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Notiziario Marketpress di
Giovedì 06 Giugno 2013 |
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SOVRANITA´ IN CONFLITTO: LA FONDAZIONE DOLOMITI UNESCO MODELLO CUI GUARDARE
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Trento, 6 giugno 2013 - "La Fondazione Dolomiti Unesco
rappresenta quell´innovativo e concreto modello di governance che i cittadini
auspicano un giorno diventi l´Europa nella sua azione politica". Le parole
del giornalista e scrittore Piero Badaloni condensano bene quanto è emerso
dall´incontro "Dolomiti Unesco, un modello di gestione
sovraregionale" svoltosi stamane in Sala Filarmonica a Trento per il
format "Confronti".
Ne hanno discusso, moderati
da Badaloni, il presidente della Fondazione Dolomiti Unesco e assessore per la
natura, paesaggio e territorio della Provincia autonoma di Bolzano Elmar
Pichler Rolle, l´assessore all’urbanistica, enti locali, personale, lavori
pubblici e viabilità della Provincia autonoma di Trento nonché membro del cda
della Fondazione, Mauro Gilmozzi, i membri del comitato scientifico della
Fondazione Dolomiti Unesco, l´antropologo Annibale Salsa e la docente
universitaria Giovanna Segre.
Ll riconoscimento Unesco
delle Dolomiti del 26 giugno 2009, qualificando a livello mondiale
l´eccezionalità di queste montagne, ha portato un importante elemento di
innovazione nella gestione territoriale: identificarsi in un territorio unico,
che come tale va valorizzato, promosso e tutelato. La gestione partecipata e
congiunta di diverse entità territoriali e livelli amministrativi (le Provincie
autonome di Trentino e Alto Adige, le Provincie di Pordenone, Udine, Belluno e
le rispettive Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto) di un bene unico e
prezioso quali le Dolomiti tramite la costituzione della Fondazione può
rappresentare una soluzione, seppur in scala ridotta e con le dovute
particolarità, al dualismo "sovranità-conflitto", oggetto di questa
edizione del Festival dell´Economia.
La Fondazione Dolomiti
Unesco, infatti, nasce proprio per anticipare e risolvere all´origine le
possibili difficoltà e "conflitti" tra i diversi attori in campo e
per trovare soluzioni condivise e partecipate per valorizzare al meglio il
patrimonio delle cime dolomitiche, le sue comunità e territori. "La sfida
iniziale più grande della Fondazione - ha esordito Gilmozzi - è stata
inevitabilmente quella di facilitare rapporti e governance tra i soggetti
coinvolti. La politica e la Fondazione, hanno trasformato possibili conflitti
tra diversi territori - anche di colore politico differente - in dialogo, ciò
che poteva rappresentare uno scontro, in incontro e confronto. Certo, la strada
è ancora lunga, ma siamo convinti della bontà della Fondazione e dei risultati
che potrà conseguire per tutti i territori e le comunità che hanno creduto in
questo progetto".
Allo studio, infatti, la
Fondazione ha già pronti alcuni progetti, dal turismo, alla formazione alla
promozione unitaria. "Occorre capire e far capire che senza cultura non si
costruisce paesaggio - ha ribadito Gilmozzi insieme al collega Pichler Rolle -.
Investire in formazione e cultura è il primo passo che deve compiere e ha già
compiuto al Fondazione, con l´istituzione del primo master universitario in
gestione dei beni naturali Unesco". Ma si pensa anche di accentrare alcune
azioni di marketing e di promuovere il brand Dolomiti in modo unitario, per poi
quindi armonizzare anche le politiche del paesaggio, del territorio e
dell´ambiente. "Anche in questi aspetti le differenze tra i territori sono
evidenti - ha continuato Pichler Rolle - e su questi elementi la cooperazione
tra le comunità all´interno della Fondazione sarà ancora più utile, bella e
interessante. Ora, insieme, potremo raggiungere obiettivi e dare prospettive e
visione alle nostre comunità e territori che singolarmente nessuno sarebbe
stato in grado di raggiungere. E´ da queste premesse che l´azione della
Fondazione deve continuare e prendere forza".
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