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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 05 Giugno 2013 |
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UE: OSSERVAZIONI DEL COMMISSARIO UE KAREL DE GUCHT, INCARICATO DEL COMMERCIO, SULLA DECISIONE DI IMPORRE MISURE ANTIDUMPING PROVVISORIE SULLE IMPORTAZIONI DI PANNELLI SOLARI DALLA CINA
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Bruxelles, 5 giugno 2013
- Signore e Signori buon pomeriggio.
Desidero informarvi che la
Commissione europea ha deciso all´unanimità di imporre dazi provvisori sui
pannelli solari importati dalla Cina per contrastare il dumping di questi
prodotti sul mercato europeo.
Questa decisione fa seguito
a un´approfondita inchiesta legale condotta negli ultimi 9 mesi. Siamo
pervenuti a questa conclusione dopo aver esaminato tutti i fatti e dopo aver
consultato le principali parti interessate.
I dazi prenderanno effetto
il 6 giugno e dureranno 6 mesi – sino al completamento dell´inchiesta previsto
all´inizio di dicembre di quest´anno. In quel momento si dovrà decidere se
imporre dazi permanenti per un periodo massimo di 5 anni.
La nostra reazione si
articolerà in due fasi: a decorrere dal 6 giugno s´imporrà un dazio dell´11,8%
su tutte le importazioni di pannelli solari dalla Cina. Due mesi dopo, a
decorrere dal 6 agosto, il dazio medio sarà al 47,6%. Nel complesso i dazi
andranno, in questa fase, dal 37,2% al 67,9%. Le società cinesi che avranno
cooperato godranno di tariffe più basse. Quelle che non avranno cooperato si
vedranno imporre tariffe più elevate.
Questa risposta progressiva
consente un passaggio graduale per permettere ai nostri mercati di adattarsi –
e rappresenta anche un´offerta unica alla parte cinese in quanto offre un
incentivo molto chiaro a negoziare. Essa rappresenta un´evidente finestra di
opportunità negoziale. Il pallone è ora nella metà campo cinese. È chiaro che
se la Cina non prospetterà entro agosto una soluzione applicheremo le tariffe
più alte.
In breve, l´azione adottata
oggi è una misura d´emergenza per dare una boccata d´ossigeno a un settore
economico in Europa che si trova in uno stato di forte sofferenza a causa di
questo dumping. La nostra risposta è equilibrata, lecita e giustificata nel
contesto delle regole commerciali internazionali ed è volta a prevenire che la
situazione abbia conseguenze fatali per l´industria.
Non si tratta di
protezionismo. Si tratta piuttosto di assicurare che le regole del commercio
internazionale si applichino anche alle imprese cinesi – allo stesso modo che
si applicano a noi stessi. Come ben saprete, anche gli Stati Uniti stanno
applicando dazi alle importazioni cinesi.
Con l´azione adottata oggi
la Commissione fa fede al proprio ruolo di difensore indipendente
dell´industria europea innanzi a pratiche commerciali sleali di paesi terzi.
Voglio essere estremamente
chiaro: sin dall´inizio ho ritenuto sinceramente che si dovesse perseguire una
soluzione amichevole. Ciò è dimostrato dalla politica di apertura che ho
intrattenuto nell´ultimo anno con i nostri partner cinesi a loro richiesta –
costellata di diverse riunioni al mio livello o a livello dei servizi che a me
fanno capo. Mi auguro che la decisione odierna dia spazio a tali discussioni
per procedere ulteriormente a un livello formale.
Consentitemi di spiegare i
fatti a partire dai quali questa decisione è stata adottata in questa fase
dell´indagine.
La semplice questione che ci
è stato chiesto di esaminare era se le imprese cinesi praticassero una politica
di dumping sui pannelli solari che alla fine vengono venduti a un prezzo
inferiore a quello di produzione.
La risposta è semplice: sì,
in effetti le società cinesi stanno vendendo a prezzo di dumping i loro
pannelli solari in Europa. Secondo le nostre stime, il prezzo di vendita equo
di un pannello solare cinese dovrebbe essere, in realtà dell´88% superiore al
prezzo attuale di vendita sul mercato europeo.
La cosa che ora ci dobbiamo
chiedere è se questo dumping sia dannoso per le imprese europee.
Anche in questo caso la
risposta è semplice. È chiaro che il dumping dei pannelli solari cinesi reca un
danno palese all´industria europea dei pannelli solari. Ciò mette in pericolo
almeno 25.000 posti di lavoro. Il dumping minaccia inoltre la sopravvivenza
vera e propria del settore danneggiando gli investimenti attuali e futuri,
soprattutto nell´ambito critico della Ricerca e sviluppo.
