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Notiziario Marketpress di
Giovedì 06 Giugno 2013 |
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DEMOCRAZIA E AUTORITARISMO: DUE MODELLI A CONFRONTO PER LA CRESCITA ECONOMICA
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Trento, 6 giugno 2013 - Le politiche di consenso che caratterizzano
le democrazie occidentali frenano le strategie di crescita? È l´interrogativo
centrale sul tema "Democrazia, autoritarismo ´efficente´ e crescita
economica: la sfida asiatica e la crisi europea", attorno al quale si sono
sviluppati questo pomeriggio gli interventi di Michael Pettis, Tongdong Bai,
Giorgio Fodor e Luigi Bonatti, introdotti da Laura Longo e seguiti da un
pubblico attento nell´affollatissima aula magna della facoltà di Giurisprudenza
del capoluogo.
Michael Pettis, veterano di
Wall Street, economista e attualmente docente all´Università di Pechino, ha
rivolto il suo sguardo verso gli interrogativi che emergono in tempo di crisi:
sembra che per l´economia vi siano una serie di svantaggi nelle democrazie,
visto la crescita vertiginosa – con un tasso annuo del 10% – che la Cina ha
conosciuto nell´ultimo decennio. I governi autoritari, come è avvenuto nella
Germania degli anni ´30 o in Brasile negli anni ´60, sembrano maggiormente
capaci di implementare politiche efficienti, ma il punto è attribuire il giusto
valore a questa efficienza e non ignorare i grandi squilibri che quel tipo di
economia genera. “Sul lungo periodo, ha detto Pettis, “non conta tanto la
capacità di generare crescita, ma quella di adeguare le differenze e gli
squilibri di una crescita tanto rapida”. Lo dimostra la diversa capacità delle
economie avanzate di assorbire il capitale. Il debito cinese, per contro, sta
avanzando rapidamente, i salari bassi costringono le famiglie ad aumentare la
capacità di risparmio e i consumi sono frenati. Per non incorrere in un periodo
di crisi, la Cina dovrà rivedere il suo modello, con una riforma del sistema
finanziario e sociale capace di assorbire gli ingenti investimenti e rallentare
l´enorme aumento di ricchezza generato finora soltanto per una élite.
Tongdong Bai, filosofo
cinese, ha invece affrontato il problema da un altro punto di vista, quello di
“come si può immaginare che dovrebbero andare le cose”: il mondo ideale secondo
il confucianesimo. Ha parlato di moralità nella politica e nelle relazioni fra
le persone, di come sia necessario un governo democratico/meritocratico, che ancora
l´occidente capitalista non conosce, a causa dell´individualismo e della
mancanza di fiducia e di partecipazione ai grandi temi della politica e
dell´economia da parte della gente.
Giorgio Fodor, docente alla
Scuola di Studi Internazionali a Trento, ha ricordato che la democrazia come la
conosciamo noi è un fatto recente ed è andata di pari passo con lo sviluppo
economico, specialmente in Europa, ma ne ha rilevato i pericoli attuali per la
sua sopravvivenza. “La democrazia - ha concluso Fodor - deve essere un
obiettivo, non uno strumento per raggiungere il massimo della ricchezza per il
maggior numero possibile di persone”.
Infine Luigi Bonatti,
anch´egli docente alla Scuola di Studi Internazionali dell´Università di
Trento, ha riconosciuto che il modello cinese è stato fino ad ora funzionale,
in un Paese dal bassissimo reddito, dove enormi investimenti sono stati
trasferiti dall´agricoltura alla produzione industriale, ma rischia di avviarsi
verso uno sviluppo non più sostenibile. D´altra parte il modello che le
democrazie conoscono, come quella americana dove i consumi sono stati
esponenziali, unito ad un declino della “qualità” della democrazia, ha portato
alla crisi attuale. “L´europa - ha osservato Bonatti - è in difficoltà per
l´incapacità dei sistemi politici di implementare le riforme che possono
consentire al sistema di reggere”.
Web: http://www.festivaleconomia.it/
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