|
|
|
|
|
|
|
Notiziario Marketpress di
Mercoledì 05 Giugno 2013 |
|
|
|
|
|
UNIONCAMERE, PRODUZIONE INDUSTRIALE: TRIMESTRE DIFFICILE PER TANTI DISTRETTI DEL MADE IN ITALY
|
|
|
|
|
|
Roma, 5 giugno 2013 - Le difficoltà del settore auto e dell’edilizia
rallentano l’economia manifatturiera di diverse regioni del Nord e del Centro.
La crisi dei consumi penalizza il settore tessile e, con esso, l’industria del Made in Italy soprattutto della Toscana
e delle Marche. Il bilancio della produzione manifatturiera nazionale del I
trimestre 2013 segna, in sintesi, una pesante riduzione del 5,3% rispetto allo
stesso periodo dello scorso anno, con punte del -6,5% per le imprese con meno
di 50 addetti e del -7,2% per l’artigianato. E pesa come un macigno soprattutto
sulle regioni del Mezzogiorno dove il calo della produzione raggiunge il 9% con
la punta estrema della Calabria che tocca il -15,6%.
Questo quanto emerge dall’indagine congiunturale
sulle imprese del manifatturiero, realizzata dal Centro studi di Unioncamere.
“L’andamento
della produzione industriale nei primi tre mesi dell’anno – sottolinea il
presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello - segna ancora una flessione consistente che,
nel Mezzogiorno ma anche in tanti contesti distrettuali del Centro-nord,
suscita preoccupazione. Penalizzata dal difficile contesto attuale è ancora e
soprattutto la piccola impresa, più legata ai consumi interni che stentano a
ripartire”.
Si è chiuso con un
pesante -5,3% tendenziale il I trimestre 2013 per la produzione industriale
delle imprese manifatturiere italiane. Non accennano infatti a riassorbirsi gli
effetti negativi sull’economia reale che le misure di contenimento del deficit
stanno producendo sull’intera Area euro: per le fonti della domanda, infatti,
non si intravede un chiaro percorso di recupero. E’ più profondo il calo per le
imprese sotto i 49 addetti (-6,5%) e per il segmento dell’artigianato, che
arriva a cedere il 7,2%, mentre sulle imprese con oltre 50 addetti la perdita
si arresta al -3,9%.
Su scala territoriale
sono sensibili le differenze tra Centro-nord e Sud e Isole. Nord Est e Nord
Ovest cedono rispettivamente il 4,1% e il 4,6%, risultati lievemente meno
pesanti della media nazionale, all’estremo opposto il Sud e Isole accusa invece
una flessione del 9,0%. Tra le regioni settentrionali oggetto di indagine ad hoc, il Veneto è la meno penalizzata
con una produzione in discesa del 3,6%, mentre il Piemonte accusa la crisi del
settore dell’auto e lascia sul campo il 5,7% in meno rispetto alla produzione
del I trimestre 2012. Le imprese manifatturiere lombarde e quelle liguri
riportano un segno negativo del 4,2%, mentre in Emilia Romagna i livelli
produttivi scendono del 4,7%. In linea con il risultato nazionale le regioni
centrali (-5,4%): se le Marche riescono a contenere la perdita di circa un
punto percentuale rispetto al dato ripartizionale, la Toscana invece si allinea
ad esso. Tra le regioni del Sud e Isole, in Calabria si assiste a una decisa
contrazione della produzione manifatturiera (-15,6%).
Tutti i comparti sono
coinvolti dalla discesa dei volumi prodotti: la filiera del legno-arredo
(-8,3%) e quella delle Altre industrie manifatturiere (-7,8%) sono le più
penalizzate, risentendo più marcatamente delle difficoltà di tutte le attività
legate all’edilizia. Le industrie dei metalli e la meccanica riportano entrambe
battute di arresto superiori al -5%, soglia su cui si ferma il calo del sistema
moda. Risentono meno degli effetti del ciclo avverso le industrie elettriche ed
elettroniche, l’alimentare e la chimica, ma le flessioni sono comunque
superiori al 2,4%.
|
|
|
|
|
|
<<BACK |
|
|
|
|
|
|
|