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Notiziario Marketpress di
Giovedì 06 Giugno 2013 |
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NAZIONALIZZARE LE BANCHE? NO, MEGLIO PENSARE ALLE REGOLE
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Trento, 6 giugno 2013 - Se
si parla di nazionalizzazione delle banche ovvio pensare che, sotto sotto, si
parli ancora e sempre di socializzazione delle perdite, rimanendo invariato il
secondo termine del rapporto, ovvero la privatizzazione dei guadagni. Ma al
confronto tra il presidente de La Finanziaria Trentina Lino Benassi, il
direttore regionale per il Nord Est di Intesa Sanpaolo Omar Lodesani e il
direttore generale di Unicredit Roberto Nicastro, ospitato nella sede della
Banca di Trento e Bolzano, non s´è parlato tanto di questo, quanto della
trasparenza delle banche, delle regole, di accesso al credito, della s/fiducia
tra banche e pure degli stipendi (scandalosi) dei banchieri.
Ecco le risposte che i tre
interlocutori hanno dato a Sebastiano Barisoni, moderatore del confronto a tre.
Benassi: "Ci sono
voluti 50 anni in Italia per passare da un sistema pubblico a un sistema
privato universale. Ne abbiamo viste di tutti i colori, c´erano banche ben
gestite e mal gestite. All´inizio degli anni 80 è fallito il sistema bancario
spagnolo, in Italia solo agli inizi degli anni 90 si è messo in moto un
processo di liberalizzazione e susseguente privatizzazione. Il nostro problema
è che la nostra economia e da sempre bancocentrica, per cui se la banca va male
va in crisi il sistema. La banca è un´impresa, ha bisogno di capitali e quindi
la maggior parte delle banche è quotata. Il sistema bancario è il sangue del
sistema economico e non c´è nazionalizzazione che tenga. Un tempo le banche
servivano a dare soldi alle imprese, non c´era speculazione, oggi questa
attività arriva al massimo al 30 per cento, il maggior profitto deriva dal
trading.
La trasparenza? Se le cose
vanno bene essere trasparenti non costa nulla, ma se le cose vanno male essere
trasparenti per una banca diventa un suicidio. Una banca non ha i principi
contabili di una industria, ma se portiamo tutto all´esasperazione finiamo per
chiuderle tutte. Per un´industria la trasparenza è un dovere, per una banca si
tratta di fissare delle regole".
E gli stipendi dei banchieri?
Possono valere quelli di mille dipendenti? "Dipende dai dipendenti - è
stata la risposta b- . Ci vuole certamente più moralità, non è possibile che un
banchiere che non rischia nulla abbia quegli stipendi".
Per Nicastro "il punto
di equilibrio passa attraverso le regole, dobbiamo essere onesti. Le banche
sono attori fondamentali del sistema economico, quando non funzionano fanno
saltare il sistema, ed è giusto che vi siano delle regole, e negli ultimi anni
ne sono state introdotte almeno 350-400 di nuove. Dobbiamo chiederci però dove
si posiziona il pendolo rispetto alle regole, che a volte tendono ad essere
contraddittorie: qual è il giusto set combinato di regole che dia equilibrio al
sistema? Sono d´accordo con chi dice che più che nazionalizzare le banche
sarebbe forse il caso di tornare ad avere banchieri un po´ meno arroganti e più
mezzemaniche".
Per Lodesani, infine,
"non tutti i paesi hanno privatizzato. Il punto critico del nostro
business è che noi dobbiamo restituire il denaro. Quando sei in iper
regolamentazione sei già di fatto nazionalizzato. Va bene abbassare gli
stipendi dei banchieri, ma il problema è definire a cosa sono legate quelle
retribuzioni. Noi viviamo solo se riusciamo a fare buoni impieghi,
confrontandoci con il problema della affidabilitá dell´impresa che chiede
credito".
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