|
|
|
|
|
|
|
Notiziario Marketpress di
Mercoledì 05 Giugno 2013 |
|
|
|
|
|
IN PIEMONTE PIÙ DI 110MILA IMPRESE FEMMINILI
|
|
|
|
|
|
Torino, 5 giugno 2013 - Il Piemonte vanta oltre 110mila imprese
guidate da donne, pari al 24,2% del totale regionale, concentrate soprattutto
nei settori degli altri servizi (32,4%) e del commercio (27,3%). È quanto
emerso dall’indagine “Piccole imprese, grandi imprenditrici 2013” (scaricabile
all’indirizzo www.Pie.camcom.it/imprenditoriafemminile), presentata oggi da
Unioncamere Piemonte e Regione Piemonte nell’ambito del protocollo d’intesa
sottoscritto insieme alla Commissione Abi del Piemonte per dare voce
all’Osservatorio regionale per l’imprenditoria femminile.
Dopo i saluti dell’Assessore
alle Pari opportunità della Regione Piemonte Giovanna Quaglia e del Segretario
Generale di Unioncamere Piemonte Paolo Bertolino, Sarah Bovini, Responsabile
Ufficio Studi e Statistica di Unioncamere Piemonte, ha illustrato “I numeri
delle imprese femminili in Piemonte e in Italia”, seguita da Paola Casagrande,
Direttore Istruzione, Formazione professionale e Lavoro della Regione Piemonte,
con un intervento su “Imprenditoria femminile: il ruolo della Regione
Piemonte”.
Hanno fatto seguito gli
interventi di Susanna Barreca, esperta in sostegno all´imprenditoria della
Regione Piemonte, sul tema degli “Incentivi e sostegno all’imprenditoria
femminile”, e di Valentina Gusella, Presidente del Comitato per l’imprenditoria
femminile di Biella e referente Pari opportunità per Legacoop Piemonte, su “Le
attività dei Comitati per l’imprenditoria femminile”. L’ultimo intervento della
giornata, dal titolo “Imprenditrici e servizi territoriali: un binomio vincente”,
è stato presentato da Elenia Rotundo di Clipit e Alessandra Messina, del Centro
Ludico Linguistico First Word.
“La fotografia scattata da
Unioncamere per rappresentare la realtà delle imprese rosa in Piemonte -
sottolinea l’assessore regionale alle Pari opportunità, Giovanna Quaglia -
costituisce per la Regione uno strumento molto utile per leggere ed
interpretare, in modo trasversale, le dinamiche
che caratterizzano il legame donna-impresa. Certo, in un momento di
grande difficoltà come quello attuale, in cui le percentuali di disoccupazione
stanno purtroppo raggiungendo livelli record, è un dato di fatto importante che
l’impresa femminile faccia registrare un trend positivo. Questo non significa
in alcun modo che le Istituzioni debbano in qualche modo abbassare la guardia.
Nella consapevolezza del ruolo fondamentale che le imprese femminili ricoprono
per la crescita del nostro Paese, è importante intensificare l’impegno per
favorire la piena occupazione delle donne. E mi riferisco in particolare alle
politiche di conciliazione, fondamentali per non mettere le donne di fronte a
una scelta tra il lavoro e la famiglia. Anche in questo senso l’analisi degli
strumenti utilizzati dalle nostre imprese ci permette di correggere e
migliorare le molte azioni messe in campo dalla Regione”.
“La realizzazione di
indagini conoscitive, come quella che presentiamo oggi, è un passaggio
imprescindibile per individuare le esigenze e gli ostacoli che le donne
incontrano nella loro attività imprenditoriale e poter così programmare,
insieme agli altri attori istituzionali, attività di sviluppo e qualificazione
della loro presenza nel mondo dell’imprenditoria, per prepararle al meglio alle
sfide del mercato. Le Camere di commercio sono da sempre attive nel campo della
promozione della cultura imprenditoriale in rosa: da tempo, infatti, il Sistema
camerale ne ha intuito l’importanza, istituendo i Comitati provinciali per la
promozione dell’imprenditoria femminile, con l’obiettivo di realizzare
specifiche attività di formazione e sostegno alle donne imprenditrici” dichiara
Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere Piemonte.
Le Imprese Femminili
Registrate In Piemonte -
Il numero delle imprese
femminili registrate presso il Registro Imprese delle Camere di commercio piemontesi
al 31 marzo 2013 ammonta a 110.195 unità, per un tasso di crescita su base
trimestrale pari a -0,83%. Sebbene la base imprenditoriale femminile piemontese
continui a subire gli impatti della fase recessiva iniziata a fine 2011, essa
mantiene costante la propria quota sul totale delle imprese registrate, pari al
24,2%, dato lievemente superiore a quello nazionale (23,5%).
Le imprese femminili si
costituiscono prevalentemente sotto forma di imprese individuali (61,5%) e di
società di persone (27,9%), mentre soltanto il 9,1% predilige la forma delle
società di capitale (quota in lieve aumento rispetto a fine marzo 2013, quando
era pari all’8,7%) e l’1,5% quella delle altre forme (che comprendono i
consorzi e le cooperative). Sono soltanto le società di capitale a registrare
un tasso di crescita positivo (+0,59%), mentre risulta negativa la performance
delle altre classi di natura giuridica, in particolare delle imprese
individuali (-1,18%).
Le imprese femminili operano
soprattutto nei settori del terziario tradizionale, vale a dire negli altri
servizi (32,4%), nel commercio (27,3%) e nel turismo (8,8%). Il 15,5% opera
nell’agricoltura, il 7,5% nell’industria in senso stretto e il 3,9% nelle
costruzioni. Valutando le variazioni trimestrali dello stock di imprese
femminili per settore di attività economica, si osserva come soltanto il
comparto del turismo sia rimasto stabile, mentre la base imprenditoriale di
tutti gli altri settori ha registrato una contrazione.