L´estate scorsa la
Commissione ha ricevuto una denuncia formale e valida da un raggruppamento di
fabbricanti di pannelli solari europei che ci ha obbligato ad avviare
un´inchiesta come prescritto dalla normativa Ue.
Sulla base delle prove
raccolte in occasione delle visite in loco abbiamo scoperto che gi esportatori
cinesi inondano l´Europa di pannelli solari a causa di una sovraccapacità sul
loro mercato interno. Essi hanno catturato l´80% della quota di mercato dell´Ue
in un contesto di sovraccapacità massiccia pari al 150% del consumo totale
mondiale. In altri termini, la Cina sta producendo oggi una volta e mezzo il
quantitativo di pannelli solari di cui ha bisogno il mondo. I cinesi
semplicemente stanno producendo troppo.
Le misure provvisorie
adottate oggi intendono evitare l´invasione del nostro mercato, ricreare
condizioni eque e ripristinare la concorrenza leale. Ma, cosa ancora più
importante, l´azione di oggi apre la porta per negoziare una soluzione
amichevole mediante impegni sui prezzi entro un breve periodo.
Per l´essenziale, il sistema
ritorna stabile se le imprese cinesi concordano di reintrodurre un sistema di
prezzi equo che rispecchi il vero valore di mercato dei pannelli solari.
Vorrei essere chiaro: il mio
intento è trovare una soluzione amichevole con i nostri partner cinesi ed è
questo che anche l´Europa vuole.
Prima di concludere desidero
rispondere a un certo numero di critiche. Nei preparativi della decisione
odierna determinate parti interessate hanno suggerito che le attuali misure di
difesa commerciale finissero coll´essere protezionistiche. Questa affermazione
è errata e fuorviante.
La verità è che la nostra
azione consiste nell´assicurare la concorrenza leale e il rispetto delle regole
commerciali internazionali cui sia l´Europa che la Cina si sono impegnate
nell´ambito dell´Omc.
A prima vista il fatto che
un prodotto sia a buon prezzo e ce ne sia tanto sembra una cosa fantastica, ma
alla fine ciò produce una corsa a un ribasso insensato dei prezzi in cui
l´industria dei pannelli solari e i servizi correlati hanno tutto da perdere.
In altri termini, va a finire che l´industria dei pannelli solari implode e
collassa in tutto il mondo.
Anche coloro che sostengono
che i pannelli solari a buon prezzo sono un fattore positivo per l´energia
sostenibile e l´ambiente devono rendersi conto che bisogna innanzitutto
mantenere "´sostenibile" l´industria dei pannelli solari se si
vogliono registrare benefici nel tempo.
Non spetta a me ricordarvi
che "lo stato di diritto" è il principio fondamentale al centro
dell´Unione europea.
L´europa, come tutti i suoi
partner, deve anche rispettare le regole che si applicano al commercio
internazionale. Ma dobbiamo anche essere pronti ad usare le misure legali di
riparazione previste quando ci troviamo ad affrontare pratiche dannose. Queste
due facce della medaglia sono entrambe importanti per assicurare che il sistema
continui a funzionare a vantaggio di tutti.
Permettetemi di ribadire per
coloro che non seguono quotidianamente le questioni commerciali che è la
Commissione europea ad avere la responsabilità, per conto dell´Ue, di portare
avanti la sua politica commerciale esterna. E questo per un ottimo motivo: la
Commissione assicura l´indipendenza e si adopera per conto di tutti gli attori
in Europa poiché vede il quadro nel suo assieme.
Signore e Signori, mi auguro
di essere riuscito oggi a illustrarvi questo "quadro d´insieme".
Mi auguro di essere stato in
grado di spiegarvi esattamente perché questa decisione di imporre dazi
provvisori sia stata necessaria alla luce di un dumping che potrebbe
distruggere un´importante industria europea se non interveniamo subito.
Spero che ognuno capisca che
ho una responsabilità nei confronti dell´economia europea e sono pronto ad
assumermi tale responsabilità.
Consentitemi di finire
ribadendo ancora una volta che preferirei una soluzione negoziata e rapida: non
vi è motivo di tirare avanti per mesi se i nostri partner cinesi hanno un
sincero desiderio di cercare una soluzione facendo leva su impegni sui prezzi.
Spetta ora alle imprese cinesi e alla Camera di commercio cinese fare un passo
avanti e proporre una soluzione che elimini il danno subito dall´industria
europea dei pannelli solari.
Spero di poter dialogare
quanto prima con loro in modo da collaborare a trovare una soluzione
soddisfacente che vada a vantaggio di tutti noi.”
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