|
|
|
 |
  |
 |
|
Notiziario Marketpress di
Giovedì 06 Giugno 2013 |
|
|
  |
|
|
BOLDRINI: LA TUTELA DEI DIRITTI UMANI VIENE PRIMA DELLA SOVRANITA´
|
|
|
 |
|
|
Trento, 6 giugno 2013 - Laura
Boldrini, per ventiquattro anni
impegnata nelle Agenzie delle Nazioni Unite, di cui gli ultimi quindici come
portavoce dell’Alto Commissariato per i Rifugiati, prima di essere eletta
presidente della Camera dei Deputati italiana, ha portato all´ottava edizione
del Festival dell´Economia di Trento un messaggio molto forte e diretto: è
possibile ed è giusto limitare la sovranità degli Stati, ad esempio per
tutelare i diritti dei rifugiati, oppure per impedire che i diritti umani
vengano scandalosamente violati dalle dittature o nel corso dei conflitti,
anche se intervenire non deve significare automaticamente usare le armi. Ed
ancora, è giusto intervenire per tutelare diritti che scavalcano i confini,
come quello dei lavoratori ad essere trattati in maniera dignitosa e a non
morire a centinaia sotto le macerie della propria fabbrica, come è accaduto
recentemente a Dacca. Riguardo all´Europa la presidente Boldrini è stata altrettanto chiara: "Ci
vuole un´Europa politica, un´Europa dei diritti e del welfare, un´Europa
unita solidale".
La presidente è stata
accolta, al suo arrivo in sala Depero, dal presidente della Provincia autonoma
di Trento, Alberto Pacher. "Quando l´Europa potrà dire con sicurezza di
essere un punto di riferimento fondamentale per quanto riguarda la tutela dei
diritti umani - ha detto Pacher - potrà avere la certezza di essere davvero
sulla strada giusta. La presidente Boldrini nel corso della sua lunga attività
nelle Nazioni Unite e in particolare come Alto Commisario per i rifugiati si è
confrontata con ogni genere di situazione drammatica e di violazione
sistematica di questi diritti. Per questo la ringraziamo per essere venuta a
Trento a portare la sua preziosa testimonianza".
Nel suo intervento la
Boldrini ha parlato innanzitutto dei diritti dei migranti. "Quando chi
fugge da violenze e persecuzioni non viene accolto in un Paese a cui chiede
protezione -a detto la Boldrini - la sovranità di quello Stato deve essere
chiamata in causa in nome del diritto internazionale. Diritto internazionale
che sancisce il diritto all’asilo e il principio del non respingimento. Lo dice
anche la nostra Costituzione, all’articolo 10. Ma negli ultimi anni, sono stati
frapposti molti ostacoli al rispetto di questo principio e la stessa Italia è
stata condannata per non aver rispettato il principio del non-respingimento,
contenuto nella Convenzione di Ginevra del 1951".
La presidente Boldrini si è
poi soffermato sui diritti economici e sulla Grecia in particolare.
"Quando l´ho visitata - ha detto - ho visto un Paese sottoposto alle
verifiche stringenti della cosiddetta Troika (Commissione Europea, Banca
Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale), con decine di migliaia di
persone precipitate nella povertà, nel disagio sociale, perfino nella mancanza
di medicinali negli ospedali e nelle farmacie e con una tensione sociale
incandescente. E’ il caso estremo di cessione di sovranità sulle sole materie
economiche e sulle politiche di bilancio". Quella che è mancata, invece, è
un´Europa politica, capace non solo di imporre misure di austerity, un’Europa
più forte, più unita, più solidale.
Ed ancora, dopo i diritti
dei lavoratori, scandalosamente violati in quelle realtà dove si delocalizzano
le produzioni che poi invadono i mercati dell´Occidente (il richiamo è stato
alla tragedia di Dacca, nella quale hanno perso la vita oltre un migliaio di
lavoratori fra le macerie della loro fabbrica), la questione più spinosa:
l´ingerenza umanitaria.
"Ho visto che cosa
possono produrre le sovranità nazionali ai danni dei loro concittadini - ha
detto ancora la Boldrini - . Mi riferisco alle dittature, alle pulizie etniche,
agli stermini di massa, alle guerre civili. Mi sono indignata come molti di
fronte all’indifferenza del mondo. Penso che, di fronte alla mortificazione
della dignità umana, esista un diritto-dovere all’ingerenza negli affari
interni. Ma a due condizioni. Primo, che si decida applicando scrupolosamente
il diritto internazionale e non in maniera unilaterale o con coalizioni
estemporanee. Secondo, che ingerenza non significhi necessariamente intervento
armato. E qui bisogna distinguere: i militari fanno i militari, gli operatori
umanitari fanno un´altra cosa. Ci si può incontrare, ma le agende sono
distinte".
Infine dalla Boldrini un
appello ad essere più presenti nel Mediterraneo, sostenendo gli sforzi di
democratizzazione dei nostri vicini, "di cui non sappiamo quasi
nulla". Con una visione di medio-lungo termine, e senza cedere alla
tentazione di fare affari con i dittatori.
|
|
|
|
|
|
<<BACK |
|
|
|
|
|
|
|