A livello territoriale, il
peso delle imprese femminili è sostanzialmente omogeneo: il gap tra Biella e
Alessandria - province in cui la concentrazione di imprese femminili sul totale
è rispettivamente la minore e la maggiore - è infatti di lieve entità.
I Bilanci Delle Societá Di
Capitale Femminili Piemontesi -
Concentrando l’attenzione
sulle società di capitale femminili con sede legale in Piemonte, si osserva
come nel 2011 il relativo volume d’affari sia aumentato del 4,6% rispetto al
2010, a fronte di un incremento del 2,3% dei ricavi delle vendite delle società
di capitale piemontesi nel loro complesso.
Le società di capitale
femminili piemontesi si contraddistinguono per una liquidità sufficiente
(indice di liquidità immediata), nettamente migliore rispetto a quella
conseguita dall’aggregato complessivo regionale, che manifesta, al contrario,
una situazione di lieve squilibrio finanziario.
L’incidenza del costo
dell’indebitamento finanziario sul volume d’affari (oneri finanziari sul
fatturato) si colloca su livelli bassi e risulta nettamente inferiore rispetto
a quella che grava sul complesso delle società di capitale piemontesi. Sul
fronte del grado di solidità patrimoniale, le società di capitale femminili
finanziano con mezzi propri il 37,55% delle proprie attività (indice di
indipendenza finanziaria), quota inferiore rispetto a quella dell’aggregato complessivo
regionale.
La performance reddituale
delle società di capitale femminili appare, nel complesso, migliore rispetto a
quella concretizzata dall’insieme delle società di capitale piemontesi.
L’incremento del volume d’affari generato tra il 2010 e il 2011 si è tradotto
in una redditività lorda delle vendite positiva: nel 2011, il rapporto tra
l’Ebitda e il fatturato delle vendite si attesta al 7,66%, livello che, seppure
lievemente inferiore rispetto agli anni precedenti, risulta nettamente superiore
al dato medio regionale. Nel 2011, inoltre, le aziende femminili sono riuscite
a trasformare in utili i ricavi delle vendite (il valore dell’indice Roe si
colloca su un livello positivo e pari al 2,42%), mentre l’aggregato delle
società di capitale piemontesi ha conseguito una perdita di esercizio. Anche la
redditività del capitale investito (Roa) è risultata positiva e in linea con
quella realizzata nel 2010, passando dal 2,84% al 2,89%, attestandosi su
livelli decisamente superiori rispetto a quelli medi regionali.
La produttività delle
società di capitale femminili piemontesi, misurata attraverso il valore
aggiunto pro capite, risulta, invece, inferiore a quella dell’aggregato
regionale e in diminuzione rispetto al 2009 e al 2010.
L’indagine Sull’imprenditoria
Femminile In Piemonte -
Nel rapporto “Piccole
imprese, grandi imprenditrici” si è deciso di affiancare, alle analisi
quantitative sulla struttura dell’imprenditoria femminile in Piemonte e sulla
performance economica-finanziaria delle società di capitale femminile,
un’analisi qualitativa, resa possibile attraverso un’indagine sul campo, volta
a indagare gli aspetti legati all’attività delle imprese femminili, tra cui le
motivazioni alla base della scelta imprenditoriale, le strategie intraprese e le
politiche di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro adottate.
L’indagine è stata condotta
nel mese di marzo 2013 e ha visto la partecipazione di 964 imprese femminili
con sede legale in Piemonte. Si tratta per lo più di imprese di piccole
dimensioni (il 98,5% ha, infatti, meno di 50 addetti) che si concentrano
soprattutto nell’area metropolitana torinese (44,0% delle imprese femminili
intervistate) e nelle province di Cuneo (22,8%), Alessandria (7,8%) e Novara
(7,1%). Operano prevalentemente nelle attività commerciali (39,7% delle aziende
intervistate), nei servizi alle imprese (22,5%), nelle costruzioni (11,3%) e
nei servizi alle persone (10,0%).
Dall’indagine qualitativa è
emerso come la volontà di sviluppare un’autonoma idea imprenditoriale costituisca
la motivazione più ricorrente alla base della scelta di mettersi in proprio
(indicata dal 43,4% delle intervistate). Tra gli altri fattori che spingono le
donne a intraprendere l’attività imprenditoriale, spiccano il desiderio di
proseguire la tradizione familiare o la scelta di valorizzare le eccellenze del
territorio (28,5%). Significativa, inoltre, anche la quota di coloro che
dichiarano di aver avviato l’attività imprenditoriale per la necessità di
trovare lavoro (un’impresa su quattro) e per il desiderio di maggior
indipendenza e riconoscimento economico (un’impresa su cinque).
Le imprese intervistate
segnalano come la qualità dei prodotti/servizi e l’assistenza ai clienti siano
i principali punti di forza alla base del modello di impresa “al femminile” (il
71,2% e il 41,9% delle aziende ha, infatti, indicato questi fattori).
Per quanto riguarda, infine,
le politiche di conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro, cruciali per
l’esercizio dell’attività imprenditoriale, quelle più frequentemente adottate
sono l’introduzione di contratti di lavoro part-time e di formule organizzative
miste (ad esempio, la banca delle ore) e la possibilità di usufruire di
permessi straordinari o del lavoro a distanza.
|
|
|
|
|
|
<<BACK |
|
|
|
|
|
|
|