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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 05 Giugno 2013 |
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C´E´ BISOGNO DI UNA CONTRORIFORMA BANCARIA
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Trento, 5 giugno 2013 - ´´C´è bisogno di una riforma strutturale del
sistema finanziario, di una vera e propria ´´controriforma´´ bancaria, e Trento è il luogo appropriato per lanciarla,
visto il suo passato storico di centro del Concilio´´. Così ha esordito Andy
Haldane, direttore esecutivo della stabilità finanziaria della Banca
d´Inghilterra, nella lecture ´´ La grande onda´´, organizzata a Palazzo Geremia
da Inet, l´ Istituto per la New Economic Thinking. Inet è nato nel 2012 su iniziativa di un team di
economisti guidato da George Soros, per incentivare lo sviluppo di un nuovo
pensiero economico capace di proporre delle soluzioni per le grandi sfide
dell´economia mondiale. Per Haldane il cuore della crisi consiste nell´effetto
del ´too big too fail´´, ovvero nel percorso evolutivo mastodontico che le
banche hanno vissuto a partire dagli anni´70 a oggi. Riformare le banche per
evitare che diventino dei ´Godzilla´ o ´King kong´ del sistema finanziario
mondiale, tanto da richiedere l´intervento dei Governi, perché il loro fallimento
farebbe fallire il Pil e l´economia interna di un Paese, è il compito che
Haldane affida ai giovani, perché molto complesso e lungo.
Per Andy Haldane, membro
dell´ Interim Financial Policy Committee della Bank of England, e anche membro
del Comitato di Basilea, esiste tutt´ora il rischio dei subprime, del denaro
facile dato per i mutui. Potremo quindi rivivere la crisi del 2008, che ha
portato al crollo di grandi banche come la Jp Morgan Chase, che per essere
salvata ha richiesto un massiccio intervento della Federal Reserve americana.
Per salvarci c´è bisogno di riforme strutturali complesse e lunghe, che per
prima cosa eliminino il concetto di ´too big too fail´. Non si può permettere
che crescano cordate di banche, titani della finanza, che implicitamente si
basano sui sostegni governativi finanziari, creando così utili giganteschi. Per
spiegare un argomento complesso Haldane si è anche affidato alla metafora del
cane del freesbee. La traiettoria del freesbee e´ di difficile previsione
perché troppi fattori la condizionano, ma il cane ha più probabilità dell´uomo
di prenderlo. In modo analogo risolvere il problema di banche troppo grandi per
essere lasciate fallire o per mettere in prigione i dirigenti, non si può
risolvere in modo semplice. Lo testimoniano gli atti di Basilea 1, 2 e 3, che
comportano migliaia di pagine scritte per il regolamento di attuazione. Fatto
sta che per Haldane bisogna subito mettere limiti alle dimensioni delle banche,
bisogna separare quelle di investimento da quelle di deposito, evitare che gli
Stati rischino il crollo interno per evitare il fallimento delle loro banche,
come Spagna, Iralnda, Islanda e Cipro testimoniano. ´´ Le regole della finanza
moderna sono troppe complesse, non si può combattere la complessità con la complessità,
ci vogliono norme semplici- ha osservato Andy Haldane - c´è molto da fare
ancora per scongiurare crisi analoghe a quella del 2008, che non potremmo più
permetterci´´. ´´ Le agenzie di rating, ad esempio, - ha specificato - reggono
il sistema di ´too big too fail´´ perché i loro parametri registrano, se una
banca e´ così grande da richiedere implicitamente gli aiuti governativi,
creando la spirale ´´maledetta´´ tra stati sovrani e le banche´´. Le soluzioni
sul tavolo dell´accademia sono: inserimento di capitale e percentuale di
patrimonio di garanzia di una banca, la possibilità di liquidare un istituto
finanziario in crisi, misure strutturali che coinvolgano i creditori stessi nel
risanamento, trattando la banca come fosse un´azienda in fallimento´´. ´´Oggi
voglio solo la lanciare i termini della riforma - ha concluso Haldane - i
risultati delle prime contro misure ancora non sono soddisfacenti. Il lavoro è
in sospeso e non sta a me, vecchio e stanco proseguire, ma sta a voi giovani
completarlo´´.
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