´immobiliare in Spagna, le risposte a gruppi di pressione corporativi in Francia. E l´eccessiva fiducia nei mercati affinchè, grazie ad un approccio liberista, essi potessero trovare (da soli) il corretto aggiustamento, ha portato alla seconda grave debacle. Lo spread ha ulteriormente gravato sulle sorti dell´Europa che ha visto trasferimenti importanti di risorse umane ed economiche verso il nord. La sfida ora è “da Piano Marshall”, cioè far sì che si attui una controtendenza di fondi e risorse a favore del Sud europeo, sicuramente più bisognoso e carente. Questa l´analisi di Thierry Vissol, consigliere Media e Comunicazioni alla Commissione Europea di Roma. Le soluzioni proposte da Thierry Vissol auspicano l´elezione del Presidente Ue a suffragio universale; il coniugare in un unica figura il Presidente della Commissione con il Presidente Ue; i referendum europei; le quote di cittadini europei per le liste del Parlamento europeo. L´analisi della crisi dell´euro – dice Vissol - si scioglie attorno ad un intreccio complesso economico/politico/psicologico e alla risposta a due domande: “da dove veniamo” e “dove siamo”? Partendo dall´assunto che l´euro è nato in controtendenza ad una politica liberista, in quanto finalizzato alla gestione dei cambi e a stabilizzare la moneta in Europa, è bene considerare la mancanza di legittimità dei trattati europei in quanto fondati sul diritto internazionale. Ad essa si associa un altro neo: la Commissione europea – secondo Vissol – non difende nel pieno dei suoi poteri il “bene” dei Paesi in senso globale, ma gli interessi dei singoli Paesi europei, dando priorità alle esigenze “individualistiche” dei Paesi con ruoli di “maggior peso”, quali la Germania, a discapito delle economie di altri più svantaggiati sul piano economico. E, infine, Vissol si interroga sull´assenza di un´entità super partes che legittimi l´euro: “si rischia di essere vittime di un´illusione ottica in cui l´alleanza franco-tedesca possa sostituire una governance, al momento ancora assente".  
   
 

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