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Notiziario Marketpress di
Giovedì 06 Giugno 2013 |
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I BANCHIERI E I "COMPARI" DEL "DEBITISMO" ITALIANO
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Trento, 6 giugno 2013 - Il sistema bancario italiano?
"Incestuoso" e fondato su conniventi relazioni, conflitti
d´interesse, intrecci familiari e finanziari, governato da banchieri-compari
che negano il credito a imprenditori bisognosi ma lo concedono a costruttori come
Ligresti o il finanziere Zaleski, facendo ricadere i costi sui risparmiatori e
sullo stato. A parlare, male, di banchieri e compari, definizione che dà il
titolo al suo ultimo libro, è Gianni Dragoni, firma del Sole 24 Ore e
"columnist" di Servizio Pubblico, protagonista dell´Incontro con
l´autore in un dialogo con Francesco Manacorda e Fausto Pannunzi. Libro che
svela la profonda asimmetria del capitalismo italiano - che Dragoni ridefinisce
come "debitismo", vista la scarsa propensione al rischio che caratterizza
il sistema Italia - tra gruppi protetti e meno protetti. Un gruppo che ha
goduto di protezione? E´ sulle pagine dei giornali, i Fratelli Riva, "che
hanno portato 1,2 miliardi di euro nei paradisi fiscali e che certamente non lo
hanno potuto fare senza l´aiuto di una banca".
Dragone ha impressionato il
pubblico della Biblioteca Comunale di Trento snocciolando gli stipendi dei top
manager e ad dei dieci maggiori gruppi bancari italiani (si va da 1 milione 700
mila euro in sù) ma soprattutto si è chiesto se le banche hanno funzionato o
meno, e per chi. "Per i propri dipendenti hanno funzionato non male, visto
che non ci sono stai esodi fortissimi. Per i propri soci nemmeno, anche se
hanno chiesto loro molti soldi, ed hanno funzionato benissimo per alcuni soci
in particolare, i cosiddetti "debitori di riferimento". Ma tra i
"soci" delle banche vi è anche la politica, che partecipa alle banche
attraverso le Fondazioni. Per una banca come Intesa Sanpaolo le fondazioni
hanno poco meno del 25 per cento del pacchetto azionario e 17 membri del cda su
19. E per lo Stato? Hanno funzionato abbastanza, anche perché le banche hanno
in pancia enormi quantità di titoli di stato. Le banche non hanno funzionato
bene solo per gli investitori privati e le imprese".
Come se ne esce? "Con
più controlli, piuttosto che mettendo più regole, e magari recuperando anche la
dimensione piccola delle banche, perchè sono le piccole banche, dove il
management conosce i clienti e viceversa, quelle che possono funzionare meglio.
Soprattutto per i risparmiatori e le imprese".
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